Subprime: forse è solo l'inizio
E’ ovvio che l’operazione di oggi ha di per sè dello straordinario. E’ ovvio che gli organismi di politica monetaria fanno e faranno il possibile per dire che la situazione è sotto controllo e che è tutto a posto. E’ ovvio che non possono di certo cambiare atteggiamento oggi, giorno catartico che probabilmente rischia di diventare storico.
Fino ad ora hanno usato la cosiddetta “soft landing”, e in un momento di profonda tensione come questo, non possono certo dire una frase del tipo (anche qui colorita che mi viene in mente, tipo Space Shuttle: ) “….Houston… Houston… C’è un problema…”.
Signori, da tempo si parlava della facilità di elargire crediti negli States, da tempo di discuteva dell’assurdità del consumatore americano che consuma sempre di più, e non risparmia mai, che addirittura si spende con la carta elettronica lo stipendio prima ancora che gli venga versato. E a rincarare in modo catastrofico la dose cosa è stato? Il tasso a livelli minimi che ha illuso l’americano medio di poter ottenere i soldi a prestito a costo zero. E allora…vai con i consumi…compriamoci 1,2,3 case, spendiamo tutto lo spendibile…
Però cosa succede se questo scenario muta?
Avete provato a fare un calcolo su una rata di un mutuo cosa può significare passare dal 2% al 5%, soprattutto per un elemento che si mangia tutto lo stipendio regolarmente già fin quando i tassi sono ai minimi? Significa che, semplicemente, non può andare avanti così. Qualcosa per forza deve cambiare… E allora consumerà di meno (e questo è un primo grande dramma per l’economia mondiale e dei paesi emergenti), dovrà vendere una delle case comprata a debito perchè non può più permettersi di pagare le rate. E così ecco il problema mutui che si incrocia con il crollo dell’immobiliare residenziale. E su questi mutui la finanza creativa cosa ha fatto? Delle belle strutture (i famosi derivati….) che mettono nei casini 2-3-4 controparti, moltiplicando per “n” volte un singolo problema. E chi ne subisce le conseguenze è proprio il sistema bancario e finanziario in generale che proprio oggi si è trovato come una pompa d’acqua nel bel mezzo del Sahara: a secco.
Crisi di liquidità.
Anche perchè il crollo di questi derivati ha comportato l’illiquidità assoluta di questo tipo di asset class. Ed ecco che Ben (Bernanke) e Jean Claude (Trichet) si sentono al telefono: “Hey JC (si chiameranno così in intimità? Boh…) che dici se diamo una mano al sistema finanziario , proprio come avevano fatto i nostri avi nel 1997 (se non ricordo male, ai tempi della crisi asiatica) e poi i nostri predecessori con la caduta delle torri?” ” Ok Ben, facciamo una bella operazione coordinata” .
Forse tutti stavamo vivendo un’illusione, pensavamo di avere raggiunto il mondo perfetto. Ma già da tempo ho scritto di una serie notevole di delicati meccanismi che interagivano l’uno con l’altro. E se saltava uno di questi, l’orologio cessava di funzionare. E le banche centrali che hanno fatto? Hanno tranquillizzato il mercato, o almeno ci hanno provato, e vi dirò in modo anche convincente. Ma poco hanno potuto quando i nodi sono venuti al pettine. Ora, non è possibile sapere con esattezza cosa succederà nelle prossime sedute e nei prossimi giorni. Tantomeno non sappiamo quale sarà l’impatto di questa difficile situazione. Magari tutto potrebbe già essere risolto (lo dubito), oppure gli strascichi che ci dovremo tirare dietro potrebbero durare molti giorni. Lo vedremo. Certo, forse il sistema finanziario in generale non arriverà al crack, però un pò di tensione, beh, penso sarà ben presente nelle prossime sedute.
Detto questo, possiamo dire che il campanello che oggi è suonato, ha però un significato di allarme. Oserei dire di “coprifuoco”. Stiamo molto all’erta. E per una volta pensiamo che la prudenza, con questo scenario, è assolutamente d’obbligo.
Concludo: questo tipo di operazione di inizione di liquidità è assolutamente straordinaria, ovvero fatta solo in particolari situazioni di mercato. E questo deve già essere un fattore preoccupante. Ringrazio ancora l’amico CDS che ha risposto ad un mio precedente post con un’arguta ed intelligente risposta. NEL PIENO E CORRETTO SPIRITO DEL BLOG: ovvero cercare, tutti insieme, di capire, comprendere e smascherare un mercato che è sempre di più difficile lettura.