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SUBPRIME & DERIVATI
Sono sulla bocca di tutti, ma sono convinto del fatto che molti non sappiano esattamente cosa siano i subprime e soprattutto come si è venuta a creare, con l’ausilio dei derivati, una bomba innescata che rischia di far saltare i mercati finanziari. Si, ok, forse l’affermazione è esagerata. Resta il fatto che effettivamente questa situazione non ci fa stare molto sereni…
Comunque sia, proprio ieri ho ricevuto da un lettore un’email con una domanda di per sé banale ma molto efficace:
“Egregio DT, ma spiegami una cosa. Perché questo gran “can can” sui mutui? Se io non pago il mio mutuo, la banca si prende la casa, la vende e fine della trasmissione. Ma cosa si fa a dire che non si riesce a quantificare il problema?”.
Colgo l’occasione per fare un po’ di luce sulla questione. Per molti è un discorso scontato. Per altri invece potrebbe risultare un’interessante lettura.
Si parte da un banale mutuo…
L’origine di tutto è un banalissimo mutuo. Ma non un mutuo di massima affidabilità (Prime) bensì un mutuo cocesso ad una clientela non di livello elevato (subprime). Fino a qui, dico nulla di nuovo, se non iniziare a fare una chiara distinzione delle due categorie di clienti (ci sarebbe ancora una via di mezzo la Alt-A, ma non complichiamo troppo il discorso…). Possiamo però (almeno qui…) dare due numeri. Il totale dei mutui è pari a circa 9000 miliardi negli USA e i subprime sono circa pari a 1000 miliardi di USD.
Se il problema si risolvesse qui, capite benissimo che avremo un’operazione che ha 2 elementi, chi fa il mutuo e chi lo deve pagare. Inoltre il danno sarebbe facilmente quantificabile: tenendo conto del fatto che non tutti i mutui subprime saranno onorati, e questi comunque porteranno alla vendita di immobili che , nel frattempo, saranno anche scesi di prezzo ma non si saranno azzerati, capite benissimo che le cifre diventerebbero abbastanza prevedibili e calcolabili.
Avremmo quindi una cosa che oggi manca: LA CERTEZZA dell’elemento dimensionale del problema.
Fin qui tutto chiaro? Bene, ora viene il bello.
…si cartolarizza il tutto…
A questo punto la banca emittente del mutuo cosa fa? Cartolarizza il tutto, ovvero trasforma il mutuo in un bond. Il che comporta ulteriori utili e scarichi di responsabilità. Signori, vi presento gli ABS (Asset Backed Securities). Sono strumenti finanziari che nascono da operazioni di cartolarizzazione e negli effetti sono simili ad una obbligazione perchè pagano cedole a interesse prefissato, fisso o variabile.
Ma non finisce qui. Il mercato degli ABS, che ammonta a oltre 4000 miliardi di dollari, è stato il primo che è entrato in crisi a causa dei subprime. Ma anche qui tutto continua a rimanere semplice e calcolabile, in quanto c’è un rapporto volumetrico chiaro con i mutui erogati. Ma andiamo avanti…
…e si creano una valanga immane di derivati…
Gli stessi ABS sono poi stato rimpacchettati in altri bonds, i Cdo (collateralized Debt Obligations). Sono quindi obbligazioni garantite da obbligazioni, che erano garantita dai mutui. E qui iniziate a vedere che le cose si complicano. Ma non finisce qui! Gli stessi Cdo vengono poi re-impacchettati in ulteriori Cdo e in Cds, i Credit Defalut Swap, e quest’ultimi in ulteriori Cdo. Come vedete la situazione si fa ingestibile. Da un unico mutuo, possono saltare 5, 10 obbligazioni. Ed è per questo che oggi è impossibile quantificare il problema. Nessuno ha monitorato il problema e nessuno ha saputo mettere dei freni a questo fenomeno devastante. Finisce qui ? Macchè…
..che poi mandano in crisi il sistema partendo da Conduit e Siv
Come è esplosa la crisi? Nel momento in cui il mercato di questi “pacchetti di titoli” è rimasto il liquido per una serie di motivi (di cui ho parlato in passato) sono saltati alcuni organismi creati “ad hoc” che vivevano proprio speculando sul mercato dei Cdo, finanziandosi sul mercato interbancario. Queste società , dal giorno alla notte, si sono trovate in totale crisi di liquidità e per evitare il fallimento gli istituti madre hanno dovuto fare grosse iniezioni di liquidità. Ed è quello che ha dovuto fare, ad esempio , Barclays con il suo Siv Golden Keys.
Conclusioni
Dopo tante parole, veniamo al dunque. Come avrete capito, il fenomeno non può limitarsi agli attuali 200 miliardi di $ dichiarati dalle banche. 200 miliardi sono circa 1/5 di tutti i subprime, senza tener conto della finanza dei derivati, che potrebbe far lievitare il problema di non poco. Goldman Sachs ipotizza cifre che sono pari almeno al doppio, e sono le più ottimistiche.
Quindi capirete perché io non sono tranquillo e il motivo per cui prima o poi qualche sorpresina potremmo ancora ritrovarcela.
Spero di essere stato utile ai lettori e se vi sono stato utile, leggete qui sotto…. A presto e…Stay Tuned!