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CINA: PBOC garantisce i mercati, ma si rischia una selezione naturale

Scritto il alle 16:37 da Danilo DT


Occhi puntati sempre su FED e BCE ma la “patata bollente” è nelle mani della PBOC che deve gestire shadow banking, credit crunch e liquidità

Dopo qualche giorno di tranquillità, dove si è cercato soprattutto di tirare il fiato e di recuperare qualche energia nervosa, oltre che un po’ di entusiasmo, si ritorna in trincea. Ovviamente cercherò di “recuperare il tempo perduto” anche se dalle poche letture fatte in ferie mi sembra di poter dire che proprio nulla di veramente rivoluzionario sia accaduto. Purtroppo oggi il tempo è veramente tiranno e la burocrazia mi sta affogando.

Nel mio ultimo post scritto proprio nel periodo vacanziero, ho cercato di fare un rapido sunto di come vedevo “il mondo secondo me”.
Scenario USA, con tapering è quant’altro, scenario Europa, con la rivoluzionaria “forward guidance” e poi l’Asia, con due paesi, Giappone e Cina, che fanno veramente le primedonne in questo teatrino.
Sempre in quel post, l’amico AnonimoCDS scriveva in un commento, completando quanto scritto dal vostro titolare:

Cina: il vero problema penso sia la bolla del credito (e della casa con finanziarizzazione modello USA 2006-2008 SIV, CDO, CDO squared e robe simili della serie la Cina ne ha ancora di mangiare di biada) e il suo shadow banking system. La crescita al 7% invece che al 10% mi preoccupa meno per 2 ragioni:

(1) se deriva da meno investimenti, ormai al 50% del PIL e destinati a non ripagare i debiti contratti…andrá solo bene soprattutto se si aggiusterá a rialzo la quota di Consumi sul PIL;

(2) se il PIL cinese 5 anni fa, nel 2007, era a 100 oggi é a 150 (semplifico, in realta’ sarebbe 161)…ora quel +7% di crescita varrebbe 11 punti (come un +11% nel 2008)…insomma la torta si é ingrandita e una fetta % piú bassa é piú grossa ora. (…) A me quello che spaventa e di cui si sa poco é la BOLLA CREDITIZIA CINESE che potrebbe portare la crescita cinese al 2-3% invece che al 7-7.5% programmato/attuale…
…le conseguenze sarebbero devastanti sotto il profilo sociale e della tenuta del regime Comunista…che sará anche una dittatura (poveri cinesi) ma offre al tresto del Mondo – almeno per adesso – una stabilitá invidiabile e il cui collasso non porterebbe altro che sfacelli per effetto dell’onda lunga di un tale tsunami (Australia in primis ma rest of the world in generale).

Non possiamo certo dare torto al buon Andrea (anonimocds).
L’ Institute of International Finance (IIF) ha pubblicato dati dove è visibile che la crisi del credito in Cina sta colpendo duramente l’economia in modo ben più duro di quanto si potesse immaginare.
Ma attenzione, il problema non è esclusivamente cinese. Anche il resto dell’Asia langue sotto questo aspetto. Se l’indice di disponibilità al credito in Cina è sotto i 50 punti (ora a 45.7) e quindi in situazione decisamente di “pericolo”, anche negli altri paesi le cose non vanno bene.

La PBOC ha rifiutato di iniettare liquidità in quanto vuole controllare il sistema denominato “shadow banking” e di frenare la crescita del credito senza il controllo diretto dell’Istituto centrale.
E’ proprio di queste ore la notizia che…

“China’s central bank is giving assurances to investors that the country will not allow instabilities in the market,” Fadlul Imansyah, a fund manager at PT CIMB-Principal Asset Management, said in Jakarta. “This will benefit banks as well as the property sector indirectly.” (Bloomberg)

Quindi è evidente che il problema sia sentitissimo e che il mondo necessiti, anche solo come supporto psicologico, di sapere che la PBOC continua ad esserci e a sostenere il mercato.

L’unica cosa che potrebbe aiutare molto il mercato (e la PBOC nella gestione del problema)  è un rimbalzo dell’economia cinese oltre le aspettative. Ipotesi però oggi molto remota. Quindi la view sull’area resta molto prudente. Il rischio che si scateni un credit crunch e che il sistema cinese resti senza liquidità non è da sottovalutare: si creerebbe una sorta di “selezione naturale” che però avrebbe ripercussioni molto pesanti sulla Cina stessa ma anche sui paesi limitrofi. Pensate solo al Giappone e anche, come detto da Andrea, all’Australia. Oltre che la Germania, partner commerciale importantissimo e ovviamente gli USA.

Ovvio, resta comunque sempre ovvio il fatto che anche le previsioni viaggiono su tassi di crescita inavvicinabili per noi Europei…

STAY TUNED!

DT

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