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Corporate: margini al top ma il mercato sconta anche di meglio
Austerity e deleveraging a confronto coi margini aziendali. La situazione è sostenibile?
Se da una parte il mercato saluta con entusiasmo il sostegno delle banche centrali, senza le quali saremmo probabilmente affondati in quel limbo che resta tutt’ora un’ipotesi che non è da scartare, dall’altra parte resta evidente la fase di difficoltà macroeconomica dell’economia reale. Non quella di carta.
A livello globale si cresce all’incirca al 2% e l’Europa è in recessione. E nello stesso tempo, i margini del settore corporate sono ad un picco assoluto. Ecco qui un grafico dell’andamento dei suddetti margini per gli USA.
Uno scenario un po’ tanto anomalo. Soprattutto se teniamo conto del fatto che certi livelli di picco sono difficilmente sostenibili. E cosa accade se questi margini corporate dovessero correggere?
Se la matematica non è un’opinione, questa è un’ipotesi tutt’altro che irreale. Forse qualcuno dimentica che il mondo, Eurozona ed italia in primis, sono alle prese con un’imponente pacchetto di austerity che passa tramite un deleveraging di tutto il sistema: pubblico e privato.
Resta quindi una conseguenza logica un rallentamento dei profitti a causa dei minori consumi prospettici, visto che anche i paesi emergenti, grande motore “alternativo” dell’economia e delle società globalizzate, stanno rallentando vistosamente.
Quindi le fonti di rischio per i mercati non mancano. Per carità, sempre esistono fonti di rischio, però mi sembra palese il fatto che il mercato le sottovaluti. Anzi, diciamo meglio, non è vero che le sottovaluta, ma vengono proprio offuscate dall’abbondante liquidità, che nelle più recenti puntate si chiama QE2 e LTRO2, con la parentesi USA del twist sui bonds.
Ma quanto reggerà questa situazione? Impossibile dirlo.
Il sistema è stato creato per generare una certa stabilità dei mercati. Volatilità bassa, fiducia indotta, spread in progressivo miglioramento e sotto controllo. Sappiamo benissimo che i governi hanno comprato tempo e che i problemi, quelli veri, sono sempre lì, irrisolti, e che si spera che un recupero dell’Economia tenda a “mangiarsi” progressivamente questi problemi.
E sappiamo benissimo che questa “botta” di liquidità avrà un effetto di lungo periodo, anche perché (sembra molto chiaro) se ci saranno ulteriori situazioni di difficoltà, le banche centrali si sono dette pronte a creare quel cash che drogherà nuovamente i mercati, regalando serenità e apparente prosperità.
Come segnalato dal sempre ottimo James Montier di GMO, i mercati però tutto questo non lo considerano. Anzi, diciamo piuttosto che hanno imparato la lezione:
“perché farsi il sangue cattivo? Questi mercati sono da vivere “alla giornata”. Nel loro mondo ormai laterale e “giapponesizzato”, occorre guardare all’oggi e cercare di sfruttare il momentum. E poi per il domani…si vedrà, anche perché se il vento cambia direzione, coi derivati ci si copre in un attimo.”
Vero, nessuno parla di come gli USA, l’Europa, la Gran Bretagna e il Giappone riassorbiranno la liquidità in eccesso, di cosa accadrà nel post LTRO e come le banche restituiranno tra 3 anni il denaro (1000 miliardi di Euro) preso in prestito all’1%. Ora occorre sfruttare l’attimo e goderci il momento di rialzo. E poi se il domani porterà incertezza…si vedrà. Intanto però gli analisti di Wall Street, incuranti della forza di gravità , continuano con la loro visione strapositiva per i mercati e soprattutto per i profitti corporate, proprio quei profitti che prima annunciavo come ai record.
Una visione quantomeno iperottimistica se non addirittura utopistica. Per me resta semplicemente incongruente.
Come andranno realmente le cose? Questo nessuno può dirlo. Però almeno adesso, avrete un ulteriore mattoncino per quel puzzle che cerca di ricostruire in modo realistico uno scenario macroeconomico che è complesso, affascinante, unico ma sicuramente molto cupo e difficile.
