CIT Group: default da non sottovalutare

Scritto il alle 14:32 da Danilo DT

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Se andate a vedere il sito Bankimplode  troverete dei dati molto interessanti, ovvero l’elenco delle banche saltate ultimamente più tutta una serie di aiuti dati al settore bancari negli ultimi mesi. Troverete quindi l’elenco degli istituti di credito che recentemente hanno fatto default. Ovviamente tra le banche USA il più grande default è rappresentato da Lehman Brothers, e seguono a ruota tante realtà di dimensioni minori.
Too big to fail.
L’errore fatto con Lehman Brothers, di lasciarla fallire, non vuole più essere ripetuto. Però non si salva tutto. Solo quello che proprio non se ne può fare a meno. E fu così che il governo USA ha preso una decisione molto importante nella giornata di ieri.

Il colosso, leader nell’erogazione del credito ai privati, CIT Group, che a volte viene confuso con Citigroup, è in profonda crisi finanziaria. Ha chiesto aiuto al governo ma l’esito è stato negativo. E quindi si avvicina per CIT Group il rischio di un bel default, un Chapter 11 stile Lehman Brothers.
Si tratterebbe del più grande default bancario, dopo appunto Lehman Brothers. Per salvare il gruppo, ora si è alla caccia di una cifretta, 3 miliardi di dollari, che gli amministratori ci CIT Group necessitano a brevissimo. Un cavaliere bianco che difficilmente verrà trovato.
Ma attenzione, questa presa di posizione del governo USA è secondo me molto importante, proprio perché CIT Group è tutt’altro fuorché una banchetta regionale. E quindi, cosi sembra all’apparenza, potrebbe venir testata la capacità del settore privato a subire uno shock del genere dopo che le condizioni economiche si sono sulla carta stabilizzate.
Sulla carta.
Ma a me sta cosa puzza.

 

CIT Group: leader nel finanziamento alle piccole e medie imprese

Di cosa si occupa CIT Group? Il suo core business è il seguente: finanziare le imprese di piccole e medie dimensioni. Non i grossi colossi, ma le aziende famigliari o con pochi dipendenti. Quindi… guarda un po’…il fallimento di CIT Group potrebbe non influire troppo negativamente sui bilanci delle grandi banche USA, e quindi per questo motivo, CIT Group potrebbe essere considerato come l’agnello sacrificale, il povero Calimero che è tutto nero e tutti evitano.

Ma siamo sicuri che l’economia USA sia pronta ad assorbire un default di queste dimensioni?

 Sarebbe un colpo bassissimo nei confronti del tessuto economico di più basso profilo, visto che, dati alla mano CIT Group ha erogato prestiti, nell’ultimo periodo, ad oltre un milione di piccole imprese (ripeto, un milione). Il collasso di Cit Group – ha avvertito la società – metterebbe a rischio 760 aziende manifatturiere clienti, “precipitando nella crisi” 300’000 esercizi commerciali. Secondo gli analisti un eventuale fallimento sarebbe il più significativo fra simili episodi che hanno già coinvolto le banche statunitensi.
E malgrado la sua importanza sul tessuto socio economico USA, non viene salvata con un “salvagente” che i governo ha prontamente buttato a favore di Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, Bank of America, ecc?
Ripeto, la cosa mi puzza assai.

CIT Group chiede aiuto agli obbligazionisti

 

Alcuni titolari del debito della società – riporta il “Wall Street Journal” – si sarebbero riuniti ieri in una conferenza telefonica per discutere le opzioni sul tavolo. Cit Group ha dato ai suoi obbligazionisti 24 ore di tempo per ricevere eventuali aiuti: nel caso in cui non arrivassero risorse fresche – prosegue il quotidiano – la società sarebbe costretta alla bancarotta.

Io chiudo qui l’articolo e mi fermo a meditare sull’episodio. Che merita sicuramente di essere analizzato e seguito, perché questo default, per una serie di motivi economici, politici, mafiosi, opportunistici, non deve essere sottovalutato.

STAY TUNED!

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