Grecia: operazione bancomat

Scritto il alle 15:28 da Danilo DT

Sul tema del rischio default greco si è già detto molto in passato e per chi ancora non conosce il nostro parere sulla vicenda, consiglio di cliccare su “crisi Grecia”.
Andiamo ai fatti. Ieri ad Atene è arrivata una nuova bella. Ad elargire il finanziamento, la nostra (perché ne facciamo parte) UE che ha staccato un assegno da 6.5 miliardi di Euro. Tutto come previsto, come è prevista la cifra a cui arriveremo in questa mega “operazione bancomat” a favore dello stato ellenico. Ben 110 miliardi in tre anni.

Papandreou, premier greco, continua a dare al mercato notizie entusiastiche e tranquillizzanti sullo stato dell’economia greca:

“ Grossi progressi per il risanamento, abbiamo ridotto il deficit in modo considerevole raggiungeremo gli obiettivi prefissati. Il popolo ha capito e ora appoggia una politica molto dolorosa ma necessaria”.

Ma le cose stanno veramente così?
Io i miei dubbi li ho tutti. Lasciamo da parte le proteste di ieri di diverse classi di lavoratori, scesi in piazza per l’ennesima volta per le promesse non mantenute dal governo (ma non c’era feeling? Il popolo non aveva capito?)
Lasciamo perdere quindi le proteste recenti dei camionisti. Come lasciamo perdere l’ovvia e naturale volontà di spargere fiducia sul mercato, proprio per evitare sell off del debito e crolli di fiducia che poterebbero la Grecia nel limbo e ad una crisi devastante.
La domanda che dobbiamo porci, alla fine della fiera è la seguente.

Ma la Grecia onorerà il suo debito?
E’ fuori luogo parlare di default?

Ormai tutto sembra chiaro: il default è dietro l’angolo

 

Come ho già spiegato in passato, la Grecia è messa in una posizione tale che diventa veramente difficile poter pensare ad un miglioramento importante, ma così importante da “salvare” il paese dal default.
Ovvio, spero di sbagliarmi, ma ormai l’ipotesi default per la Grecia non è assolutamente da scartare.
Ma attenzione, occorre mettere bene i puntini sulle “i” proprio per evitare di generare paure infondate o di fare mala informazione.
Con il termine “default” in questo caso, non si intende “fallimento alla Lehman Brothers”, ma una forma di ristrutturazione del debito, una specie di default controllato, molto probabilmente dietro la regia della stessa Unione Europea o ancor meglio dal Fondo Monetario Internazionale che dal’alto continua a vigilare, preoccupato, la situazione dello stato ellenico, che potrebbe consistere nell’abbattimento parziale del valore nominale dei bonds, un allungamento della scadenza e/o in un aggiustamento della cedola.
Quindi, comunque vada, il rischio di ritrovarsi con un capitale inferiore a quello investito è più che una semplice ipotesi.



Cosa occorrerebbe? Un miracolo può bastare…

 

Certo, per ovviare a queste drammatiche ipotesi basterebbe raggiungere certi obiettivi che, ahimè, suonano un po’ di utopico: l’attuale deficit pari al 14% del Pil dovrebbe scendere al 5% o meno ancora. Ma portare il rapporto debito-Pil al 60% prescritto dal trattato di Maastricht vorrebbe dire ridurre il deficit di bilancio annuale ad appena il 3% del Pil, cioè all’obiettivo che i ministri finanziari dell’eurozona hanno fissato per Atene entro il 2012. Far crollare il deficit annuale del 10% del Pil implica o un enorme taglio alla spesa pubblica o un aumento drammatico del prelievo fiscale. O, presumibilmente, entrambe le cose. A parte le difficoltà politiche di tale manovra, c’è da considerare l’effetto perverso che ne deriverebbe sulla domanda interna aggregata, e quindi su produzione e occupazione. Il tasso di disoccupazione greco è già al 10% e il suo Pil cadrà già, si prevede, di oltre il 4% spingendo fra breve la disoccupazione ancora più in alto.

Qui si tratta dunque di aritmetica. E purtroppo, si sa, la matematica non è un’opinione.

