FIAT MONEY: il fallimento di uno schema insostenibile

Scritto il alle 11:02 da Danilo DT

L’economia USA rallenta. Si torna a parlare di Quantitative Easing (QE III) e di politica monetaria espansiva. E quindi di quella che ormai è ormai riconosciuta come FIAT MONEY: se volete è un modo elegante per dire “denaro creato dal nulla”. Ed è quello che hanno fatto la banche centrali negli ultimi anni, in particolar modo FED e BOE. E’ il trionfo della carta che ha come il sottostante…la speranza e soprattutto la FIDUCIA. Occhio però, questa è carta con corso legale, malgrado che essa non abbia alcun valore intrinseco e non sia coperta da riserve.

Storicamente, la maggior parte delle valute sono state basate su materie prime, come l’oro o l’argento, ma la moneta “fiat” si basa esclusivamente sulla fiducia . Ormai tutto il sistema monetario è fiat money. E per molti il FIAT MONEY rappresenta, se non la soluzione, una valida cura alla crisi. Partita in modo prepotente con Greenspan, la politica della FIAT MONEY continua tutt’ora ad essere al centro dell’attenzione, proprio perché potrebbe ancora continuare e riprendere pienamente la sua attività. Vedasi Quantitative easing I, II e prossimamente su questi schermi (da confermare) III.

Siamo in un mercato che è comandato da dinamiche anomale, con carta senza valore intrinseco e sistemi computerizzati che muovono con degli algoritmi le tendenze dei mercati.
Questo grafico, datato 2010, rappresenta l’ennesimo elemento da “stampare ed appendere al frigo”. È il circolo vizioso del FIAT money, che non solo non ci porterà da nessuna parte ma…

(mi fermo qui e lascio a voi i commenti…credo sia eloquente vedere dove ci si trova ora all’interno di questo grafico e soprattutto cosa c’è da aspettarsi…)

Courtesy from Gordon T Long

Quindi la crisi è un po’ come una ruota che gira, che pian piano colpisce tutti, come un inesorabile domino. Anche coloro che oggi pensano di essere sul Monte Olimpo e guardano gli altri paesi con aria di superiorità. Ma qualcuno già sta iniziando a prendere posizione. E quel qualcuno non è il classico gestore trend follower. Trattasi di John Paulson:

Hedge fund managers including John Paulson are betting against bonds issued by France, Germany and the Netherlands, signaling Europe’s financial woes will worsen in the next few months, the Financial Times reported. Paulson privately warned his investors two weeks ago that Europe’s financial crisis will probably deepen, the FT said. Bets against those countries demonstrates a new level of bearishness because it suggests the “core” of Europe is mispriced, even though much of the region’s troubles are on the fringes in countries such as Spain and Greece, according to the newspaper. (Bloomberg)

Forse oggi è ancora presto per assistere al canto del cigno (bianco) dei paesi presenti nell’ultima fetta della torta sopra esposta. Il tempo ci dirà se, come e quando questo accadrà.

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DT

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14 commenti Commenta
buf
Scritto il 3 Maggio 2012 at 12:16

La scuola Austriaca ha previsto da tempo la catastrofe che prima o poi ci porterà il sistema drogato delle Banche Centrali. A questo punto è solo meglio che l’inesorabile succeda il prima possibile, più si va avanti più il botto sarà grosso. Lo stampaggio di denaro FIAT non fa altro che allentare la tensione dei popoli, che inondati da tutta questa carta perdono quella sana voglia di “combattere” intesto come voglia di fare e non di usare le armi. Se io so che il mio papa’ quando ho bisogno di soldi arriva in mio soccorso sarò tentato alla lunga a disimparare e soprattutto a non imparare nulla…tanto il pane qualcuno me lo da sempre. Una volta, intendo quando le banche centrali ancora non esistevano oppure avevano 1/100 del potere che hanno ora, esistevano le monetine d’oro ed ognuno aveva il polso di quello che succedeva ed era destino del suo successo o no. Ora invece solo i piu’ furbi, i piu’ malandrini ed i parac..i vanno avanti. Ci vogliono le banche centrali privatizzate, ci vuole un gold standard, ci vuole un sistema che faccia fallire (stato, banche, aziende…) chi non merita e chi non è capace. Il mercato è imparziale non guarda in faccia nessuno, lo Stato dovrebbe essere il piu’ snello possibile, in modo che con un 20% di tasse stesse dentro alle sue necessità. Niente di più. Mi sa che con le riforme sarà utopia questo mondo…per cui io la vedo male. Augurare il fallimento può sembrare egoistico ma mi sorge il dubbio che forse sia la cosa migliore.

