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FOCUS – Crisi in Nord-Africa: sviluppi e conseguenze economiche

Scritto il alle 13:17 da Danilo DT

Un interessante intervista ci dà la possibilità di fare luce in modo semplice e valido sulle prospettive dell’area nordafricana e non solo

Buongiorno a tutti!
Ho il piacere di annunciarvi una “piccola partnership” con una casa d’investimento che da sempre è stata simbolo di indipendenza già fin dalle origini.

Sono stato contattato dai vertici della società i quali, ritenendo il blog un interessante veicolo di informazione indipendente ed alternativa (AnimaSgr), mi hanno chiesto se ero disponibile ad aprire una Rubrica dedicata ad alcuni loro contenuti. Non posso certo negarvi che il primo impatto è stato non proprio positivo. Temevo infatti che si trattasse della solita richiesta con un fine: la spasmodica necessità di fare clienti e di ottenere pubblicità gratuita. Invece poi, vedendo alcuni loro vecchi video, mi sono reso conto invece che si tratta di INFORMAZIONE di qualità. Quindi mi sono detto…perché no? Anzi, se questo piccolo progetto va a creare valore aggiunto al blog, ben venga.

Morale: credo proprio che questo progetto possa portare al blog di I&M ulteriore qualità (facciamo il possibile…) . Mi auguro che il lettori apprezzino questa iniziativa.
Consiglio a tutti la visione quindi dei video che vi proporrò, in quanto li ritengo, oltreché interessanti, molto validi e di facile comprensione.
Ovviamente sarò ben lieto di leggere i Vs feedback su questa iniziativa. Vi lascio al video e alla sua trascrizione. Buona visione!

http://www.youtube.com/watch?v=huwaY6-SNEM

Che cosa ci insegna la crisi del Nord-Africa? Quali saranno le conseguenze
economiche quando i moti avranno scardinato l’equilibrio della sponda
meridionale del Mediterraneo? Armando Carcaterra presenta la view di Anima.

D1. Che cosa ci insegna la crisi in corso nel Nord-Africa?

Il primo insegnamento che possiamo trarre è non perdere di vista le onde lunghe dei trend demografici, invece che focalizzarsi solo sugli aspetti di breve periodo. Ad esempio, le possibili ripercussioni nell’immediato di un aumento dell’inflazione di pochi decimi sui mercati azionari.
Anche per questo gli eventi di Tunisia, Egitto e Libia hanno colto tutti gli osservatori
impreparati, quelli politici prima ancora di quelli finanziari.
E ci hanno ricordato che la “veduta corta”, come la chiamava Tommaso Padoa-Schioppa, non basta più a comprendere le dinamiche del nostro tempo.
Il secondo insegnamento è collegato al primo. Dobbiamo prendere atto che la dimensione dei rischi è cambiata. Gli assetti geopolitici tendono ad essere sempre più importanti. Il “cigno nero”, cioè la possibilità di “shock” statisticamente improbabili, non appartiene più solo agli eccessi della finanza, ma si annida nelle pieghe dei cambiamenti politici e sociali tra le grandi aree del mondo: la Cina, l’India, il Medio-Oriente. Di questi temi non dovranno occuparsi solo le Cancellerie e i Ministeri degli Esteri, ma sempre di più anche i gestori.

D2. Che conseguenze economiche possono avere gli sviluppi della situazione in Nord- Africa?

L’effetto più evidente riguarda il prezzo del petrolio, che è schizzato in pochi giorni da 95 a 115 $/b. Se permanente, l’aumento del prezzo del petrolio ha due effetti concomitanti ed entrambi dannosi sulle economie consumatrici: riduce la crescita economica ed aumenta l’inflazione.
Alcuni studi stimano che un aumento stabile di 10 dollari Usa del prezzo del petrolio comporti un rallentamento della crescita del PIL mondiale di circa lo 0,20% all’anno, per 2 anni. Per i prossimi mesi, non sembrano esserci problemi di scarsità di offerta di petrolio, perché la mancata produzione libica può essere facilmente sostituita a livello mondiale da quella dell’Arabia Saudita e – relativamente all’Italia – da quella russa. La chiusura delle forniture libiche ha sottratto 1,7 milioni di barili al giorno ad una offerta complessiva di 88 milioni di barili al giorno. Non così tanto in fondo, anche perché l’Arabia Saudita dispone di una capacità estrattiva non utilizzata stimata in 5-6 milioni di barili al giorno.

Tuttavia i prezzi del petrolio non reagiscono solo agli squilibri tra domanda e offerta, ma anche o soprattutto alle aspettative. Da questo punto di vista ci sono forti incertezze rispetto agli sviluppi politici e ai rischi di contagio di altri più grandi paesi dell’area (come Arabia Saudita ed Algeria) e incertezze molto minori sull’andamento della domanda mondiale di petrolio: questa crescerà, perché è trascinata dall’ancora tumultuosa crescita dei paesi asiatici, a partire da Cina e India.
Gli impatti economici possono essere contenuti e potrebbero essere considerati un prezzo accettabile in cambio dell’emancipazione di interi popoli. La situazione è ancora fluida ed instabile e l’abbiamo capita solo in parte.
La virtù da coltivare in momenti di svolta come questi, oltre all’umiltà, è la prudenza. Nei giudizi, nei comportamenti e nelle scelte di investimento. Il che non significa chiudersi a riccio e rifugiarsi negli investimenti di breve termine, ma evitare decisioni irrazionali.

By AnimaSgr

STAY TUNED!

