FOMC: i quattro tasselli che giustificano il NON rialzo dei tassi
I verbali FOMC puntano il dito su un Dollaro USA troppo forte, sulla disinflazione e sulla frenata della crescita economica. Occhio sempre al mercato del lavoro e appuntamento per il primo rialzo a…(vedi i dot plot)
Siamo sinceri, i verbali FOMC di settembre erano forse i meno attesi dal sottoscritto e, probabilmente, dalla comunità internazionale, in quanto erano decisamente palesi chiare le motivazioni per cui la Federal Reserve non ha deciso di alzare i tassi di interesse.
I quattro tasselli del FOMC
Primo tassello: frenata economica globale (focus su Cina)
La motivazione chiave era proprio quella più volte dibattuta qui su I&M, ovvero la frenata della crescita economica globale.
Nulla di nuovo quindi? Al momento no.
Secondo tassello: tasso inflazione
Idem anche per la motivazione numero due: la FED ha preferito NON alzare i tassi anche a causa delle preoccupazioni sull’andamento dell’inflazione.
Quante volte vi ho illustrato le previsioni sul tasso inflazione 5y5y? Mille volte. E alla fine le nostre logiche sono state rispettate dal FOMC. Anche perché le più grandi complici della deflazione, o in questo caso meglio chiamarla disinflazione, sono le materie prime che non stanno proprio dando grandi soddisfazioni. Qualcosa si è mosso ma siamo ancora molto lontani dall’inversione di tendenza. Ma è palese l’importanza delle commodity per poter invertire la tendenza del tasso inflazione ma anche dei tassi USA.
Grafico: il confronto tra il tasso previsionale inflazione USA 5y5y e il petrolio
Terzo tassello: timori per il super Dollaro USA
Ma non è finita qui. Manca un tassello… il dollaro. E difatti la FED è preoccupata dal super dollaro USA e soprattutto da quello che potrebbe succedere dopo un primo rialzo dei tassi, sia per le economie dei paesi emergenti ma anche per l’economia USA che si ritroverebbe in difficoltà con le esportazioni.
Quarto tassello: il mercato del lavoro
Dimentichiamo qualcosa? Certo che si, ma l’elemento lasciato da parte non rappresenta un pericolo, bensi era forse l’unico vero motivo che giustificava un rialzo dei tassi (oltre che la difesa da un’eventuale bolla speculativa) ovvero il mercato del lavoro. Resta ovviamente sotto osservazione e un suo eventuale peggioramento potrebbe essere usato come scusa per rimandare ancora più in là il primo rialzo.
Già… ma a quando il prossimo rialzo?
FED Dot Plot vs Tassi FED FUNDS
Il grafico qui sopra vi illustra i cosiddetti dot plot previsionali del FOMC raffrontati con l’attuale livello dei FED Funds. E’ chiaro che il mercato sconta quanto i dot plot nell’ultimo meeting non scontavano. Per farla breve, gli operatori non si aspettano manovre a breve.
Scarterei a priori ottobre per due motivi.
Il primo è che da settembre non è cambiato NULLA a livello economico (se non in peggio) per giustificare un rialzo dei tassi.
Il secondo è che ad ottobre non è prevista la conferenza stampa a seguito del meeting FOMC. Secondo voi la Yellen interverrebbe sul mercato “a sorpresa” senza darne delle giustificazioni? Non lo farebbe mai.
A questo punto occhi puntati su dicembre. E li vedremo che capiterà. Il mio parere? Io resto sempre della mia solita e storica idea (e chi mi segue lo puà tesimoniare) ovvero MARZO 2016. Sempre che, in quella data, non si decida di posticipare ulteriormente…
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STAY TUNED!
I tassi di interesse non li decide la FED m il mercato.
La FED segue il mercato, quando il mercato inizierà a prezzare tassi più alti, la fed non farà altro che adeguarsi ed alzare i fed funds.
I T-BILL 3 mesi U.S.A. continua a giacere morto a zero dal 2008, finchè questo non parte al rialzo la FED NON alza alcun tasso.
Così è sempre stato e così sarà anche questa volta.
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