sturmer
Scritto il 3 Maggio 2012 at 14:19

buf@finanza,

Ciao… condivido e sottoscrivo… per quanto possa valere…

Gigi
Scritto il 3 Maggio 2012 at 15:24

sturmer@finanza,

Condivido.
A questo punto…..meglio azzerare tutto e ripartire daccapo.

lampo
Scritto il 3 Maggio 2012 at 16:20

Senza spiegare perché al tempo la scuola Austriaca non prese piede a livello storico rispetto al modello economico vigente (fondato sul consumismo ovvero, permettetemi, su Keynes), in linea di principio posso essere d’accordo con quanto affermi.
Il problema è che non ce lo possiamo permettere, nel senso che non possiamo smantellare un sistema economico di colpo per adottarne un altro senza effetti collaterali e senza creare spostamenti di ricchezze e poteri (e quindi guerre!).

Il bello è che lo stesso Alan Greenspan nel lontano 2000 riconobbe che la scuola Austriaca ha portato molti valori aggiunti al pensiero economico e quindi alla visione economica (anche se ne vedo poca applicazione!).

Ci troviamo in un momento storico di profonda trasformazione, in cui il modello consumistico (come spiegavo anche ieri in un commento) mostra tutti i suoi limiti e contraddizioni.
Il problema è che, come economista, non puoi dire al singolo cittadino:
“Scusate, abbiamo sbagliato. La teoria economica adottata dal dopoguerra sta manifestando tutti i suoi limiti ed e causa principale dell’odierna crisi. Quindi bisogna cambiare ed adottare un nuovo modello economico. Da domani…!

Ci vuole tempo, molti decenni… e speriamo senza rivoluzioni sociali.
Poi c’è un altro problema: chi si è arricchito e ha ampio potere grazie al vecchio modello… non vuole abbandonarlo!

A volte veramente mi dispiace che la gente non si renda conto in che particolare momento storico ci troviamo: forse il momento più propizio per gettare le basi per un nuovo sistema economico mondiale che abbia al centro l’individuo e le sue capacità… e non solo i suoi bisogni di consumo!
E’ un vero peccato perdere questa occasione. 🙄

Lukas
Scritto il 3 Maggio 2012 at 18:19

lampo,

Caro Lampo permettimi di dissentire…..in particolare non condivido la tua affermazione ” il modello economico vigente fondato sul consumismo, ovvero, su Keynes ”

Per Keynes infatti la politica di deficit spending andava usata solo in periodi di bassa congiuntura…..ossia solo per sopperire alla mancanza congiunturale di un livello soddisfacente domanda di consumi privati…..da sostituire ed integrare con investimenti pubblici. La ripresa indotta da questi ultimi avrebbe infatti consentito allo Stato in breve tempo di conseguire maggiori entrate fiscali che avvrebbero altresì permesso di sanare in breve tempo il deficit pubblico in precedenza creato.

E’ la politica che ha fatto un uso del tutto distorto ed improprio di tali insegnamenti…….rendendo strutturale una politica congiunturale……dunque diciamo le cose come stanno : Keynes non c’entra assolutamente nulla !!!

buf
Scritto il 3 Maggio 2012 at 20:14

Lukas:
lampo,

Caro Lampo permettimi di dissentire…..in particolare non condivido la tua affermazione ” il modello economico vigente fondato sul consumismo, ovvero, su Keynes ”

Per Keynes infatti la politica di deficit spending andava usata solo in periodi di bassa congiuntura…..ossia solo per sopperire alla mancanza congiunturale di un livello soddisfacente domanda di consumi privati…..da sostituire ed integrare con investimenti pubblici. La ripresa indotta da questi ultimi avrebbe infatti consentito allo Stato in breve tempo di conseguire maggiori entrate fiscali che avvrebbero altresì permesso di sanare in breve tempo il deficit pubblico in precedenza creato.

