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Grecia: haircut e banche, altro che piano Marshall
I veri stress test lo avevano detto: ci vogliono nuove inizieni di capitale nel settore bancario
In molti si staranno chiedendo come mai la Grecia ha subito un downgrade proprio ora che è stato fatto il piano di salvataggio. Beh, definirlo piano di salvataggio è un eufemismo, anzi, vi dirò che ci vuole del coraggio VERO per definirlo in questo modo!
Anche perché, tanto per cambiare, si è creato un piano che, certo, dà un forte segnale di “nuova coesione” europea. Ma questa nuova coesione mi sembra un po’ da “uno contro tutti”. In altri termini, il piano è stato creato innanzitutto per mettere in tranquillità la mina vagante assoluta per l’Europa.
Ma quale? L’Italia? L’Euro? La BCE? Nulla di tutto questo.
Il piano va a tutelare, come già abbiamo sostenuto in passato, soprattutto l’anello debole, ovvero le banche. Le ho definite mine vaganti in quanto sono loro il vero pericolo della tenuta dell’Unione Europea, dell’Euro e di tutto il resto. Infatti, non dimentichiamolo mai, alla BCE costa molto meno salvare uno Stato che tamponare la crisi delle banche dell’Eurozona che ne deriverebbe, a causa leva finanziaria, derivati, debiti in portafoglio ecc ecc.
Infatti, se ragioniamo un attimo, il piano di “default programmato” rappresenta sempre una grande incognita per il paese ellenico, costretto sempre e comunque a dover fare i salti mortali nei prossimi anni per poter recuperare quei numeri necessari per tornare in carreggiata. Infatti sarebbe stato necessario un taglio molto più netto del nominale ed un piano di ristrutturazione ben più aggressivo (e doloroso per le banche). Invece si è tenuta la mano leggera proprio per non infierire sugli istituti di credito e per far si che le minusvalenze non vadano ad eccedere le quote già accantonate a fondo rischi. Un giochino che diventa quasi matematico ma che è molto efficiente.
Questi sono giochini con le gambe corte che nascondono la palese necessità di nuove iniezioni di capitale. Ricordate i post sugli stress test? Direi che già lo avevamo capito benissimo quali erano le priorità e le necessità per il sistema bancario.
Ovviamente si vuole fare il possibile per evitare aumenti di capitale che il mercato non digerirebbe.
Per giungere a queste conclusioni mi sono avvalso della consulenza di Francesco che dalla filo-tedesca Merano mi ha segnalato questo articolo uscito sul FAZ.
Die Rechnung ist leicht aufzustellen. Die auf dem Brüsseler Gipfeltreffen am vergangenen Donnerstag verabschiedete Einigung sieht vor, dass jene Banken und Versicherungen, die griechische Staatsanleihen halten, auf bis zum Jahr 2020 fällige Papiere einen Forderungsverzicht von 21 Prozent akzeptieren. Dieser Forderungsverzicht ist freiwillig. Die deutschen Finanzhäuser halten solche Anleihen im Nennwert von rund 4,5 Milliarden Euro. Ein Forderungsverzicht von 21 Prozent entspräche knapp einer Milliarde Euro. Gerüchte, wonach die Deutsche Bank nach einem Vorstandsbeschluss bereit gewesen wäre, auch einen Forderungsverzicht von 50 Prozent zu akzeptieren, wurden am Sonntag in Frankfurter Finanzkreisen dementiert. Sehr viel stärker trifft die Beteiligung der Finanzwirtschaft an dem Griechenland-Programm die griechischen Banken, die große Bestände an Staatsanleihen ihres Landes halten. Hier errechnen sich Einbußen von nahezu 10 Milliarden Euro bei einem Forderungsverzicht von 21 Prozent. (Source)
Ok ok… con un buon traduttore tedesco – italiano avrete le idee più chiare, ma in linea di massima c’è scritto quanto detto da me prima. 🙂
Direi che ora tutto torna. Ripeto, benvenuto il piano Marshall pro Grecia, un primo passo verso qeullo che ritengo l’unica ancora di salvataggio, ovvero il debito federale, ma ora mi è sicuramente più chiaro il motivo per cui la scure (haircut) è stata decisamente limitata.
Come sempre c’erano interessi da tutelare. Come sempre questi interessi erano le banche. Come sempre le hanno privilegiate. Come sempre è la povera gente, alla fine della fiera, che se lo prende..in quel posto…
STAY TUNED!
DT
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Splendido, stesso mia fonte credo. Anche se nell’articolo non ho visto il link al giornale. Ma direi che è lui…. 😀
Evviva il default, allora!
C’è solo un problema mi pare, il raggiungimento dell’avanzo primario…Quella sì che la vedo dura (pensando per esempio all’Italia)
Comunque ottimo articolo
In Italia abbiamo un avanzo primario positivo. Ho notato in un altro post un errore di comprensione del significato di avanzo primario.
Ah, allora non c’ho capito niente
Grazie dell’appunto
Se hai tempo e voglia me lo spiegheresti meglio allora?Grazie
L’avanzo primario è la differenza tra entrate e uscite del bilancio statale, prima degli interessi.
Nel 2011 si mantiene intorno allo 0,3%. Non una cosa spaziale, ma meglio di un pugno negli occhi, tenendo conto che altri paesi importanti non riescono ad averlo positivo. (Nel 2008/2009 abbiamo avuto invece un deficit primario).
Poi dedotti gli interessi sul debito nel 2011 arriveremo ad un deficit compreso tra il 3,6 e 3,9% del PIL.
Alcuni dicono che con le ultime misure nel 2014 dovremmo addirittura avere risultato positivo del 5% sul PIL. MAGARI!
Default? Quando le bache saranno pronte, il resto non conta
http://phastidio.net/2011/07/25/il-default-greco-quando-le-banche-saranno-pronte/