in caricamento ...

Grecia ed Italia: una dieta a base di spaghetti e feta

Scritto il alle 11:11 da Danilo DT

Grecia che vuole uscire dall’Euro (leggete qui importanti precisazioni sulla possibilità di farlo) ed Italia che invece non fornisce garanzie. L’Eurodilemma diventa sempre più complesso.

Nel post di chiusura de pomeriggio di ieri  abbiamo parlato senza mezzi termini (anche perchè di gente che spara parole a vanvera ce n’è già troppa) di recessione, in Italia come in Europa. E se noi non stiamo bene, anche chi si pavoneggia tanto alla fine non gode di ottima salute. Ovviamente mi riferisco agli amici teutonici ed ai galletti d’Oltralpe. Mentre il Sud Africe entra di diritto, come già detto in passato, nel BRIC e creando i BRICS (Brasile+Russia+India+Cina+Sud Africa)

Fa quindi “piacere” vedere che alla fine siamo tutti sulla stessa barca. Certo, se avessimo un’altra credibilità ed un’altra reputazione politica, sarebbe tutto molto diverso. Tanto per cominciare lo spread bund BTP. A parte la considerazione statistica, la gente non sa che a causa dell’allargamento di questo indicatore, oggi in area 440 bp, noi siamo costretti a rifinanziarci (Italia) a tassi “folli” se paragonati agli altri stati dell’Eurozona. Infatti un punto percentuali in più verrebbe a costarci circa 20 miliardi di Euro in 3 anni. Signori, 20 miliardi!!! Senza dimenticare che proprio sul debito noi paghiamo all’anno una cifra pari già a 90 miliardi di interessi. Ma queste cose pochi se le ricordano.

E dove li prendiamo questi soldi? Non certo dalla tipografia sottocasa bensì dalle tasche degli italiani. Senza poi dimenticare che per aumentare le tasse e tagliare le spese, occorrerebbe avre un paese virtuoso. Peccato che, come dal grafico sopra (grazie a Ob1KnoB che lo ha postato!) l’Italia non sia proprio un paese virtuoso. E allora? E allora siamo border line e ci va nulla a farci deragliare. Anche perché oggi, non dimentichiamolo, abbiamo un debito pubblico pari a quasi 2000 miliardi, un rapporto debito /PIL del 120% e una pressione fiscale che è ai top nei paesi industrializzati: 44.5%, che obbligatoriamente salirà ancora…
Ma di questo ho già detto: austerity che toccheremo con mano nei prossimi anni.

ITALIA: debito pubblico, debito/PIL e deficit/PIL

Mentre scrivo, ancora non ho avuto modo di prendere atto delle misure concrete che il Governo ha preso nella serata. (NDR ultim’ora: ECCO IL MAXI EMENDAMENTO!)

Ahimè… i primi segnali in arrivo sono come sempre negativi. Parole, progetti e inevitabili rimandi. Come sempre. Ma questo il mercato non lo vuole. VUOLE FATTI CONCRETI.
E lo vogliono perché si cerca un Euro che si stabilizzi. E l’Italia è cruciale in qeusto ruolo. Un Euro stabile (udite udite) con o senza la Grecia.

Così parlarono il duetto Merkozy, il che suona come un sinistro presagio. Ma come, la Grecia non può uscire dall’Eurozona. Purtroppo è vero solo a metà. Il Trattato di Lisbona non prevede un iter sul piano di uscita (nota bene, questo TRATTATO è recente, entrato in vigore il 01/12/2009). L’unica cosa che potrebbe succedere (e questa è una risposta avuta da alcuni soggetti di primissimo livello, molto preparati sull’argomento) sarebbe la teorica e totale uscita dall’Unione Europea, previa comunicazione al Consiglio e a seguito di un negoziato ben definito tra le parti.
Invece il trattato di Lisbona non parla di possibilità di uscire solo dall’Euro restando nell’Unione Europea, come non parla di procedure di “espulsione”.
Ennesima riprova di quanto sia zoppa questa unione.
Però poi, Atene, una volta uscita dall’Eurozona, avrà un bel po’ di conseguenze negative. Tanto per cominciare una svalutazione colossale, e poi la perdita di tutti quei fondi già stanziati per lo sviluppo, da qui fino al 2013, pari a circa 21 miliardi di Euro.
Ricordate quanto avevo scritto in passato? UBS aveva fatto dei conti in merito. L’uscita dall’Euro costerebbe al cittadino greco solo il primo anno una cifra pari a circa 12.000 € (notare, stipendio medio greco oggi pari a 20.000 €), con danni negli esercizi successivi sui 4.000 € all’anno.
Ma questo i greci, evidentemente o non lo sanno o lo ignorano. Resta però il fatto che l’uscita porterebbe al fallimento del sistema bancario, al crollo del comemrcio , ad una argentinizzazione (scusate il termine) della Grecia.
Se questa è la corretta via, allora vuol dire che ho sbagliato qualche conto.