E’ la politica che ha fatto un uso del tutto distorto ed improprio di tali insegnamenti…….rendendo strutturale una politica congiunturale……dunque diciamo le cose come stanno : Keynes non c’entra assolutamente nulla !!!

si ok…secondo me è come dire “se nessuno rubasse, se tutti ci volessimo bene, se l’inquinamento non esistesse….” voglio dire, keynes aveva pure i suoi buoni propositi e le sue buone teorie pero’ i debiti pubblici sono in perenne aumento da sempre e quindi il denaro pompato non ha fatto altro che pompare il Pil finchè ha potuto. Se io pago uno perchè scavi una buca e poi la riempia di terra, ho prodotto deficit invece qui si pensa che questo produca Pil. Anche il comunismo sarebbe bello se fosse applicabile, ma Cuba e la Korea dimostrano che non è tanto bello viverci. L’unico sistema che a mio parere può migliorare le cose è quello di smetterla di stampare e far fallire che non è capace di stare sul mercato. Solo così i famosi “fannulloni” si danno una mossa e gli sprechi vengono azzerati. Perchè ci sarebbe talmente poca ciccia che non verrebbe permesso a nessuno di sgarrare. Mio modesto parere.

lampo
Scritto il 3 Maggio 2012 at 20:44

Lukas,

Infatti quel permettetemi che avevo inserito tra parentesi era rivolto all’applicazione ad personam della teoria di Keynes.
Sono sicuro che avrebbero fatto lo stesso anche con la scuola austriaca.
Il problema come sempre è l’uomo… e la sua sete di potere e profitto

ilcuculo
Scritto il 3 Maggio 2012 at 22:50

buf@finanza,

C’è un dettaglio antropologico interessante, che non viene mai considerato.

La mente umana , elemento caratterizante della nostra specie si è evoluto per centinaia di migliaia di anni in condizioni di estrema scarsità di risorse.

Si è ritrovata per una congiuntura storica abbastanza speciale , solo negli ultimi 50 anni, in una situazione di abbondanza mai esistita prima generata da incrementi di produttività mostruosi supportati dallo sviluppo tecnologico esponenziali e si è rivelato assolutamente disfunzionale.

Possiamo fare un parallelo con il nostro organismo che si è evoluto in centinaia di migliaia di anni in un ambiente dove il cibo era scarso e questo ha privilegiato la sopravvivena degli esseri umani ingrado di sopravvivere con poche calorie e che avevano un organismo in grado di immagazzinare grasso corporeo ogni qualvolta si presentasse l’occasione di un lauto pasto.
Nell’antichità grasso era decisamente bello, e di grassi ve ne erano assai pochi.
Oggi abbiamo una assoluta abbodanza di cibo e l’obesità sta diventando un grave problema sociale endemico nella maggior parte dei paesi dove non si muore di fame.

    Scritto il 4 Maggio 2012 at 00:19

    Mamma mia… i commenti stanno aumentando si spessore… siamo addirittura passati all’aspetto scientifico.
    Wow! Mi sorprendete sempre di più! Complimenti a tutti!

Lukas
Scritto il 4 Maggio 2012 at 11:11

buf@finanza,

Caro Buf……e ridalle con questo comunismo…..chi ha prodotto quello che oggi vediamo non ha nulla a che fare a livello teorico con Marx ed Engels……anzi proprio costoro ci avevano detto che dopo il crollo del Muro……saremmo entrati in una sorta di epoca dell’eldorado……ed invece ancora una volta la storia si è incaricata di dimostrare che il MERCATO SENZA REGOLE produce disastri altrettanto gravi di quelli da te citati ( CUBA , Corea etc.. ) ………Ed in Italia i rappresentanti di tale teoria, oltre allo scempio economico e finanziario……sono stati capaci solo di far conseguire ” Le finte lauree in economia aziendale “…….addirittura nell’ex patria della forma di comunismo piu’ becero …….ossia l’Albania……..al Trota………pagate con i soldi dei contribuenti italiani……altro che libero mercato !!!

