Dossier ITALIA: ecco perché ce la possiamo fare
Esposizione banche italiane al debito pubblico, ai Titoli di Stato dell’Area Euro, i possessori del debito e una valutazione fiscale
In queste giornate, dove l’attenzione degli operatori è puntata soprattutto sul sistema finanziario italiano, quindi debito pubblico, deficit, banche, risparmio e così via, credo sia importante capire qual è la situazione reale del nostro Bel Paese.
Vedrò in questo post di fare poche parole e lasciare parlare le slides.
Slide 1 – Esposizione banche italiane ai Bond Area Euro
Slide 2 – Esposizione Banche italiane alla duration del debito pubblico
Slide 3 – Possessori del nostro debito pubblico
Slide 4 – Esposizione al debito sovrano proprio per paesi Euro
Slide 5 – Partite Correnti e bilancio fiscale paesi Euro
Rapide conclusioni
Ovvia la sovraesposizione al debito Italiano. Marginale l’esposizione su Irlanda e Portogallo, un po’ peggio per la Grecia soprattutto per Intesa SanPaolo. Una crisi della Spagna potrebbe invece dimostrarsi pesante per il sistema bancario italiano.
In ambito di Duration, è sicuramente UBI la banca che si dovrà subire la maggiore volatilità di questi giorni di altalenante tendenza dei BTp, anche se guardando la slide sembra si stia attuando una strategia che si chiama Barbell , anche se poi con le coperture le duration lunghe possono essere neutralizzate.
In ambito di possessori del nostro debito pubblico, possiamo vedere che gli italiani residenti ne posseggono solo il 14%, fetta ben più ampia è in mano alle banche italiane. Comunque sia, il debito pubblico italiano è in mano agli italiani per una percentuale pari al 58%. E non è poco. Infatti solo la Spagna ci batte (con circa un 62% di possesso del debito locale).
Infine l’ultima slide.
M siamo sicuri che l’Italia sia proprio la peggio messa? Ci vuole in questo momento, per abbattere il debito e tranquillizzare i mercati, un programma di privatizzazioni, di tagli alla spesa (e l’esempio deve venire dall’alto, dicasi politica) e soprattutto di investimenti per lo sviluppo. E da queste slides risulta evidente che, per una serie di motivi, l’Italia ce la può fare, ce la deve fare. Ma occorre un cambio di marcia. Finora la politica poteva permettersi la pacca sulla spalla, il discorso fumoso e poco concreto, ora occorrono i fatti. Sennò, molto semplicemente, si rischia di affondare con una nave che, però, ha tutti gli strumenti per potersi rimettere sulla giusta rotta.
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DT
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Sicuramente ce la possiamo fare. Auspico che la magistratura, sia italiana che quella degli altri paesi indaghi e metta sotto stretta osservazione quella banda di farabutti e delinquenti che sono a capo delle agenzie di rating. Voglio essere un po’ più cinico, auguro che quei signori, che stanno mettendo in ginocchio la nostra economia, vengano arrestati e chiusi in prigione. Questa reazione dei mercati è troppo esagerata e bisogna che qualcuno intervenga, prima che scoppi una guerra civile………………. 😯
Default impensabile cosi’ come ristrutturazione, solite voci messe in giro dai gregari della speculazione. L’Italia al contrario della Spagna ha risparmio privato che puo’ ricomprarsi tranquillamente il debito x volte.
Da come siamo messi, con x patrimoniali resteremo senza risparmio privato e con lo stesso debito pubblico
il parere di 4 economisti
MARCO ONADO
L’esecutivo di
don Abbondio
LA CRISI che colpisce in
questi giorni l’Italia non è
scoppiata all’improvviso, ma
aveva manifestato segni
premonitori almeno dalla
scorsa primavera. Era quindi
fin troppo facile prevedere
che la manovra approvata in
giugno non sarebbe stata
sufficiente. Al di là degli
eccessi speculativi, oggi il
mercato esprime un sonoro
voto di sfiducia nella capacità
di questo governo di varare
manovre di risanamento
credibili e soprattutto di
rimettere l’economia italiana
sul sentiero di una crescita
robusta e duratura, la prima
regola per rendere
sostenibile il debito,
pubblico o privato che sia. Di
fronte alla crisi drammatica
di questi giorni, Berlusconi
non ha saputo far altro che
ripercorrere i pochi risultati
concreti e le molte
promesse: proprio ciò che
era stato ritenuto inadeguato
rispetto a una situazione
assai meno grave di quella di
oggi. Chi si aspettava uno
scatto di iniziativa per ridare
credibilità a un’azione di
governo sempre più debole,
è andato deluso.