DT

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9 commenti Commenta
gremlin
Scritto il 7 Marzo 2011 at 15:10

OTTIMA PARTNERSHIP

finchè mantengono questo livello di qualità si integrano perfettamente nel blog

idleproc
Scritto il 7 Marzo 2011 at 15:32

NWO Tu come la vedi?

1) Un bel mondo felice integrato e democratico.

2)Andrà a finire così: le tribù libiche messe l’una contro l’altra, la disintegrazione di fatto della Libia, la costruzione di uno stato fantoccio in modo da aver la copertura per l’esproprio finanziario e per i “contratti”, le aree delle risorse petrolifere verranno messe sotto controllo militare “democratico”.
Sempre che i libici e gli altri non si incazzino in blocco.
Un altro grandioso passo verso la globalizzazione gestita da quattro finanzieri che devono tappare i buchi speculativi e garantirsi un futuro molto compromesso.
Il bidone finanziario globale è ancora tutto da riempire.

Io propendo per la seconda che hai detto.

bergasim
Scritto il 7 Marzo 2011 at 15:44

gremlin,

Il livello di quale qualità? Sono anni luce da tutti i benchmark, si parla di qualità nei fondi pensione e poi si attribuiscono qualità a chi non ne ha? veramente comico.

mattia06
Scritto il 7 Marzo 2011 at 16:31

In questo video non ho trovato nulla di particolarmente interessante o almeno che dica qualcosa di diverso che già è stato detto nel blog. Vediamo con i successivi ma rimango perplesso sul fatto che li faccia Anima Sgr e che sia ben evidenziato il loro nome

gremlin
Scritto il 7 Marzo 2011 at 16:53

il blog fortunatamente è visitato non solo dagli utenti registrati, ci sono anche parecchie migliaia di lettori
l’iniziativa ha carattere divulgativo e quindi nessuna meraviglia che i bravi del blog, abituati alle analisi di Dream, trovino questi video poco intriganti o banali
per la signora Maria questo video è invece praticamente incomprensibile
ovviamente se i bravi del blog decideranno di produrre loro stessi dei video didattici che possano essere compresi da un pubblico il più vasto possibile saremo ben felici di pubblicarli

bergasim
Scritto il 7 Marzo 2011 at 17:00

gremlin,

Si potrebbe quindi evitare, in funzioni delle migliaia di lettori quotidiani, di non far passare il piombo per oro, almeno che tu non sia un alchimista.
:mrgreen: :mrgreen:

longshort
Scritto il 7 Marzo 2011 at 18:33

nein, nein…..

paolo41
Scritto il 7 Marzo 2011 at 21:39

Dream,
un’analisi un po’ scontata eccetto per il fatto, tutt’altro che secondario, che i recenti eventi ci hanno trovato tutti, e ribadisco tutti, ” impreparati”; nessuno aveva previsto che i prezzi delle materie agricole e della base alimentare dei popoli del nord-africa potessero essere il detonatore di quanto è successo.
Ma non illudiamoci che i moti siano una semplice ricerca di soluzioni più democratiche di governo; siamo tutti abbastanza vaccinati per capire che dove non esiste una cultura democatica sarà sempre difficile imporla e/o farla accettare, specialmente in paesi dove le divisioni tribali, etniche e religiose non permettono un dialogo comune.
Che forse in Libano o in Iraq o in Afganistan o addirittura in Palestina esistono soluzioni democratiche o scontri etnici e religiosi?????
Ci sono stati tanti episodi e fatti antecedenti agli ultimi eventi che sono stati sottovalutati dal mondo occidentale, che ha continuato e, purtroppo, continua a cullarsi nell’idea di poter controllare la situazione.
Leggendo diverse opinioni mi sono convinto che il “vento del Sahara” che sta soffiando in questo momento è alimentato da gruppi organizzati che hanno profondi legami nella religione islamica.
La Libia credo che sarà un punto di partenza anzichè un punto di arrivo: i titubanti occidentali minacciano interventi bellici “pacificatori” per cacciare Gheddafi e prendere in mano il controllo dei pozzi petroliferi. E’ l’ultima cosa che gli “insorti” vogliono, il loro obiettivo e di riuscire a detronizzare il Rais da soli e poter costituire un nuovo “governo” con radicate basi nel credo islamico. Qualcuno li sta sovvenzionando con armi e istruttori….
Se riescono nell’intento, il vento si orienterà verso est fino ad arrivare all’Arabia Saudita.
Gheddafi è una delle figure più bieche e disprezzabili dei nostri giorni, ma, secondo me, ha capito perfettamente che cosa sta alimentando il vento del Sahara.

vichingo
Scritto il 7 Marzo 2011 at 23:29

Durante la guerra in Iraq, mentre negli States sfilavano i cartelli “no blood for oil”, qui da noi si osannava l’intervento americano come una salvezza per il popolo iracheno oppresso dal terribile dittatore Saddam H. Non mi spiego però, perché i genocidi che sono stati fatti in Ruanda, Sudan e altri paesi africani hanno avuto un’eco assai minore. Secondo me ogni popolo deve essere sovrano e la nostra eventuale ingerenza dovrebbe essere principalmente quella di controllare che, alla fine delle rivoluzioni, ci siano libere elezioni, dove i cittadini scelgono democraticamente i loro rappresentanti. Mi sembra troppo riduttivo pensare ad una congiura di estremisti islamici che vogliono imporre al mondo occidentale le loro regole. Da quello che si impara anche in questo blog, l’ingordigia dell’essere umano non ha limiti e questo riguarda tutti, da musulmani a cattolici.

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