Lukas
Scritto il 4 Maggio 2012 at 11:15

lampo,

Ah dunque concordi che Keynes non c’entra assolutamente nulla…..avevo dunque frainteso.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare !!!

buf
Scritto il 4 Maggio 2012 at 12:22

Purtroppo le teorie economiche sono belle…ma poi metterle in pratica è un’altra cosa, oggi bisogna pensare alla pratica. Non si puo’ dire che le cose vanno male solo perchè le teorie non sono state applicate alla lettera. Keynes è stato preso come bibbia in questi decenni…ed il risultato è questo. Secondo lui l’intervento statale doveva servire solo a riequilibrare la congiuntura economica sfavorevole a livello temporaneo e riequlibrare la domanda? Io penso che l’intervento dello Stato è cmq dannoso perchè inevitabilmente va a condizionare il libero mercato drogandolo. In questo modo è inevitabile che i soldi vadano a finire dove non devono andare. Il costo è il fallimento di chi non è capace di stare sul mercato? Ben venga. Idem per Marx ed Engels…non ce l’ho con il consumismo, dico solo che la teoria è bella ma la pratica è quella che è.

lampo
Scritto il 4 Maggio 2012 at 14:06

Lukas,

Yes, infatti condivido quando dice Buf sull’effettiva applicabilità delle teorie economiche.

In fondo il funzionamento è simile a quello di una teoria scientifica o matematica. Si tratta di qualcosa di “astratto”, che viene “inventato” ed utilizzato per spiegare il funzionamento di qualcosa, perché i fatti, fino a prova contraria, hanno rispettato e dimostrato l’efficacia di tale teoria.

Quando nuovi fatti vanno a scombussolare i fondamenti della teoria… bisogna aggiustarla oppure trovarne una nuova, visto che è stata sconvolta nei suoi fondamenti.

In entrambi i casi (credo che ci troviamo nel secondo)… vallo a spiegare ai cittadini del mondo occidentale. 😉

Poi se vogliamo scomodare anche la termodinamica, la globalizzazione economica e finanziaria (oltre che produttiva, ecc.) hanno diminuito “l’entropia” del sistema economico (ovvero aumentato il suo ordine), generando delle correlazioni sempre più difficili da scardinare dovute al grado di interessi, potere e ricchezza su cui sono fondate.

E’ ovvio che la protesta di pochi, del politico di turno o, a volte, di un’intera nazione (caso Grecia per esempio) sono sempre più “deboli” per scardinare tali “incastri” di interesse e potere (a meno che ci sia l’effetto sorpresa… vedi caso Islanda e referendum).

Difatti è evidente che se qualcuno oggi va a protestare in piazza… quasi quasi non viene considerato da nessuno…(per non usare un termine più volgare), a parte le forze dell’ordine o gli psicologi (neanche più i giornalisti… 🙄 ).

Lukas
Scritto il 4 Maggio 2012 at 18:20

lampo,

Caro Lampo vedo che non c’intendiamo proprio…….infatti a mio avviso nessun ” nuovo fatto ha scombussalato i fondamenti della teoria Keynesiana “……..perchè i fatti a cui fai riferimento non sono ad essa in alcun modo ascrivibili.

Ciò che invece questa crisi ha letteralmente scombussalato è la teoria del ” laissez faire, laissez passer”…….teoria ultraliberista……secondo la quale ” l’azione del singolo, nella ricerca del proprio benessere, sarebbe sufficiente a garantire la prosperità economica della società “.

A proposito di tale teoria, proprio Keynes già nell’anno 1926, ossia alla vigilia della grande crisi del 1929, con preveggenza sublime, editatava uno scritto intitolato ” La fine del laissez faire “…..in cui affermava che ” la suddetta dottrina deve la sua popolarità più ai filosofi politici del tempo, che non agli economisti “.

Insegnamento che ritengo ancora valido ed attuale !!!

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