FEAR INDEX: la paura in borsa è solo per il breve periodo?
Analisi della volatilità e soprattutto della percezione della paura in borsa tramite il “fear index”, per comprendere sia l’impulsività di breve che il quadro delle coperture di medio termine le cui quotazioni stanno aumentando.
Visto che non dispongo della verità assoluta, mi piace anche confrontare diversi indicatori ed indici, anche in ambito intermarket (ovviamente!) al fine di ottenere una lettura del mercato il più trasparente ed chiara possibile.
Se nel post precedente abbiamo parlato della borsa con toni certamente non positivi, in questo post analizziamo un altro aspetto, con alcune valutazioni su come il rischio venga realmente percepito dal mercato.
Innanzitutto un rapido aggiornamento sul grafico solito, dove sintetizzo la volatilità di:
1) SP500 (VIX)
2) Petrolio (Oil VIX)
3) US T-note (Move Index)
4) Forex (DB FX Vol index)
E’ evidente un aumento della volatilità di tutti questi indici. Ho provveduto, per un confronto più costruttivo, a “normalizzare” su base 100 tutti gli indici. Infatti così facendo si vede che petrolio e azionario hanno aumentato di brutto la volatilità, mentre i bond USA, sia perché considerati porto sicuro (safe haven) e sia perché sono stati comprati dopo la sensazione di un rinvio dell’aumento dei tassi, si ritrovano con una volatilià in diminuzione.
Il forex invece è sostanzialmente stabile.
Bene, bello questo grafico, carino e molto colorato. Ci dà un’istantanea del rischio ma dal punto di vista operativo cosa ci dice?
Ben poco.
Cerchiamo invece di capire come invece la volatilità ed il rischio sono percepiti dal mercato.
Ho creato, mettendo a confronto i vari contratti future sulla volatilità, un indice di rischio che permette quale sia la reale percezione della “paura” nel breve termine. Questo per capire gli eccessi del mercato.
Questo indice, che vi ho già presentato tempo fa come “fear index”, ci dà delle indicazioni molto interessanti.
Grafico SP500 e fear index
Come potete vedere, quando il fear index arriva nell’area verde, significa che il mercato ha degli eccessi di paura nel breve, e questo livello ha poi portato a dei rimbalzi. Ma guardate gli eccessi degli ultimi giorni. Paragonabili solo a quanto si è visto nel 2011. E difatti al raggiungimento di tali livelli il mercato è riesploso.
La cosa interessante però viene dopo.
La correzione di ieri, anche se violenta, non ha portato ad una paritetica impennata dell’indice di rischio di breve periodo. La motivazione? I contratti future si sono “avvicinati”. Se quindi era evidente l’impulsività nel breve quando il fear index ha raggiunto quota 1.55, oggi in un quadro correttivo, il mercato ha preso coscienza che il rischio di correzioni più profonde è concreto, in quanto le coperture di medio sono cresciute molto di prezzo, avvicinandosi alle coperture di breve periodo a livello di costo. E il vix oggi è a 28.27. Non elevatissimo ma molto sopra alla media periodale che stazionava in area 15 circa.
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ngiorno. Mi sento di raccomandare il massimo distacco nella valutazione di questi indici. Riprendendo un post di ieri vi evidenzio ancora che ci sono tante anomalie….negli etf ad esempio e se vogliamo estendere nei derivati.
qualcun altro se ne è accorto:
http://www.zerohedge.com/news/2015-09-01/vix-etfs-are-crisis-mode
io prima….
guardando il 2011 si nota una interessante divergenza fra il successivo minimo di borsa e il vix che invece non ha registrato un nuovo massimo. Sicuramente si avrà avuto anche una divergenza con l’rsi