Sostieni I&M. il tuo contributo è fondamentale per la continuazione di questo progetto!

STAY TUNED!

DT

Ti è piaciuto questo post? Clicca su Mi Piace” qui in basso a sinistra!

Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su database Bloomberg | NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
Seguici anche su Twitter! CLICCA QUI! |

17 commenti Commenta
tikalmat
Scritto il 3 Novembre 2011 at 11:39

iummaginate la grecia fuori dall’euro…..
tornano nel terzo mondo….manco un computer potranno comperarsi le persone con un reddito normale…..
la loro moneta non varrebbe più nulla….
potrebbero offrire solo mete turistiche a prezzi bassissimi, e non potrebbero ripagare i loro debiti alle banche, come l’argentina, finirebbe , e a tutti quelli che avevano investito i soldi nei bond argetini, cosa è tornato in mano?????
questa volta però è alla luce del sole il problema, non si potrà dire che le banche hanno venduto prodotti di un paese che stava fallendo senza renderlo noto e tutti sappiamo che le nostre banche sono piene di prodotti greci, come tutte quelle d’europa…..

e ora mettimoci nei panni dei cittadini greci….magari qualcuno gli dice (per prendere voti)….”usciamo dalla ue , guardate come hanno fatto in argentina….ora stanno meglio di prima….non hanno pagato i loro debiti…e hanno un po di respiro….
la ue vuole succhiarci l’anima, papandreu ha già esagerato, votate per noi non per papandreu , usciamo usciamo…..e il popolo caprone segue questa voce…..”
il referendum è una vera cazzata….io non ho mai creduto che le masse abbiamo la capacità di prendre una decisione giusta e corretta, sono pilotate, è molto rischioso.

se la grecia esce, diventiamo noi la nuova grecia, l’unico segnale da dare adesso non sono elezioni nuove, che sono solo spese per il paese.

ci vuole un governo tecnico, l’italia non può essere governata ne dalla dx ne dalla sinistra (ma mai più neanche nel futuro). ci vuole un governo tecnico che prenda decisioni anche impopolari , tipo fare una patrimoniale nel modo giusto, senza la paura di perdere voti perchè si rappresenta chi ha dato il voto.
in italia la democrazia non funziona, siamo un paese che vive ancora come al tempo delle signorie e dei comuni….troppi politici troppi leader (ma poi sono dei leader?????)

