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Euro Ted Spread: chi ci rimette siamo noi!
Euribor 3 mesi oggi pari al tasso REPO. Ma questo scenario di normalizzazione alla fine ci danneggia. Ecco perchè.
Il TED Spread è universalmente riconosciuto come la differenza tra il T Bills (tasso a breve del governativo USA) e il tasso interbancario di pari scadenza.
In molti non sanno però che in origine il TED Spread era invece il differenziale tra T Bills e tasso EUR USD (LIBOR)
The TED spread is the difference between the interest rates on interbank loans and short-term U.S. government debt (“T-bills”). TED is an acronym formed from T-Bill and ED, the ticker symbol for the Eurodollar futures contract.
Initially, the TED spread was the difference between the interest rates for three-month U.S. Treasuries contracts and the three-month Eurodollars contract as represented by the London Interbank Offered Rate (LIBOR). However, since the Chicago Mercantile Exchange dropped T-bill futures, the TED spread is now calculated as the difference between the three-month T-bill interest rate and three-month LIBOR. (Fonte: Wiki)
Tempo fa ho poi “giocato” coniando il termine Euro TED Spread andando a prendere come riferimento non più il mondo dei tassi USA ma quelli dell’area Euro. Nella fattispecie il tasso a breve del benchmark Euro e l’Euribor. Il risultato diventa altrettanto interessante.
Grafico Euro TED Spread
Come vedete dal grafico, l’Euro TED Spread è sensibilmente migliorato nelle ultime settimane. Il mercato non sta assolutamente scontando un qualsiasi problema in ambito interbancario, visto che il nostro Euro TED Spread non ha fatto che scendere.
Ma…qualcosa non quadra…
Oggi l’Euribor è tornato ai livelli del tasso REPO della BCE…E quindi il tasso a cui le banche si scambiano il denaro è nuovamente salito. Quindi le banche sono meno sicure? No, in realtà il fatto che l’Euribor (a 3 mesi) sia pari al tasso REPO della BCE significa che il mercato, oggi, è normalizzato e nello stesso tempo i tassi sui bond a breve sono saliti. E non è certo in situazioni di difficoltà come invece lo era stato ai tempi di Lehman Brothers. Parlo di mercato normalizzato in quanto, a seguito di Lehman, la Bce aveva inondato di liquidità il mercato, portando l’Euribor addirittura ben sotto al livello del tasso REPO. Liquidità che poi pian piano è stata riassorbita dalla BCE, o per meglio dire, viene meno utilizzata dalle banche (basta infatti vedere che sono diminuiti sensibilmente i prestiti richisti dalle banche alla BCE).
Grafico Euribor – Tasso REPO
Gli effetti sul mercato
Quindi, cari lettori, diventa evidente una cosa. Mentre la FED espande, la BCE fa esattamente il contrario, ovvero frena. Tutto questo va poi a riperquotersi sul tasso di cambio EUR USD. In che modo? Facendo svalutare l’USD.
Brutto dirlo ma la causa di tutto questo è la Germania, unico vero stato che “tira” la ripresa e che, per assurdo, potrebbe anche “accettare” un aumento dei tassi. Nel breve però, guardado la realtà delle cose, questa situazione costringe innanzitutto a PAGARE rate più salate a chi ha un mutuo a tasso variabile, e a subire danni all’EXPORT per le economie come la nostra (Italia) che già così com’è, boccheggia alla grande. Ecco perchè è assolutamente NECESSARIO un maggior equilibrio delle varie economie dell’area Euro. I disequilibri portano purtroppo ad un aumento del gap tra chi ha un ritmo di crescita (e delle basi economiche di un certo tipo) ripsetto a chi invece è (più o meno ) in difficoltà.
La cosa strana è che l’unico vero colosso che va a marcia doppia è proprio solo la Germania. Tutti gli altri, Francia compresa, hanno i loro problemi a stare in piedi. E’ possibile che quindi la politica monetaria e le decisioni che contano vengono prese sempre e solo da Francoforte? in questo modo il nostro futuro è segnato. E non è un bel futuro.
STAY TUNED!
DT
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Dream, sai come la penso e quindi concordo pienamente con le tue osservazioni (aggiungerei alla Germania anche l’Olanda). La moneta unica è diventata un cappio al collo e se ci fossero politici con gli attributi, invece di subire le preannunciate penalizzazioni sul debito, sfrutterebbero il momento contingente per uscire dall’euro. Penso che già solo a farlo capire, le aziende tedesche che esportano in tutti i paesi europei, farebbero pressioni sulla Bce per mollare sul cambio.
…….. poi i dazi sulle merci importate in dumping da paesi extra-europei ce li mettiamo da soli….
sono d’accordo con te Paolo41, nel senso di cominciare a ragionare che forse cosi la moneta unica non ha nessun senso con i disequilibri economici che c’e fra i diversi paesi che ne fanno parte. Oggi paesi come quelli del PIIGS e non lasciarei da parte neanche la Francia, debbono portare avanti una politica fiscale restrittiva, tendente a far rientrare parte del deficit fiscale e diminuire il debito pubblico e per altro lato vedono penalizzate l’esportazioni per via della sovravalorizazione dell’ euro. Queste due combinazione di politica fiscale restrittiva con aumento del tipo di cambio non può non creare seri problemi al apparato economico dei paesi che hanno sia deficit nei conti interni come nella bilancia commerciale.
vi dispiace se mi accodo pure io? anzi…esagero…perchè non facciamo uscire la germania e l’olanda dall’euro? E poi ce la giochiamo! troppo facile fare i cento metri in short e maglietta mentre gli altri hanno pastrano e doposci ! 😈
Ciao 8franz.
D’accordissimo e d’accordissimo è anche Stiglitz.
Questo articolo è di qualche giorno fa, ma vale una letturina…
In questo blog, già da diversi mesi, alcuni partecipanti stanno sostenendo questa posizione e ci gratifica il fatto che anche alcuni illustri economisti comincino a ribadire il concetto.
Ma tutto è condizionato dalla volontà dei nostri politici : sarebbe già un grosso risultato se cominciassero a “rimuginare ” sull’idea.
Eh si.. la verità è che ci stanno copiando !!! Dai, scherzo, ci mancherebbe, però fa piacere vedere che le ns discussioni non sono buttate a caso e che sono sensate.
🙄 🙄 🙄