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Crollo quotazione del PETROLIO: il rovescio della medaglia
Le curve dei futures sul prezzo del WTI passano da backwardation a contango. Il prezzo potrebbe quindi stabilizzarsi ma siamo sicuri che proprio tutti ne stanno beneficiando? Anche in Italia?
Il petrolio è ormai protagonista delle cronache economiche di tutto il mondo ormai da settimane. Per certi versi il consumatore dovrebbe essere felice visto che un calo del prezzo del greggio comporta un alleggerimento del costo del prodotto finito, leggasi benzina, gasolio e quant’altro.
Però come già detto in altre sedi, facciamo molta attenzione e non sottovalutiamo quali possono essere gli effetti negativi e destabilizzanti per l’economia globale.
Innanzitutto guardiamo con attenzione ai bilanci dei paesi produttori che più dipendono dall’oro nero.
Non dimentichiamo che sono molti i paesi che subiscono contraccolpi molto forti dalla volatilità del prezzo del greggio e in ben pochi potevano ipotizzare un prezzo del barile sotto i 70 Dollari anche solo pochi mesi fa.
In realtà, i prezzi del futures già suggerivano qualcosa, come oggi suggeriscono che il collasso dell’oro nero dovrebbe essere vicino alla fine.
PETROLIO: la curva dei contratti futures oggi, un mese e sei mesi fa
Direi che il grafico è chiarissimo. Sei mesi fa la curva era in backwardation con prezzo dei contratti decrescenti (gli operatori vedevano forti correzioni), poi un mese fa la curva si è stabilizzata ed oggi, (verde), sta assumendo una configurazione a “contango”, ovvero con prezzi che tendono a salire aumentando la scadenza.
Questa curva suggerisce quindi prezzi quantomeno stabili su questi livelli (si è disposti a pagare un po’ di premio per il tempo) e quindi, salvo sorprese, crossi utleriori crolli non ci dovrebbero essere. Anche se poi diverse case, tra cui Morgan Stanley, mettono i guardia e, seguendo la tendenza, ipotizzano anche possibili target a 43 $/barile per il Brent (analisi in conflitto di interessi?).
Previsioni prezzo petrolio di Morgan Stanley
Ovviamente tutto questo lo scopriremo solo vivendo. Ma intanto i consumatori “gongolano”. Leggete cosa racconta Scacciavillani sul Fatto Quotidiano:
[…] Per i paesi importatori questa guerra di prezzi è una manna insperata, l’unico robusto fattore di crescita all’orizzonte (a meno che non si creda ai fantomatici progetti di Juncker). Per ogni dieci dollari in meno nelle quotazioni del petrolio, il Pil mondiale aumenta di circa lo 0,5 per cento grazie al maggior reddito disponibile per i consumatori. Anche in Italia si avverte l’effetto: il prezzo medio della benzina, secondo l’ultima rilevazione dell’Unione petrolifera italiana del 17 novembre, è sceso a 1,648 euro rispetto a 1,705 di un anno fa. Il prezzo industriale vale il 38 per cento di quello alla pompa, 62 centesimi (il resto sono Iva, accise e balzelli vari), contro i 67 di un anno fa. La solita costosa struttura oligopolistica della raffinazione e distribuzione impedisce un effetto più incisivo, ma un’ulteriore ribasso dovrebbe essere ormai solo questione di tempo. Sperando che al governo non contemplino ulteriori gabelle. (IFQ)
Intanto però, come detto, molti paesi si trovano già in forte difficoltà con queste quotazi0ni, immaginatevi con prezzi ancora più bassi. In questa infografica Reuters troverete i cosiddetto break enev price a cui molti stati devono mirare per ottenere il pareggio bilancio. Direi che ci sono molti paesi decisamente “fuori” dai loro budget.
PETROLIO: Break even price
Ma come riusciranno a reggere questi paesi che hanno contabilizzato il petrolio in area 100 $ e più? Molti paesi si stanno “adeguando” per forza, ma tanti altri, che già sono alla canna del gas (tanto per rimanere in tema) sono seriamente in difficoltà. Solo una è la certezza, che va a scombussolare molto quelle che erano le previsioni di tanti analisti. Il petrolio non è in esaurimento, anzi, ce n’è fin troppo e grazie anche alle nuove attività estrattive alternative (shale oil and gas) abbiamo una garanzia di oro nero anche per il futuro (quindi quello che più può preoccupare è la salvaguardia ambientale).
Ma anche le aziende italiane possono risentire negativamente del depresso prezzo del petrolio.