7voice
Scritto il 3 Novembre 2011 at 11:43

allora l’austerity caro compagno la devono fare:enel ed eni ed affini ! COSA DICI DI UN ENERGIA A COSTO ZERO, è UN PALO AL DERATANO A CHI MARCIA SULLE BOLLETTE O POMPE DI BENZINA ? 70 MILIARDI ALL’ANNO COME BOLLETTA PETROLIFERA, è QUì QUESTI PAGLIACCI PARLANO DI PATRIMONIALE SUI C\C ANCHE DELLA GENTE COMUNE ? è NO, ADESSO BASTA QUESTA CASTA DEL KAZZO CHE TIENE I SOLDI ALL’ESTERO E VIENE A FARE LA MORALE TIPO LO SCARPARO CHE SI è COMPRATO MEZZA ITALIA A DANNO DEGLI ALTRI ? FUORI DAI COJONI TUTTI ! NESSUNO PUO’ PARLARE DI CHI STA’ IN PARLAMENTO , TUTTI PRENDONO UN FOTTIO DI SOLDI E VOGLIONO FAR PASSARE UN MALATO DELLA FREGNA COME IL CAPRO ESPIATORIO ? A ME NON STA’ BENE ,ILLUSTRE COMPAGNO ! SE NE DEVONO ANDARE VIA TUTTI COMPRESO COLUI CHE ALLOGGIA AL COLLE ! REPULISTI GENERALE. AMATO,PRODI,CIAMPI, QUANDO PRENDONO DI PENSIONE COSTORO ? PER PARLARE DEVONO METTERE IL 50 % DEI LORO EMOLUMENTI SUL TAVOLO ! è TROPPO COMODO FARE LA TROIA CON IL CUL DEGLI ALTRI !

a_rnasi
Scritto il 3 Novembre 2011 at 12:02

BN: PAPANDREOU MAY WITHDRAW REFERENDUM PROPOSAL, PARTY OFFICIAL SAYS

manuel.finanza
Scritto il 3 Novembre 2011 at 12:04

Anche la pecora nera (GR) guadagna +1,2%

no referendum Papandreou non ha la maggioranza forse governo …di salvezza

nazionale

tikalmat
Scritto il 3 Novembre 2011 at 12:05

ma poi scusate ….l’ultimo pettegolezzo che mi è arrivato l’altro giorno , ….

http://www.approdonews.it/index.php/component/content/article/70-nazionale/10810-ultimora-berlusconi-si-dimette-e-viene-amato.html

ancora amato per risolvere i problemi del paese? ma era vecchio quando fu chiamato a fare il governo tecnico anni fa…..adesso sarà ancora più vecchio!!!! senza nulla togliere alla saggezza di quell’uomo, magari se al governo ci fosse stato da allora…forse non saremmo in questa situazione…..

meno male i pink floyd mi consolano ascoltandoli mi sento meglio….in uno stato psichedelico come il nostro,…hahahaha

candlestick
Scritto il 3 Novembre 2011 at 12:09

attenzione al tasso, potrebbe essere che draghi ci dia una ritoccatina… con il fatto che le borse oggi non sono collate è possibile che stia bollendo in pentola qualcosa di “buono” in questo senso.. se cosi fosse si scatenerebbe “l’inferno” rialzista.. pronti con gli ordini!

Candle

ob1KnoB
Scritto il 3 Novembre 2011 at 12:17

Forse ogni tanto bisogna fare il punto. Quando un dottore tratta un malato penso abbia un protocollo:
1) Verificare i sintomi ed analizzare i dati fondamentali a disposizione.
2) Formulare una diagnosi
3) Mettere in atto i presidi medici idonei
4) Verificare la risposta del paziente ai trattamenti
5) Istruire il paziente, una volta guarito, su una profilassi idonea a non ricadere in quei comportamenti, quantomeno statistici, che lo hanno portato alla malattia.
Detto cio’, e mi perdoneranno i medici della mia ignoranza, facciamo la stessa cosa sul nostro argomento.
1) Sintomi: Rallentamento economico, alto debito, sovraccapacita’ produttiva, divaricazione sociale, flussi migratori incontrollati, bassa marginalita’ corporate, radicalizzazioni religiose.
2) (1° errore ihmo) Diagnosi: stagnazione
3) (2° errore conseguente al primo) Presidi medici: Aumento del debito, aumento della sovraccapacita’ produttiva, incremento della divaricazione sociale, rinuncia alle sovranita’ nazionali (questo secondo teorie omeopatiche fatto per stimolare la naturale reazione immunologica del paziente)
4) Il paziente (ohibo’) non risponde alla cura: i disoccupati aumentano, i risparmi si consumano, aumentano le tensioni sociali, effetti collaterali indesiderati (bolle immobiliari, banche in difficolta’, insolvenze ai massimi storici, inappetenza diarrea etc etc)
5) Il paziente è morto, ma il consulto dei medici è convinto che – con maggior tempo a disposizione e maggiore collaborazione da parte sua- si sarebbe riusciti a stabilizzarlo…
http://www.youtube.com/watch?v=IyJVuJwjSKI

