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I dati parlano chiaro: la ripresa non è reale

Scritto il alle 14:31 da Danilo DT

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In questi giorni sto riprendendo in mano la questione “solvibilità del sistema finanziario” e sto cercando di vedere un pochino come stanno realmente le cose.

Cliccando su “ leva finanziaria “ potrete ritrovare i vari post sull’argomento inerenta appunto alla leva finanziaria delle banche americane, italiane ed europee. E già lì, capirete che non tutto il sistema si è mosso nella stessa direzione. O per lo meno, facendo due calcoli capirete che il sistema bancario europeo è ancora in alto mare in merito alla sua ipotetica ristrutturazione.

Ma per quale motivo continuo a battere il chiodo sulle banche e sul sistema finanziario? Perché continuo a pensare che la crisi dipenderà dalla sostenibilità e dal risanamento del settore bancario. Un iter che non deve essere interrotto, quello del risanamento, in quanto è indispensabile il sostegno delle banche in una ripresa economica REALE e non solo virtuale.

Ma oggi, le banche sostengono la ripresa?

La risposta è NO. La liquidità, come abbiamo avuto modo di vedere, la investo no in altri settori, di matrice soprattutto finanziaria (titoli, bonds etc) contribuendo in modo determinante alla costituzione di una bolla che si sta autoalimentando e che, prima o poi, creerà qualche bel problema. Quindi, massima allerta sulle banche e sulla concessione del credito, visto che quest’ultimo è assolutamente un problema da non sottovalutare. Basta guardare l’Italia. La crisi ha colpito in modo deciso le piccole medie imprese, vero motore dell’economia del Bel Paese. Ma le banche oggi sono restie a concedere prestiti, in quanto “non si fidano”. E intanto gonfiano la speculazione…. Ma perchè non si fidano? Ma non c’è la ripresa?

Delinquency rate in forte aumento

Facciamo un ragionamento banale ma secondo me realistico e valido.
Se c’è crisi, diminuisce il denaro del consumatore, in quanto aumenta la disoccupazione. Quindi diminuiscono i consumi e gli acquisti. Ed aumentano le insolvenze delle carte di credito. E le imprese a loro volta si ritrovano in difficoltà in quanto nessuno compra più la merce prodotta. E le imprese, prima di approvvigionarsi svuotano i magazzini mettendo i crisi i primi fornitori. Quindi, capite benissimo che ci sono due variabili che diventano punti fermi nei momenti di crisi, ovvero il tasso disoccupazione e il tasso  insolvenza, o se preferite, il delinquency rate.

Il delinquency rate infatti, non è migliorato in questo periodo, bensì è peggiorato sensibilmente.
E’ salito il tasso insolvenza sulle carte di credito, è salito il tasso di insolvenza sui mutui (i subprime oggi sono insolventi al 26.42% mentre i prime, i più sicuri, ben al 6.84 %.)

Mentre in generale il tasso insolvenza sui mutui, negli USA, è pari all’11.50 %. Vi sembra poco? Anche perché, e questa non è una cosa da poco, oggi una americano su $ ha un mutuo con valore residuo maggiore del valore della casa di circa un 20%. Tutto tranquillamente documentabile estrapolando i dati da Bloomberg.

Per sintetizzare la situazione, vi pubblicherò una grafico che rappresenta la sintesi del tasso di insolvenza, ovvero il delinquency rate sui total loans, ovvero sulla totalità del denaro dato a credito.

delinquency-as-of-total-loans

Non solo è notevole il tasso raggiunto, pari al 9.64%, ma è chiara la tendenza.
Morale: ma come diavolo facciamo a parlare di fine della crisi quanto il tasso di insolvenza continua a lievitare?

E allora, per chiudere il cerchio, andiamo a vedere questo ultimo grafico.

Grafico sovrapposto: ma la ripresa è finta!

mix-dati-macro

In questo grafico sovrapposto trovate nell’ordine:

indice SP 500
tasso disoccupazione USA
Tasso inflazione USA
Crescita PIL USA
Tasso insolvenza USA

Fate ben attenzione, qui c’è la chiave di lettura del mercato. Secondo me è inequivocabile e pregherei i lettori di aprire una discussione a difesa di questa teoria oppure,se ce ne sono, inviterei tutti coloro che hanno una visione diversa, quindi critica, di farsi avanti. Credo sia drammaticamente importante in questo momento discutere, capire e condividere pareri.

Dal grafico si vede una chiara correlazione tra tasso disoccupazione e tasso insolvenza. Ma guardate invece PIL USA, tasso Inflazione e indice SP 500: vanno di pari passo.

Come è possibile quindi, avere un PIL in miglioramenti, un’inflazione in ripresa e borse, conseguentemente positive, mentre dall’altra parte abbiano un tasso insolvenza pauroso e una disoccupazione galoppante?

Si può…. Perché il mercato è drogato.

Drogato da tutte quelle iniezioni di liquidità, quei salvataggi che hanno sostenuto le banche, le industrie e quant’altro. Ma è più che mai evidente che questi salvataggi sono temporanei e non hanno assolutamente migliorato il tessuto economico. Tasso disoccupazione e tasso insolvenza (o delinquency rate) ne solo la testimonianza.

Domanda

Cosa succederà quando sarà finita la benzina? Che accadrà quando il sostegno pubblico verrà meno? Riuscirà l’economia, l’industria e le banche a sopravvivere e a reggere? Questa è la grande scommessa. La risposta, per ovvi motivi, non ve la posso dare con matematica certezza. Ma sembra tutto drammaticamente chiaro.
L?economia non ce la può fare a stare in piedi da sola. E siccome i governi non possono ridursi a sostenere tutto e tutti all’infinito, pian paino dovranno lasciare andare le cose per la loro strada.

Alla faccia della exit strategy, qui il problema continua ad essere diametralmente opposto.

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Grazie a tutti!
DT

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