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WALL STREET: alert di prudenza dal COT report

Scritto il alle 11:03 da Lukas


Si conferma un quadro di mercato abbastanza estremo con posizioni Net Short solo da parte degli Short Traders. Cambia il quadro del COT report. Un quadro non proprio idilliaco per chi spinge per un quadro long. (Guest post)

Cari amici, questo drammatico anno 2020 volge ormai al termine, e  tutti ci auguriamo che l’anno che verrà sia  più clemente. In particolare ci si augura che la terribile pandemia virale che ha investito l’intero pianeta possa essere definitivamente curata e sconfitta. Il varo, già in corso, di numerosi vaccini lascia ben sperare. Lo si spera vivamente, perché sono davvero già tante le sofferenze e le morti che tante famiglie hanno dovuto sopportare. Lo sperano fondatamente anche i mercati finanziari internazionali. Anzi, ad osservare i loro recenti andamenti, per loro trattasi di molto di più di una speranza. Come sempre accade, infatti, essi hanno già ampiamente scontato, in anticipo, la definitiva cura del virus e la conseguente ripresa a pieno regime di tutte le attività produttive. Il nostro benchmark azionario mondiale per antonomasia, l’S&P 500, nonostante le sempre numerose ed immarcerscibili cassandre, è infatti sui propri massimi storici. E nei pressi dei propri massimi è  significativamente, anche il DAX tedesco. Persino il nostro tanto bistrattato FTSE MIB dà tangibili segnali di rinnovata vitalità. Un rialzo quello degli ultimi mesi, non più circoscritto e limitato alle sole grandi società della tecnologia, ossia ad i cosiddetti FAANG, bensì molto esteso, ampio e corale. Non a caso l’indice Usa che segna la miglior performance annuale non è il famoso e celebrato S&P 500, bensi il RUSSELL 2000, ossia l’indice delle piccole e medie capitalizzazioni Usa, che segna un rialzo annuo di oltre il 18 %. Numeri che smentiscono, per l’ennesima volta, e fragorosamente, i moltissimi profeti di sventura, che popolano, a sproposito, i tanti siti di finanza che è possibile consultare sulla rete internet. Dicono che, le attuali quotazioni rappresentano una colossale bolla, e siano il frutto di una manipolazione ad opera del cosiddetto DEEP STATE. Affermazione non supportata, però, da alcun supporto fattuale. Un po’ come le accuse di brogli elettorali sostenute dai seguaci di Donald Trump. Questo fantomatico DEEP STATE, o governo invisibile e segreto, dev’essere davvero molto forte e potente, se è capace di tutto ciò. Ne sarebbe escluso, e soggiogato, persino il presidente degli Stati Uniti d’America. Teorie cospirazioniste che non hanno, a mio avviso, alcun fondamento di verità, che servono soltanto come base ideologica per tutti coloro che avversano e combattono contro i nuovi equilibri economici mondiali che vanno man mano delineandosi in questo nuovo secolo. Una guerra, la loro, che potremmo definire, a ragione, di PIRRO, che li condurrà, ben presto, alla loro definitiva sconfitta ed estinzione. Il prossimo mese Trump lascerà la Casa Bianca, dopodiché le loro residue e malconce truppe, come sempre accaduto al termine di una guerra rovinosamente perduta, batteranno disordinatamente in ritirata e si disperderanno come la neve al sole.

Ciò detto, andiamo ad esaminare, in maniera più seria, le indicazioni che ci provengono al momento dallo scenario intermarket. Il dollar index continua imperterrito a stornare, in quest’ultima ottava cede un ulteriore 1,06 % e retrocede a quota 89,92. Monitoriamo con attenzione quanto accade sulla valuta Usa, perché a cascata, ci potrebbero esser ben presto riflessi anche su tutti gli altri mercati. Un riflesso ben evidente c’è già, ed è quello sui prezzi delle commodities, che anche in quest’ultima settimana lievitano del 2,23 % in termini reali, tanto che qualcuno comincia a temere un ritorno sulla scena dell’inflazione. Timore, a mio avviso, al momento, alquanto precoce e non proprio fondato. Segnali più lievi e cauti giungono infatti dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano lievita di soli 4 bps, e raggiunge quota 0,94 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, rimane invece immobile a quota 0,12 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia pertanto sino a 82 bps, e ciò ci lascia sperare in una più rapida ripresa dell’economia Usa, ancor non cominciata. Del mercato azionario, abbiamo già accennato, sembra che lo stesso abbia già scontato tutto, e veda all’orizzonte una rapida ripresa su scala globale. L’S&P 500 è sempre sui massimi a quota 3.709,41.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 2.636

Large Traders :  – 7.803

Small Traders : + 10.439

Si riconferma, pertanto, ed anzi si consolida, la non beneaugurante configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 3.335 contratti. In particolare, i Commercial traders, cedono altri 1.447 contratti long, e consolidano la loro ancora esigua e tenue posizione di copertura, Net Short. I Large traders, cedono anch’essi altri 1.888 contratti long, e rafforzano la loro attuale posizione Net Short. Gli Small traders, invece, acquistano l’intero lotto dei 3.335 contratti long, e permangono, da soli, in posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, così come quelle della precedente, seppur molte esigue e limitate nella loro entità, non mi piacciono molto. Sembra che il mercato voglia lanciarci degli avvertimenti, seppur timidi e non esageratamente preoccupati. Veder gli Small Traders da soli in posizione Net Long, non è mai stato un bel vedere. Certo le posizioni Short delle altre 2 categorie di operatori sono, al momento, alquanto esigue e limitate, e potrebbero esser invertite nelle prossime settimane. Ma potrebbe anche accadere il contrario. Insomma penso che il mercato voglia al momento consigliarci di esser cauti e prudenti, e di non lasciarci supinamente trascinare dal sentiment molto positivo oggi in auge. D’altra parte una pausa, o una fisiologica correzione, dopo tanto salire, sarebbe del tutto logica, e persino salutare. Prendo, pertanto, atto di queste preziose indicazioni e  riconfermo la mia ormai ben nota view, moderatamente rialzista..

Mercato quindi in consolidamento, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di questo davvero difficile 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra un lusinghiero + 12,32 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, registra un – 6,64 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 18,96 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha infatti conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 160 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, non muto l’assetto del mio portafoglio, riconfermo cioè il 70 % delle mie posizioni long, ed il 30 % delle mie posizioni short, ossia una posizione Net Long pari al solo 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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