H.N.A. – La patata bollente
Ce la mettono proprio tutta. Bush e i suoi compagni di merende stanno facendo tutto quanto gli passa per la mente al fine di risollevare la situazione di circa due milioni di sottoscrittori di mutui “subprime” che rischiano di trovarsi senza casa. Il piano si chiama “Hope Now Alliance” e ha come obbiettivo quello di creare un “consorzio” di banche che si impegneranno a mantenere stabili le condizioni dei mutui (i tassi di interesse) stabili. Ovviamente si tratta dei mutui a tasso variabile, che sono una buona parte dei 360 miliardi di $ di mutui subprime accesi dalle istituzioni creditizie americane. Anche se per alcuni (circa il 7%) ormai è tardi. Il default è già arrivato e ora si trovano senza soldi e senza casa…
La ciambella di salvataggio
La mossa è eticamente valida, anche se va a favore di coloro che “hanno sbagliato i calcoli” mentre chi ha oculatamente scelto mutui con formule di tasso differenti, non ne beneficerà affatto. Non dimentichiamo che non sono comunque quest’ultimi in crisi. Il padrino di questa operazione è un ex uomo di Goldmas Sachs, Paulson, e quindi non uno sprovveduto, che si sta ingegnando per salvare l’economia americana. E sempre da lui era partita l’idea di quel mega fondo da 100 milioni di dollari che doveva garantire la liquidità necessaria al sistema, delibilitato in modo esponenziale dalla crisi. Questo “progetto”non è ancora partito, ma sembra comunque in procinto di diventare esecutivo.
La domanda sorge spontanea. Ma tutto questo sarà sufficiente?
Da tanto tempo gira voce di un possibile fallimento di un importante player bancario USA. I consumi sono in discesa. La fiducia dei consumatori USA (la mera macchina da guerra che sostiene l’economia) è in picchiata. I beni durevoli sono deboli, come ovviamente il settore immobiliare, che potrebbe continuare a scendere ulteriormente.
Manca il coraggio
La paura che si ha è che tutto questo sia non sufficiente, o se preferite, non farà altro che allungare l’agonia. Domanda: non sarebbe meglio magari giocare per una volta a carte scoperte, dire le cose come sono, smetterla di giocare a nascondino? Non sarebbe meglio accettare una sconfitta, spiegare lo stato reale delle cose, e da delle basi finalmente sane ricostruire la situazione?
Purtroppo questo non avverrà mai. C’è il timore di un crollo verticale di tutto il mercato: materie prime, borse, valuta USA (già di per sé debolissima) e con loro fiducia, consumi, con conseguente distruzione del sogno americano e di tutto quanto fatto di buono in altri anni. Il coraggio di fare chiarezza non c’è l’ha nessuno, né ora né mai. E’ una patata bollente che nessuno ha il coraggio di gestire in modo diverso se non quello “molto soft”. Bisogna sperare che tutte queste prese di posizione portino qualcosa di buono. E bisogna sperare che non si arrivi ad un punto in cui non si potrà fare a meno di dire tutta la verità e ripartire sul pulito. Perché, secondo me, se questo giorno verrà, significherà che l’economia sarà definitivamente ko. E la frittata ormai sarà fatta.