EST EUROPA UGUALE A SUBPRIME?
Quanto sta succedendo in queste ultime settimane nel settore bancario e in primis ad Unicredit è veramente incredibile. Oltre alla crisi subprime, ai derivati, ai titoli illiquidi più una serie spropositata di altre magagne si è messa anche la crisi del sistema bancario dell’Est Europa. . fallimento banche
Questo ha comportato un vero e proprio crollo di fiducia in un sistema bancario come quello europeo che si stava barcamenando da mesi e che ha trovato in questa nuova problematica un’eccellente scusa per far accomunare gli istituti di credito più legati all’Est Europa alle grandi banche anglosassoni, vittime di quella forma di finanza che non solo sta mandando a ramengo i loro conti, ma anche il resto dell’economia mondiale.
Non voglio in questa sede discutere di questa tematica, anche perché ne abbiamo già parlato migliaia di volte della crisi delle banche.
Quello che invece volevo in questa sede provare ad illustrare era un altro concetto.
E’ corretto appunto paragonare i rischi e i potenziali rischi derivanti dalla vicedna bancaria dell’Est Europa con i subprime americani? Oppure sono due cose dimensionalmente molto diverse?
Il mercato non distingue
In questa fase di mercato dove la speculazione regna e dove basta uno starnuto per procurare crolli verticali degli indici, capite benissimo che quasi non si ha la voglia di fare due conti e tutto viene messo nello stesso calderone, senza dare il giusto peso ai vari elementi.
In questo caso, vale la pena dirlo, i mercati finanziari potrebbero beccarsi un abbaglio i quelli colossali.
Certo, non possiamo dire che l’Est Europa stia vevendo una fase brillantissima. I debiti, soprattutto i mutui in valuta forte (vedi CHF), sono considerevoli e la dipendenza dal capitale straniero non è indifferente. E a questo proposito abbiamo il piacere di dire che la banca europea più esposta ad Est è proprio la nostrana Unicredit. Ma quanto questa crisi può diventare dannosa per le banche dell’Europa Core e per il sistema finanziario dell’area Euro?
Facciamo molta attenzione. Chi pensa che l’Est Europa rappresenti un nuovo episodio della “crisi subprime” si sta beccando un granchio.
Clicca per ingrandire (fonte MSDW)
Unicredit tristemente leader nell’Est Europa
Torniamo ad Unicredit. L’esposizione che il gruppo di Piazza Cordusio ha verso l’Est Europa è pari a circa il 10% dell’attivo. Ed è la banca con la maggiore esposizione a livello volumetrico (se non sbaglio Intesa San Paolo dovrebbe avere la metà). E’ quindi corretto portare il gruppo bancario Unicredit praticamente a quotazioni ante default senza però, ad oggi, meritarne il titolo? Certo, la situazione potrebbe degenerare, ma è anche vero che sia i governi dell’area UE che i governi locali hanno capito il problema e si stanno muovendo di conseguenza. Il FMI, recentemente sostenuto da un’iniezione di liquidità del Giappone, si è già detto disponibile a fare il possibile per evitare che una crisi del debito privato si trasformi in qualcosa di ben più grave (ricordate ad esempio i debiti dei polacchi?)
Morale: oggi Unicredit vale il 20% del suo attivo. Il buon Profimo, per quanto può valere, ha parlato comunque di utili di un certo livello. Ma il mercato oggi se ne infischia di queste cose. Vuole certezze e non vuole parole. Ma se le certezze arrivano, Unicredit a questi prezzi è regalata.
STAY TUNED!
Nella foto: Praga by night