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DRAGHI, TASSI e BCE: non facciamo di tutta erba un fascio

Scritto il 9 Giugno 2017 alle 10:56 da Danilo DT

A scanso di equivoci, vorrei sottolineare un importante tassello che, secondo me, molti non hanno ancora capito sulla politica monetaria di Mario Draghi.
Innanzitutto un fatto: ricordate quando è partita la fase “espansiva” della BCE?
Non ve la dico ma ve la faccio vedere.

https://www.youtube.com/watch?v=tB2CM2ngpQg

E’ il famoso “Whatever it takes”, nato fondamentalmente come scudo protettivo dell’Euro e del debito pubblico dei paesi periferici. Se questa era la missione primaria della BCE, non può che esserlo anche oggi, visto che tutti siamo coscienti del fatto che il QE ha avuto effetti limitati sulla crescita economica.

Guardate questo grafico. In bianco l’operato della BCE, con un ultimo rally legato ovviamente al QE, paragonato all’andamento dell’Eurostoxx50, che in questo caso ci interessa relativamente, e con le due linee dei tassi: in viola il rendimento del Bund 10yr e in verde quello dell’Euribor 3 mesi. E notate bene, ho usato il Bund perchè non volevo infierire.

La chiave sta nelle frecce. E’ evidente che con una politica monetaria molto espansiva, i tassi sono crollati. E fin qui nessuna novità. Ma badate bene, Mario Draghi non vuole andare a comprimere TUTTI i tassi per sempre sullo ZERO. In realtà è evidente che la sua mission primaria sarà quella di continuare a comprimere verso il basso, tenendoli vicino allo zero il più possibile, i tassi a breve (leggi Euribor) proprio per dare alle banche l’ossigeno necessario per poter proseguire con la loro attività. Ma sulla parte lunga della curva il discorso cambia. Draghi infatti mira ad un’impennata dei rendimenti, che sarebbero anche benvenuta se accompagnati da una crescita economica.

Questo grafico illustra il tasso a 3 mesi confrontato a quello a 30 anni swap. Come vedete la tendenza è ancora negativa ma, si spera, se c’è ripresa magari avremo una rottura. Ed è quello che Draghi spera, per un ritorno in un’area di maggiore normalità.