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COPPER GOLD RATIO: tassi di interesse alla fine della salita?
Nel post precedente ho sottolineato l’importanza delle correlazioni tra il mondo azionario ed obbligazionario. Beh, direi che è più che normale in un blog che dovrebbe basarsi innanzitutto sull’analisi intermarket, utilizzandola per capire le correlazioni e meglio interpretare il mercato.
Quindi i tassi sono stati anche un importante chiave di lettura per interpretare i rialzi del mondo azionario. Ma ora i tassi di interesse USA sono in perenne ascesa, e quindi questo non va a favore del mondo equity. Come trovare un indicatore che possa aiutarci a capire se il mercato obbligazionario ha ormai scontato tutto lo scontabile?
Possiamo usare qualsiasi strumento ma la cosa che dobbiamo fare, per renderlo credibile, è correlare il mondo bond con il mondo commodity, l’artefice principale dell’aumento dell’inflazione e quindi dei tassi di interesse.
E allora andiamo a riprendere un ratio secondo me ottimo per provare a fare questo tipo di analisi. Il Copper Gold Ratio.
Copper Gold Ratio vs 10y yield US
L’oro è il bene rifugio più ampiamente riconosciuto dagli investitori. Pertanto, durante i periodi di difficoltà economica e geopolitica tende generalmente a funzionare bene, il che lo rende un indicatore principale di paura.
Il rame è l’esatto opposto. Poiché è un metallo industriale chiave che viene utilizzato a livello globale in un’ampia gamma di applicazioni, offre ottime prestazioni quando l’economia globale è a pieno regime. Questo lo rende un indicatore principale della salute economica globale e lo ha portato a essere comunemente chiamato Dr. Copper.
Il rapporto valuta il rame in oro e rappresenta il numero di once d’oro necessarie per acquistare un’oncia di rame.
Come vedete, negli ultimi mesi si è stabilizzato. Un segnale che sembra chiaro: il Dr. Copper ha perso la sua forza e quindi l’impatto dell’inflazione dovrebbe scemare, andando quindi a scontare anche un rallentamento economico. E l’inflazione record appena fatta registrare? Dovrebbe essere una coda della situazione che stiamo vivendo. Questo più che altro, potrebbe suggerirci maggior prudenza nel vendere a piene mani i bond, specie quelli più a lunga duration. E il tasso forward dovrebbe farci pensare proprio in questa direzione.
STAY TUNED!
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