Un uscita dall’Euro? Sarebbe la sua salvezza…

 

Certo, se la Grecia non fosse con l’Euro, tutto sarebbe diverso. Ci sarebbe una bella svalutazione, si farebbe leva fiscale, si aumenterebbero le esportazioni, aumenterebbero i consumi locali a scapito di quelli importati… Tutte cose viste già in Italia nel periodo pre-Euro.
Ma tutto questo, purtroppo, non è più possibile.
Con la svalutazione, il mercato avrebbe fatto la sua parte, invece col regime del cambio fisso, tutto è diverso. A proposito… qualcuno di voi si ricorda, con il default Argentina, come funzionava il cross peso-dollaro USA?

Quindi ecco perché parlo di “operazione bancomat”, queste sono cifre che possono rattoppare l’emorragia attuale, ma il futuro resta tutto una scommessa.

Il caso “Norvegia” e il suo fondo sovrano

 

Chiudo con questa cosa che sicuramente avrete letto. Se da una parte i valori dei CDS sulla Grecia sono ai massimi, e i prezzi dei bond sono ovviamente scesi, veniamo a conoscenza del fatto che il Fondo Sovrano più grande al mondo, quello della Norvegia, ha in portafoglio dei bonds greci su cui accusa una minusvalenza del 30%. Malgrado questo viene rinnovata la fiducia alla Grecia ed i bonds non saranno venduti (alcune indiscrezioni parlano però di percentuali risibili sul portafoglio, circa 150 milioni di euro, circa lo 0.1%). Un atto di fiducia? Beh, secondo me il fondo sovrano ha più che altro una funzione di “stabilizzatore di mercato” e magari inizierà a vendere pian piano, col tempo (immaginatevi l’effetto alla notizia “Il fondo norvegese vuole liquidare le sue posizioni in bond Greci”). Il gestore dice: “ l’alto rendimento dei bonds compensa i rischi di rinegoziazione”. Vista la percentuale sul portafoglio, è un ragionamento aggressivo ma che ci può anche stare.
Vedremo a chi il tempo darà ragione.

STAY TUNED!

DT

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Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg

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19 commenti Commenta
vincent vega
Scritto il 14 Settembre 2010 at 16:43

“A proposito… qualcuno di voi si ricorda, con il default Argentina, come funzionava il cross peso-dollaro USA?”

Ciao DT ero un pò giovane 😛 e non ho seguito la vicenda.
mi ricordo solo che mio padre che lavorava in banca continuava a parlare di clienti parecchio incavolati…

mi sai indicare dove è possibile leggere al riguardo con una prospettiva neutrale?

paolo41
Scritto il 14 Settembre 2010 at 16:56

Dream, a costo di ripetermi, non la fanno uscire dall’euro le banche francesi e tedesche fino a quando non avranno scaricato a Trichet ( e a tutti i contribuenti europei, italiani inclusi) la maggior parte del debito greco che detengono in portafoglio, alla faccia di chi i debiti ce li ha già per conto proprio ( vedi altri Piigs e paesi est-europa). Ma la Slovacchia, che ha più “attributi” degli altri, ha già detto che non intende partecipare al “contributo a perdere”….

paolo41
Scritto il 14 Settembre 2010 at 16:58

Dream, dimenticavo: é uno scandalo e una vergogna!!!!!

Fester
Scritto il 14 Settembre 2010 at 18:07

Come sempre molto interessante.
Effettivamente guardando i prezzi dei bond ellenici si nota che sono tornati sui valori minimi di maggio. Il mercato non mente. Anche se oggi non se ne parla più….

Mentre le borse salgono (ieri di più oggi meno) dopo un ritracciamento stanno tornando a risalire anche le obbligazioni “forti”. Questo mi pare puzzi un po’.

Che ne dite?

madness
Scritto il 14 Settembre 2010 at 18:09

Scusate ma sono l’unico a rimanere esterefatto difronte alla notizia di oggi?:

Vanno a ruba di nuovo i titoli di stato greci. Nell’asta odierna, il tesoro ellenico ha collocato 900 milioni di titoli di stato trimestrali con rendimento 4,82 con la domanda che ha superato di 4,53 volte l’offerta. Il rendimento a cui si è arrivati oggi èmaggiore di quello registrato nell’asta dello scorso luglio, quando erano stati collocati 1,6 miliardi di titoli semestrali con rendimento al 4,65%. In quell’occasione la domanda di 3,6 volte superiore al’l’offerta. Dopo l’esito dell’asta greca il diffferenziale tra il rendimento dei titoli di stato decennali tedeschi (Bund) e quelli greci si atteta a 906 punti con il rendimento dei bond greci che arriva all’ 11,43%, mentre quello del Bund che tocca il 2,37%.