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DT
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Ciao apprendista.
Per info devi scrivere qui:
domani anche su questo blog gremlin pubblicherà ulteriori dettagli.
Siete pronti a stupirvi???
😉
Ma quanto reggerà questa situazione? Impossibile dirlo. Proprio su questa risposta,a mio avviso,stanno giocando le banche centrali, stanno provando con la liquidità nella speranza che la crescita dell’economia reale possa riassorbire il tutto,dimenticandoci che l’economia reale è cresciuta grazie al debito. L’economia reale cresce se ci sono consumi,i consumi ci sono se ci sono lavoratori che diminuiscono per effetto della tecnologia applicata agli apparati produttivi. Come dire il cane che si morde la coda,una volta che ci si ferma si sente il male e più tardi ci si ferma più male si starà.
Questa volta è diverso. (o no?)
Il dato di fatto è che il debito global cresce piu’ del gdp global quindi non vi è via d’uscita.
Il prezzo che paghiamo per questa sorta di incubatrice criogenica nell’attesa di chissà quale atout risolutore è nel migliore dei casi una ulteriore inefficiente redistribuzione delle risorse (Ltro qe esm sono solo ulteriori debiti di tutti e risorse per pochi). Vi è una questione matematica alla base: cresce la popolazione mondiale, ne crescono esponenzialmente i bisogni e paradossalmente le risorse ‘reali’ sono inalterate e tendono sempre più a concentrarsi. Oltre alle valute c’erano una volta le barriere ideologiche a creare la mediazione sociale ma ora non piu’. Dove è nata questa crisi veramente?
C’è chi la fa coincidere con la fine della regolamentazione bancaria usa della metà degli anni 90, chi con l’introduzione del wto, chi con la fine della parità aurea. Nella sostanza però, abbiamo, e sempre più stiamo consegnando alla finanza prima ancora che alla politica il nostro futuro e dubito che questa sia eticamente predisposta.
Ma tant’è, sante parole quelle di Montier…viviamo alla giornata, perchè farsi il sangue cattivo?
Ha uno stretto link questo post con quello di pochi minuti prima. Il grande ragioniere ci ha messo una toppa sullo spread vivendo alla giornata ed ha ragione con la sua prospettiva a 12 mesi. La riforma delle pensioni ha un’algebra impeccabile. Peccato che il sig. Rossi che a 45/50 anni perde il posto di lavoro (in virtù della sua personale elasticità lavorativa) non ne troverà un altro. Prima consumerà i suoi risparmi (che avendo mantenuto nel potere d’acquisto grazie ad una inflazione che non esiste…e solo leggermente colpiti dall’incremento di imposte, dall’aumento dell’IVA, dall’aumento delle accise e della benzina) poi inevitabilmente diventerà un costo sociale poco sostenibile. Chissà forse ci penserà la Apple con il suo p/e a restituirgli la dignità (o magari con un tablet 4G).
Ha ragione Montier. Perchè farsi il sangue cattivo? Anzi potremmo suggerire al grande ragioniere di proporre al sig Rossi un derivato in alternativa al suo posto di lavoro o alla sua pensione.
Pardom
…… e non dimentichiamo che una importante componente della salita dei margini deriva dalla continua delocalizzazione delle aziende (Usa e non Usa) dove possono usufruire di fattori del costo di produzione più bassi. Proprio in questi giorni Apple ha annunciato un altro grosso investimento produttivo in Cina.
Teniamo inoltre presente che le aziende Usa sui profitti delle aziende delocalizzate pagano un minimo di tasse locali e non pagano tasse in Usa !!!!
Non dubitando che la maggior parte di chi ci rappresenta al parlamento sia in grado solo a partorire un simili commento, siamo certi che siano capaci di trovare soluzioni,ammesso che ci siano.
Buongiorno mi sono registrato da poco e mi sono stati consigliati i portafogli compass in che maniera se ne puo’ usufruire? immagino vi sia un costo per l’abbonamento?
Grazie se vorrete rispondermi.