paolo41
Scritto il 3 Novembre 2011 at 12:33

…se restiamo un attimo sulle considerazioni più semplici ci troviamo con un problema legato al possibile referendum greco… che non troverà soluzione oggi, una grossa criticità Italia e Spagna…. che non sarà risolta oggi, un G20 che deve risolvere il probema del debito mondiale…. che non sarà risolto oggi. In conclusione un altro inutile conclave …cene e cotillons, tanti blabla…risultato zero !!!!!

lampo
Scritto il 3 Novembre 2011 at 16:15

Aggiungo che il permanere dell’Italia a questo livello di spread crea problemi anche alle imprese sane che hanno progetti e hanno bisogno finanziamenti per realizzarli.

Infatti quando, per tale motivo, chiedono soldi alle banche… queste prezzano lo spread rispetto all’euribor (o quello che volete) sulla base dei rischi di finanziamento attuali… evidenziati dallo stesso spread “bunga bonds – crucco bund”.

Quindi investimenti rimandati… idee di impresa che non partono per mancanza di finanziamenti oppure che falliscono per troppi oneri sui finanziamenti concessi rispetto alla potenziale commerciabilità della loro idea.

Il tutto implica ulteriore recessione, disoccupazione, ecc. e problemi per le stesse banche che non si fidano di concedere prestiti a tassi più agevolati… che si trovano costrette a richiedere ai clienti che stanno piuttosto bene… di rientrare.

In queste condizioni… anche una politica di semplificazione normativa per accesso all’impresa o una liberalizzazione di settori mono o oligopostici… è destinata miseramente a fallire, a meno che si decida di permettere alle nuove aziende uno sgravio/posticipo di tasse per i primi anni (dandogli un enorme vantaggio fiscale…). Nel primo caso… appena finisce tale periodo… se non hanno avuto il tempo di consolidarsi e trovare un buon margine di guadagno… lasciano i creditori con un pugno di mosche. Nel secondo caso… idem.

Come vedete… non è facile venirne fuori. E’ necessario un vera attività di collaborazione/coordinamento, rispetto di regole (quindi investimento in cultura, educazione civica, scuola, ecc.) ecc. che solo menti illuminate che decidano di donare veramente la loro conoscenza, competenza e impegno al Paese… possono portare avanti… magari anche in maniera autarchica… in maniera da bloccare subito le solite lobbies che si opporranno, con i loro portavoce politici.

Vedete qualcuno in questo Paese che possa farlo?

schwefelwolf
Scritto il 3 Novembre 2011 at 17:22

lampo,

Quintino Sella?

Scherzi a parte – la tua domanda si risponde da sé. Ma anche se ci fosse un ipotetico qualcuno, miracolosamente capace di attuare le riforme non solo “strutturali” ma anche “sostanziali” (cultura, formazione, senso civico etc.) – da sempre necessarie per l’Italia ma sempre rimandate (almeno dal 1945 in poi) – il tempo di “gestazione” di queste riforme sarebbe inevitabilmente troppo lungo.

Quanto tempo ci vorrebbe per liberare la scuola/università da tutte le rese di posizione, baronie, mafie, cordate etc. e ricostruire un sistema in grado di formare in grande numero specialisti e ricercatori capaci di rilanciare l’economia italiana, invece di continuare a sfornare tonnellate di laureati in psicologia-sociologia-pedagogia-politologia? Quanto tempo ci vorrebbe per formare una nuova classe di magistrati capaci di fare bene, con efficenza e solerzia il loro lavoro (a cominciare dal saper leggere e scrivere correttamente in italiano)? Quanto tempo sarebbe necessario per creare al Sud una classe manageriale capace di alimentare un’economia auto-portante e di eliminare, cosí, la “necessità” di 3-4 milioni di “posti” statali che si traducono nell’asfissiante burocrazia che devasta l’Italia da 50 anni e in 3-4 milioni di “pensioni” piú o meno regalate? Penso – come ho già detto altre volte – che uscire da questo disastro non solo non sia facile – ma che sia ormai impossibile (a meno di non ipotizzare soluzioni drastiche stile 1789).

nervifrank
Scritto il 3 Novembre 2011 at 17:29

schwefelwolf@finanza,

Ma si, eliminiamo tutti i dipendenti pubblici.