Il fatto è che la credibilità nei
confronti dei mercati internazionali,
è come il coraggio per
don Abbondio: se non ce
l’hai, non te lo puoi dare,
neanche in condizioni di
emergenza come quelle di oggi.
Soprattutto se si considera
quello che non c’era nel discorso
di Berlusconi di ieri:
neanche una parola sulla necessità
di nominare immediatamente
il successore di Mario
Draghi al vertice della Banca
d’Italia. Che autorevolezza
ha un governo che lascia scoperta
la carica di vertice dell’istituzione
in prima linea in
una tempesta finanziaria?
MICHELE BOLDRIN
Sono in ritardo
e rischiano il banco
DALLA PRIMA
dichiarazione di Sergio
Marchionne posso dire che
l’amministratore delegato
della Fiat è più intelligente
dell’ufficio stampa che poi ha
smentito che nelle parole
dette all’Ansa si riferisse a
Berlusconi. Bisogna chiarire
una cosa: quelli che il premier
chiama “i mercati” altro non
sono che i nostri concittadini.
Ed è a loro, agli italiani, che
Berlusconi ha detto nell’aula
di Montecitorio: “Voi non
avete capito niente”. Poi ha
promesso di rilanciare la
crescita con i sette miliardi da
investire al Sud, mentre ha
adombrato una manovra
correttiva sbagliata perché
tardiva. I conti pubblici
andavano aggiustati tre anni fa:
è impensabile farlo per il
2011, con 4-5 mesi a
disposizione. La via obbligata
costringerebbe il governo a
tagliare dal giorno alla notte gli
acquisti della spesa pubblica,
finendo per innescare una
recessione automatica. La
verità è che queste persone
hanno perso credibilità agli
occhi degli italiani, ed è questo
il problema che abbiamo
davanti. Su questo tema è stato
molto istruttivo sentire i
capigruppo di Pdl e Lega dire
che loro sono il partito
contrario alle tasse: ma se le
tasse le hanno appena messe?
Ma che credono che i cittadini
siano proprio stupidi? Hanno
messo una tassa gigantesca
sugli italiani che detengono
titoli, hanno ritoccato le accise
sulla benzina, hanno rimesso i
ticket sulla sanità. Il pericolo
che abbiamo di fronte è che a
settembre saranno costretti a
una manovra correttiva “alla
d i s p e ra t a ”. Per riparare al
ritardo con cui si sono mossi,
rischieranno di ammazzare
il cavallo.
SANDRO TRENTO
Il punto non sono
solo i conti pubblici
L’ITALIA è in declino e si
sta impoverendo da anni. Se
va bene quest’anno il nostro
Pil crescerà dell’1 per cento.
Berlusconi ha invece
pronunciato parole adatte a
un paese che cresce, che è
prospero, che non ha
problemi particolari. Serviva
un colpo d’ala: l’annuncio di
una svolta nell’azione del
governo e invece abbiamo
ascoltato il solito ritornello
che l’Italia è in salute, che il
governo ha già fatto tutto il
necessario e che basta
aspettare perché tutto andrà
a posto tra breve. Sarebbero i
mercati che sbagliano e che
non sanno valutare la
condizione reale della nostra
economia. Questo ha detto
Berlusconi. Il suo deludente
discorso è la conferma,
invece, che i mercati hanno
ragione. I tre anni di questa
legislatura, del resto,
avrebbero potuto essere
utilizzati per realizzare le
riforme necessarie per
modificare i comportamenti,
per accrescere la
produttività della Pubblica
amministrazione, per
costruire un nuovo sistema
di protezione sociale, per
combattere l’evasione e
l’economia in nero, per dare
al Paese la banda larga e così
via. L’Italia è da settimane
esposta agli attacchi
speculativi proprio perché
gli investitori si sono resi
conto che è un paese privo
di una guida politica
credibile, capace di parlare
in maniera adulta agli italiani
e di indicare cosa si deve
cambiare del nostro modello
economico per tornare su un
sentiero di sviluppo. Non è
solo questione di conti
pubblici. Se fosse così allora
la situazione sarebbe davvero
meno preoccupante.
FABIO SCACCIAVILLANI
Andiamo verso
il Portogallo
QUI C’È UN problema di
tassi sul debito. Non è
sostenibile un tasso del
5-6% con un Pil che non
cresce a un ritmo almeno
simile. La nostra somiglia
alla deriva che ha
interessato il Portogallo: a
un certo punto le banche
non possono più sostenere
l’acquisto dei titoli di debito
e il sistema si rompe, con la
differenza che i portoghesi
avevano una rete: quella
costituita dal Fondo
Monetario Internazionale e
dell’Ue.
