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Crisi Governo, elenco leggi ed emendamenti a rischio

Scritto il alle 15:15 da Danilo DT

 

A rischio anche la Legge di stabilità

L’Autunno è sempre un periodo molto caldo per tutta quella serie di emendamenti e provvedimenti necessari per la gestione delle finanze dell’Italia. Peccato che proprio in questi giorni sia partita l’ennesima crisi di governo, che va a condizionare in modo importante l’iter di tutti quei testio normativi, per primi quelli compresi nel decreto all’esame del Consiglio dei Ministri, slittato venerdì scorso. Ecco lo scenario riportato dall’ANSA

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CIG: sempre nello stesso decreto, insieme alle coperture per il rinvio dell’aumento IVA, venivano destinati 330 milioni di euro al rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga.

IMU: tutto da definire il destino della seconda rata dell’IMU, sulla quale c’era un accordo politico perché non venisse pagata, ma manca ancora un testo normativo ufficiale, visto l’impegno del governo a trovare le relative coperture entro il mese di novembre.

CUNEO FISCALE: doveva approdare nella Legge di Stabilità, attesa alla metà di ottobre, il taglio del costo del lavoro, invocato da Confindustria e sindacati come via per far ripartire consumi ed economia.

RIENTRO DEFICIT: servono 1,6 miliardi di euro per tornare dentro il 3% imposto dall’Ue, dopo che la nota di aggiornamento del Documento Economia e Finanza (DEF) l’ha certificato al 3,1%. Senza la “manovrina” di correzione impostata dal ministero dell’Economia (saltata insieme al rinvio IVA), l’Italia rischia una nuova procedura di infrazione da parte dell’Unione europea. Che, tradotto in soldoni, significherebbe perdere i 12 miliardi di euro di risorse finanziarie per il 2014 e il 2015, rese disponibili dalla chiusura a maggio scorso della precedente procedura.

PRIVATIZZAZIONI: entro la fine di ottobre doveva arrivare la lista dei beni dello Stato da mettere sul mercato, messa a punto dal Comitato del Tesoro. I nomi sono sempre i soliti, da Poste Vita alle Ansaldo di Finmeccanica, per citare i più importanti.

TELECOM, ALITALIA, FINMECCANICA: sono i dossier industriali più scottanti all’attenzione dell’esecutivo. Cruciale il tema del “golden power”, lo strumento che il governo potrebbe adottare, insieme alla revisione delle leggi sull’Opa, per cercare di ostacolare il controllo degli spagnoli di Telefonica su Telecom. Invece prende sempre più campo l’ipotesi di un prestito ponte per cercare di sottrarre Alitalia ad Air France, ma anche in questo caso il governo dovrebbe lavorare alacremente, per lo meno sul fronte della “moral suasion” con gli istituti di credito.

Legge di Stabilità, rischio Troika?

A poco più di due settimane dalla presentazione della Legge di Stabilità, il caos politico scatenato dalle dimissioni del Pdl potrebbe portare inoltre ad un commissariamento del nostro Paese, materializzando l’incubo che da anni Roma tenta di scacciare, quello di perdere ogni tipo di sovranità economica, seguendo le orme della Grecia. A lanciare l’allarme è stato il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina:
Un altro giro di elezioni con l’attuale legge elettorale ci restituirebbe un Parlamento impallato, e questo succederebbe con 200-300 punti di spread in più rispetto ad oggi e con la Troika a fare la Legge di Stabilità al posto nostro. Temo che sia uno scenario abbastanza realistico che dobbiamo fare di tutto per evitare.

Il timore è anche quello che la caduta del governo e la conseguente campagna elettorale possa causare una nuova perdita di fiducia degli investitori internazionali nei confronti dei titoli di Stato italiani, con un nuovo balzo dei rendimenti decennali e dello spread. (Fonte)

Auguri a tutti.

STAY TUNED!

DT

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2 commenti Commenta
ferrariferrari
Scritto il 30 Settembre 2013 at 16:54

mi permetto, ma ricordo che tutti quei provvedimenti sopra elencati (legge di stabilità etc) devono essere fatti dal parlamento.
è completamente falso che senza un governo il paese si ferma, anche se la disinformazione nella casta dice il contrario.
COSTITUZIONE ITALIANA
La formazione delle leggi.

Art. 70.

La funzione legislativa e’ esercitata collettivamente dalle due Camere.

Art. 71.

L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.

Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.

Art. 72.

Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera e’, secondo le norme del regolamento, esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.

Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali e’ dichiarata l’urgenza.

Puo’ altresi’ stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari.

Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge e’ rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della commissione richiedono che sia discusso o votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicita’ dei lavori delle commissioni.

La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera e’ sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.

Art. 73.

Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall’approvazione.

Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l’urgenza, la legge e’ promulgata nel termine da essa stabilito.

Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.

Art. 74.

Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo’ con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.

Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.

Art. 76.

L’esercizio della funzione legislativa non puo’ essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.

Art. 77.

Il Governo non puo’, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

Quando, in casi straordinari di necessita’ e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilita’, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.

I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione.

Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

D@rio
Scritto il 1 Ottobre 2013 at 15:35

il commissariamento è la prospettiva migliore e che più auspico, la troika che arriva e inizia a tagliare tutto lo schifo che questi delinquenti non hanno mai voluto tagliare per non cedere potere e consensi, di paripasso riduzione fiscale che libera il mercato e rende nuovamente questo popolo di pecore libero di lavorare senza essere derubati e di poter spendere.

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