Ecco cosa ci ricorda Muzzarelli su Piano Inclinato in merito alle tante aziende che producono macchinari per il settore energetico:
[…] Passiamo ora alla parte più grave per il paese, quella dove le analisi troppo semplici possono produrre gravi danni di sottovalutazione dell’impatto della riduzione del prezzo del petrolio sul nostro paese. […] Le aziende petrolifere hanno infatti dei “prezzi barriera” che sono applicati (internamente o nel contratto con il fornitore) agli acquisti di apparecchi e/o servizi. La prima barriera è per l’acquisto di apparecchiature complete (CAPital EXpenditure o CAPEX), la seconda per l’acquisto di servizi di manutenzione e relativi materiali (OPerating EXpenditure o OPEX) e la terza la sospensione totale. Quando viene raggiunto uno dei prezzi-barriera si attivano le procedure per sospendere o annullare uno o più ordini con i fornitori. […] Gli effetti del calo del prezzo del petrolio si ripercuotono quindi negativamente su moltissime aziende italiane e l’effetto pratico (la mancanza del fatturato) è visibile solo dopo 9-12 mesi dall’evento. Questa è una delle ragioni per le quali chi analizza i dati dell’export italiano dovrebbe avere molta maggiore conoscenza del settore industriale in modo che la paternità delle variazioni riscontrate sia correttamente attribuita. (PI)
Insomma, è chiaro che il petrolio a questi prezzi è un bene per il consumatore, ma potrebbe ripercuotersi negativamente anche su di noi a causa di un forte calo degli investimenti nel settore.
Come tutte le cose, anche in questo caso c’è un importante rovecio della medaglia che deve essere tenuto ben in considerazione.
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NOMEN OMEN….”a parte il costo di sostituzione ed una analisi futura dell’andamento del gas metano, che ti sollecito, ”
io fossi la posto di Danilo Le alzerei ben in bella vista il dito medio….
idleproc@finanza:
remorez@finanza,Scorta di candele.
Condivido. Giorni fa dissi che in questi giorni Putin alzandosi di buon mattino volgendo lo sguardo verso l’europa alzò l’indice e disse ” Hei tu schiavo degli americani ce l’hai la legna per riscaldarti il prossimo inverno?”. (Sono 6 anni che mi riscaldo con la legna … fin che ce n’è. )
Seriamente qualora possibile investirei in un buon impianto fotovoltaico con relativo accumulo, riscaldamento acqua con accumulo acqua calda elettrico ( come una volta )e un piccolo generatore di corrente a gasolio per futuri inconvenienti.
Lascia che siano i giapponesi a preoccuparsene per primi. Da domani.
il prezzo del futures in contango non implica un rialzo futuro del prezzo, guarda tutte le commodity…
questo vuole solo dire che i produttori preferiscono consegnare in modo differito che spot, dato che il prezzo spot è troppo bbasso, ma non è una garanzia del futuro.
Il fatto che prima o poi il petrolio risalirà è certo, è un bene insostituibile in questo mondo, ma non si sa quando. Finchè c’è la guerra al ribasso on ci sarà inverione.
Personalmente l’inversione ci sarà quando un paese produttore salta in aria——> il Venzuela è in pole position
Guarda in cosa mi son imbattuto nelle infinite maglie della rete …. so che può interessarti …. ti faccio un regalo …. anche se datati ma sempre attuali accontentiamoci visto il perdurare dell’assenza del marziano http://giorgio-ansan.blogspot.it/
OT
Ogni tanto buttare un occhio al BDI etc, è un indice sempre abbastanza interessante.
E’ un sito minimalista di quelli che piacciono a me:
Articolo come sempre molto interessante ed esplicativo.
E’ ora di acquistare? SG ETC WTI OIL COLLATERALIZED 🙂
Che grafico!! no, non ho avuto modo di vederlo in precedenza.
si va verso doppio minimo? vedremo….
Bel grafico e decisamente premonitore… Quindi si torna a 40$? Sembra eccessivo ma ormai in finanza il Sembra è assolutamente relativo.
Ottimo articolo come sempre
Ma tanto per non volare troppo alto e passare al concreto, io dovrei sostituire la caldaia a gasolio con una a gas ; a parte il costo di sostituzione ed una analisi futura dell’andamento del gas metano, che ti sollecito, mi conviene rimanere così e fare già ora una robusta scorta di gasolio ? Preferisco scendere nel pratico anziché continuare a dilettarmi con analisi astratte.