In questo contesto generale
il discorso di Berlusconi non
sposta nulla. Il premier ha
raccontato la solita storiella
sul fatto che il governo è saldo,
che le banche hanno superato
gli stress test, che l’economia
tiene. Il fatto è che i
mercati non sono un bambino
di 11 anni poco intelligente
e queste cose già le sapevano.
Anzi, è proprio a queste
condizioni che si sta verificando
il problema del debito.
Per questo i mercati avevano
sperato in uno scarto, che
non c’è stato, una “discont
i nu i t à ” per dirla con un termine
politico. Berlusconi doveva
arrivare a Montecitorio
con una risposta nuova, che
fosse economica, ma anche
politica. Poteva annunciare
un diverso approccio alla politica
economica del Paese o
anche dire che avrebbe fatto
fare un passo indietro a Giulio
Tremonti, suo ministro
dell’Economia. Non ha fatto
niente di tutto questo. Il suo
discorso non ha spostato nulla.
E adesso arriva agosto,
che è da sempre un mese difficile
per i mercati perché girano
pochi liquidi e gli investitori
tendono a chiudere le
posizioni pericolose.
Molto interessante Anonimocds. Ho giocato d’anticipo e ho scritto del Tricheco…
Non so se sia un ragionamento contorto, ma provo a esplicarlo:
visto che dici che se succedesse qualcosa sul debito spagnolo le nostre banche soffrirebbero, non è che il fine ultimo di tutto ciò sia effettivamente di fare lo sgambetto alla spagna e per cui si portano avanti scaricando già le nostre banche dai portafogli, salvo poi accanirsi sulla spagna e questi tornano a comprare le banche italiane perchè poi ci sarà un qualcosa di certo?(ovviamente dopo tagli e ristrutturazione del debito spagnolo) 🙄 🙄
dot.com@finanzaonline: Default impensabile cosi’ come ristrutturazione, solite voci messe in giro dai gregari della speculazione. L’Italia al contrario della Spagna ha risparmio privato che puo’ ricomprarsi tranquillamente il debito x volte.
… di questo passo lo scopriremo presto.
@DT
Tu dici: M siamo sicuri che l’Italia sia proprio la peggio messa?
A mio avviso il problema nasce solo se si valuta la situazione così come è oggi oppure se la si guarda in prospettiva, perché io mi porrei il quesito: ma siamo sicuri che l’Italia sarà la peggio messa? Oggi non è così, ma domani?
…bel post…. chiarisce molto bene la situazione dell’esposizione delle banche sui titoli..
purtroppo non ci dice quanti sono gli assets incagliati messi a riserva e quanti quelli critici, nel senso che mai come in questo momento c’è una disperata ricerca di liquidità da parte del sistema bancario. Questo è dovuto, sia al fatto che le aziende hanno difficoltà a creare cash-flow sia, in misura minore ma sempre abbastanza significativa, al fatto che la gente comincia ad essere presa dal panico e ritira i depositi e vende sia titoli di stato che azionari (la finanziaria ha avuto una grossa influenza su quest’ultimo aspetto).
Mentre quanto sopra sconta la difficile situazione economico-finanziaria del contesto occidentale che, con costanza, abbiamo sempre descritta in questo blog, la situazione dei periferici è indubbiamente ancora più critica e, per quanto riguarda il nostro paese, aggravata da un contesto politico litigioso (a tutti i livelli) al punto tale che, pensando solo a litigare, ha perso per strada la coerenza e la lucidità e la capacità a prendere decisioni utili per il paese.
Quando personaggi come Marchionne o G.A. Guidi o economisti come Sapelli esprimono il loro scetticismo su una possibilità di ripresa, personalmente tendo ad associarmi a tale pensiero… anche se rimane nel fondo sempre la speranza che, prima o dopo, qualcuno riesca a raddrizzare la situazione; purtroppo, onestamente, non vedo in giro personaggi che abbiano le palle e la professionalità per farlo.
Visto che l’Italia è sottoposta ad attacchi speculativi sul debito anche se non ne dovrebbe soffrire, non viene in mente a qualcuno che governa che, forse, il problema non sta sui numeri o sulle potenzialità del nostro paese ma sulle carenze amministrative che si sono, ahimè, palesate negli ultimi mesi. Manovre assurde che sono state corrette perché erano nate ancora più assurde! E’ possibile che in Italia, paese di indiscussa genialità storica, non vi sia l’ombra di dirigenti capaci di attuare riforme intelligenti e sostenibili?! La fuga dei cervelli ha svuotato completamente le nostre riserve di neuroni più importanti?