Ma allora io mi domando, ma com’è possibile che si arrivi a 4,53 volte l’offerta? Quando già la precedente asta faceva capire che quei tassi potevano benissimo essere un pò ribassati?
A me viene nuovamente un forte sospetto che non me lo toglierà nessuno e resto sempre più scandalizzato difronte a questi fatti che si manifestano oltrettutto ancora in un periodo di difficoltà economica per il Paese. Quindi lo Stato avrebbe certamente convenienza a tenere quei tassi un pò più bassi, ma chi li compra ovviamente spinge ad avere tassi sempre più alti. E quindi non è che questi tassi alti siano il frutto di accordi illeciti sottobanco tra componenti corrotti del governo e delle istituzioni massime dello Stato e gli acquirenti che sono in gran parte rappresentate dalle banche?

Fester
Scritto il 14 Settembre 2010 at 18:28

madness,

Il tuo sospetto direi che è lecito.
Intanto nonostante tutto super euro e l’oro è schizzato sopra a nuovi massimi (in dollari ovviamente)

s66
Scritto il 14 Settembre 2010 at 19:12

fester: NON TI PREOCCUPARE ………TANTO IL MONDO FALLIRA’ IN TROMBA TUTTO INSIEME ,PUNTO ! RICORDATEVI:NON SI SALVERA’ NESSUNO DALLA MAREA DEL PACIFICO ! BOND AZIONI è TUTTA QUESTA PORCHERIA AMMASSATA SARA’ CANCELLATA COM IL 90 % DELL’UMANITA’ ! AFFANC… BANCHE è STì MARIUOLI DEL 21 SECOLO ! PIAZZA PULITA è AMEN !

Scritto il 14 Settembre 2010 at 19:53

vincent vega@finanza: “A proposito… qualcuno di voi si ricorda, con il default Argentina, come funzionava il cross peso-dollaro USA?”Ciao DT ero un pò giovane e non ho seguito la vicenda.
mi ricordo solo che mio padre che lavorava in banca continuava a parlare di clienti parecchio incavolati…mi sai indicare dove è possibile leggere al riguardo con una prospettiva neutrale?  

Semplice, il cambio era fisso.
Quindi…

panta rei
Scritto il 14 Settembre 2010 at 20:38

Ciao ragazzi sono vichingo, ho cambiato nickname perché come dice Eraclito non siamo più gli stessi di prima, si cambia nell’aspetto, nel modo di pensare, in noi nasce e muore qualcosa, anche se vi stresserò con Saras fino a che non farò anche lì gain e infatti perdiamo neuroni che non torneranno mai più. Dato che è appena nata quest’avventura ripropongo all’amico Dream, Gremlin e altri di provare a consigliare un paniere di titoli, soprattutto italiani che danno buoni dividendi ( per evitare la doppia tassazione) e hanno ottimi fondamentali in un’ottica di investimento di medio-lungo periodo. 💡

Scritto il 14 Settembre 2010 at 20:58

panta rei@finanza,

Parliamo di equity?
Direi che potrebbe essere una buona idea…
Che ne dite?

Scritto il 14 Settembre 2010 at 21:08

panta rei@finanza,
però dai… torna vichingo… sennò non ti riconosciamo!

paolo41
Scritto il 14 Settembre 2010 at 21:48

panta rei….os potamòs…. tutto scorre come un fiume…qualcuno potrebbe aggiungere che i fiumi scorrono in discesa, ma Mattacchiuz ha dimostrato il contrario…tutto sale.
Comunque tornando a Vichingo ha ragione Dream: è più bello immaginarti con l’elmo in testa con due belle corna, una folta barba e uno spadone in pugno pronto a ripulire il mondo da quelli che lo fanno andare controcorrente. Perdonate la licenza….

panta rei
Scritto il 14 Settembre 2010 at 23:29

Però, come siete conservatori!!!!. Se volete che torni vichingo, ditemi, magari via mail, come devo fare.