Poi se ti si incendia la casa cosa fai, chiami i vigili del fuoco tedeschi?

nervifrank
Scritto il 3 Novembre 2011 at 17:33

A questo proposito allego questo bel link:

http://www.idealista.it/news/archivio/2010/06/09/08720-quanti-dipendenti-pubblici-ci-sono-europa-tabella

No, perché è facile parlare quando non si conoscono i dati e si è alimentati da pregiudizi di stampo teutonico.

lampo
Scritto il 3 Novembre 2011 at 20:18

schwefelwolf@finanza,

Beh… da Quintino Sella si potrebbe partire col privatizzare… un po’ di beni della Chiesa e ridurre i contributi che lo Stato eroga (e notare che non ho volutamente menzionato le esenzioni di cui gode).
Qualche DECINA di miliardi di euro ALL’ANNO da incanalare nella riduzione del debito pubblico… uscirebbero fuori immediatamente… senza contare che in contrapposizione si potrebbe ricambiare per questo atto di carità investendo gli interessi risparmiati nel settore sociale e assistenziale che ha collegamenti con la Chiesa.
Ma sappiamo che oggi è solo utopia, almeno in Italia. Se il Vaticano fosse ubicato in qualche altro Paese, tipo Francia o Germania… non so se, in questi momenti di crisi, sarebbe trattata con i guanti di velluto, come facciamo noi.

Concordo in parte sul pubblico impiego… visto che alla fine in Italia rispetto al totale della popolazione… non è che abbiamo tanti dipendenti pubblici…
In proporzione abbiamo invece troppi amministratori di consorzi, enti pubblici non economici, ecc…. escludendo invece quelli degli enti territoriali, visto che sono fondamentali in momenti di crisi. Infatti hanno la conoscenza del territorio e della realtà locale: aspetto fondamentale per permettere la ripresa e il risollevamento del Paese a partire appunto dalle comunità locali e quindi dal cittadino…. L’assurdo è che sono proprio questi che con a partire dal prossimo mandato verranno tagliati.

La burocrazia è voluta… dall’insieme di norme frammentate e che spesso si negano l’una con l’altra. al fine di lasciare agli avvocati parecchie scappatoie possibili, a seconda del tipo di cliente che hanno (non farmi andare oltre…).
Sui laureati… scoprirai a breve, nella terza parte del post sulla disoccupazione giovanile… che c’è anche un altro settore troppo inflazionato… che a mio giudizio incide proprio sul mancato rinnovamento di questo Paese e sulla litigiosità (in tribunale) degli italiani. Ma non voglio eliminarti la sorpresa :mrgreen:

Scritto il 4 Novembre 2011 at 01:20

Appena rientrato…
domani sarà un’altra dura giornata…
felice notte a tutti….

gainhunter
Scritto il 4 Novembre 2011 at 08:06

lampo,

Beh, la Chiesa è, come la famiglia, uno dei principali ammortizzatori sociali in Italia, cioè supplisce alle carenze dello Stato in materia di sostentamento dei poveri (vedi mense per i poveri, fondo per la famiglia istituito da Tettamanzi, tutti i vari sostegni a disoccupati e immigrati effettuati localmente e in silenzio da parte di parroci, ecc.)
E attenzione anche a distinguere il Vaticano, che è uno Stato con una propria “banca centrale”, dalla Chiesa italiana.

lampo
Scritto il 4 Novembre 2011 at 09:04

gainhunter,

Ti ringrazio per la precisazione… per Chiesa volevo appunto intendere di eliminare gran parte dei finanziamenti che concediamo al Vaticano…almeno temporaneamente… lasciando le esenzioni per le attività di bene che proprio fanno da ammortizzatore sociale…

I sondaggi di I&M

Come vorresti I&M?

View Results

Loading ... Loading ...