Paolo, hai scritto la stramaledetta verità e cioè che “non esistono personaggi italiani (ancora residenti in Italia) che abbiano le PALLE per raddrizzare la situazione. Purtroppo ai mercati non possiamo raccontare solo barzellette, altrimenti li faremo “solo” ridere.
Pil= (Consumi privati + Consumi pubblici) + (Investimenti privati + Investimenti pubblici) + (Esportazioni-Importazioni)
Se le cedole dei titoli di Stato sono pagate a “stranieri” che le spendono nelle loro nazioni, mentre prima erano pagate ad italiani che le spendevano in Italia, il risultato di ciò è una riduzione del Pil italiano: calano i Consumi privati italiani ed aumentano quelli dei paesi dove quelle cedole sono percepite.
Se volete abitare a Montecarlo o a Lugano o in qualunque altro posto di quel genere, vi impongono di risiedervi almeno sei mesi l’anno. Non vi fanno pagare tasse, ma vogliono almeno sei mesi dei vostri “Consumi”…
Prima del 1992, lo Stato italiano pagava una “montagna” di interessi sul debito pubblico: erano tempi di inflazione a due cifre e, quindi, in certi anni il tasso di interesse era superiore al 15%… quelle cedole, tuttavia, si tramutavano in “Consumi” ed “Investimenti” privati e, per quella strada aumentavano il Pil nazionale…
ciò che ricevono i “privati”, esce dal “pubblico”… per pagare quegli interessi lo Stato deve ridurre le sue spese (Consumi o Investimenti) e ciò pareggia il conto con l’aumento dei Consumi ed Investimenti privati.
Anche se lo Stato non riducesse le sue spese, la questione sarebbe comunque neutra: per pagare quelle cedole, (lo Stato) deve aumentare le tasse e, quindi, prima toglie e poi dà… e, alla fine, la somma totale è zero.
A meno che…??Le cedole siano pagate in deficit: senza ridurre le spese e senza aumentare le tasse… ma facendo “buffi”…
Questo è quanto è successo negli anni di Craxi e soci… il debito pubblico (i “buffi” di cui sopra) è aumentato dal 60% al 120% e, parte di quella differenza, è andata in cedole ai privati, i quali hanno consumato e investito di più e, quindi, hanno fatto “correre” il Pil…
Era (vi ricordate?) il tempo della Milano da bere quando Craxi, gongolante e compiaciuto, ci diceva “… e la nave và…”.
E’ durata poco più di 10 anni e… stiamo ancora pagandone i guasti: se aumenti i tuoi consumi a debito, fai la bella vita per un po, ma prima o poi ti tocca pagarli (i “buffi”) e, allora, sono cazzi…
Riepilogando:
Se lo Stato paga le cedole in deficit, e quelle arrivano solo a residenti (in Italia), l’effetto è espansivo nell’immediato, ma disastroso nel lungo termine;
Se il pagamento delle cedole è in pareggio di Bilancio (aumentando le tasse o riducendo le altre spese) e quelle cedole arrivano ancora a residenti (in Italia), l’effetto è neutro;
Se il pagamento delle cedole è in pareggio di Bilancio (aumentando le tasse o riducendo le altre spese) e quelle cedole arrivano a residenti all’estero, l’effetto è recessivo (il Pil diminuisce).
perchè scoppi una guerra civile bisogna che la massa delle persone sia consapevole di quello che sta succedendo. la massa non sa neanche cosa siano le agenzie di rating,tantomeno del loro influsso sul mercato. infatti l’intervento del premier è indirizzato alla massa dei creduloni che guardano le sue televisioni, con l ‘unico scopo di far rimanere attaccati alla sedia, lui e la combriccola dei nominati alle sedie. ma se la gente manco si è accorta che la pensione gli verrà corrisposta un anno dopo aver conseguito il diritto? se non ha ancora capito che ha perso la detrazione irpef per la prima casa (forse lo capirà l’anno prossimo quando farà la dichiarazione dei redditi, ma non è detto) ,come si può pensare che ipotizzi che alcune oligarchie della finanza stiano massacrando i mercati, e che tutto questo costerà una restrizione dei redditi e una diminuizione del welfare per noi tutti?non credo ci sarà essuna rivolta, almeno adesso
Dt, grazie mille! Richiesta esaudita!
Beh, insomma, sembra che per il 58% il nostro debito sia in nostre mani, non è poco!
Per quel che conta, le nostre palline sono ancora nelle nostre mani…
Ma è buona cosa? Non lo so più! 😳