Scritto il 14 Settembre 2010 at 23:41

panta rei@finanza: Però, come siete conservatori!!!!. Se volete che torni vichingo, ditemi, magari via mail, come devo fare.  

BEH, se vuoi puoi anche togliere il “finanza.com” E CAMBIARE IL NICKNAME.
Vai sul tuo profilo e cambi il nick name, confermi e poi scegli in nome nel menù a tendina.

redbull
Scritto il 15 Settembre 2010 at 09:18

ragazzi secondo me ci dobbiamo un attimo organizzare su questo nuovo blog dandoci come”regola” il fatto di mantenere lo stesso nickname dell’altra parte, tutti e togliere, per favore, quel @finanza.com che sta davvero male e in qualche modo ci “lega” ad un dominio che non abbiamo chiesto di avere. Io sono Redbull, non redbull@finanza.com. Già non trovo corretto che in automatico nella registrazione ci appiccichino questa cosa, almeno cambiamola…
Non è difficile raggiungere il pannello di gestione per modificare questa cosa. Fate così, è la strada più breve. Una volta che vi siete autenticati, appena prima del campo per scrivere il commento, c’è la scritta “Autenticato come” ed il vostro nickname… Se cliccate sul nickname appunto vi troverete nel pannello di gestione e potrete così modificare il nickname senza @finanza.com
Molti di voi sicuramente avevano già trovato questa strada, la scrivo per qualcuno che magari non la sapeva 😉

bancabassotti
Scritto il 15 Settembre 2010 at 13:46

volevo solo precisare un aspetto della nuova normativa europea prevista dal trattato di lisbona ratificato dicembre scorso: fra le novità c’è la clausula di “uscita” ovvero la possibilità per uno Stato di uscire dall’euro. Prima si poteva solo aderire ora si può anche uscire, quindi la grecia potrebbe tecnicamente avere la possibilità di uscire dalla uem, o eventualmente essere pressata per farlo(i modi ci sono, politici ed economici).
questo vale per tutti i Paesi Ue facenti parte dell’area Euro.
Per il resto articolo ineccepibile, complimenti a Dt

Scritto il 15 Settembre 2010 at 14:54

bancabassotti@finanza,

PEr la cronaca, ribadisco, se volete togliere dal nicknameil “da finanza.com” lo si può fare, andando sul profilo, scrivendo il nick che si desidera avere e confermare. Successivamente vedrete un menù a tendina dove scegliere nuovamente il nick che a quel punto diventa il nuovo nickname.

Chiusa parentesi.

Tornando al tuo commento, la possibilità c’è eccome. Ovviamente c’è il rovescio della medaglia, ovvero capire il “costo ” che ne potrebbe derivare. Tanto per cominciare in credibilità dell’Euro stesso. E poi anceh dal punto di vista speculativo si potrebbero generare delle drammatiche situazioni che getterebbero nella crisi più nera paesi come Irlanda, Portogalli, Spagna e, speriamo di no, Italia, giocando sui CDS, in particolar modo quelli “naked” al centro di recenti discussioni a Bruxelles.

E credo che nei prox giorni, se riesco , spiegherò un paio di cosine sui CDS che spesso sfuggono.

8)

paolo41
Scritto il 15 Settembre 2010 at 16:46

Dream,

..forse sono riuscito a sistemare il nickname…

ma uscire dall’euro, al di là della difficile situazione che si dovrà affrontare nella fase iniziale, è l’unica soluzione per non venire gradualmente strozzati sia dalla Germania sia da quei paesi che giocano sul basso costo del lavoro, sugli incentivi all’esportazione e sul controllo della valuta,etc.
Se non ci rendiamo conto che siamo ormai in caduta libera, non abbiamo più tempo per aprire il paracadute; se dobbiamo morire è meglio morire con la nostra valuta e non con l’euro=marco.
Su questo argomento divento ogni giorno più drastico, perchè mi rendo conto che non esistono altre vie di uscita, sia per noi che per i paesi che hai sopra menzionato.

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