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Che fine ha fatto la TRUMPONOMICS?

Scritto il alle 09:02 da Danilo DT

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Se proviamo a guardarci indietro, appare evidente che solo fino a qualche mese fa, l’agenda di Donald Trump, che viene definita come Trumponomics, dominava sui mercati. Le aspettative erano importanti e già fin dalla sua elezione, il rimbalzo del mercato fu subito deciso. Un +10% dell’S&P 500 in pochi giorni, grazie anche alla spinta di un ulteriore dato politico: il controllo dei Repubblicani della Camera dei Rappresentanti, con un aumento della loro maggioranza in Senato.
La logica quindi era abbastanza chiara. Trump vuol fare delle riforme importanti, la Camera lo appoggia e quindi…tombola! Ma quando si parla di politiche economiche, alcune cose possono andare per il verso giusto e altre per quello sbagliato, soprattutto con la Trumponomics.

Cosa prevedeva la Trumponomics?

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Le politiche pro-crescita di Donald Trump riguardano lo stimolo fiscale, la spesa per infrastrutture, gli sgravi fiscali per le imprese, la riforma fiscale per le persone fisiche e la deregolamentazione anche dei mercati finanziari. Ma anche altri importanti e discussi tasselli, come il neo-protezionismo e le restrizioni all’immigrazione, e l’abolizione dell’Obamacare.

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Ho provato a fare due ragionamenti proprio su questi motori che poi, alla fine, sono rimasti spenti e che il mercato, pian piano, sta mettendo un po’ nel dimenticatoio, visto che molte cose erano effettivamente (e qui lo abbiamo spiegato più volte) esagerate e infattibili.
In ambito infrastrutture il suo è un programma da 1.000 miliardi di dollari. Ma al momento tutto è fermo e non concretizzato.
Sugli sgravi fiscali c’è la volontà di abbattere il cuneo e l’attuale aliquota dell’imposta sulle società, pari al 35%, che mette tutti d’accordo sul fatto che sia da tagliare. Ma anche qui, tutto è fermo.
Il Trump ha proposto di portare l’aliquota al 15%, ma se tutto va bene, si arriverà magari ad un 20-25%, con benefici per le imprese quotate a livello di utili che aumenterebbero di un 10-12%. E questo non è certo da sottovalutare anche per gli effetti che si otterrebbero su tutta l’economia in generale (inflazione, spesa privata, circolazione di moneta, occupazione ecc.)
In ambito di deregolamentazione, invece, diventa difficile fare previsioni. L’unica cosa certa è che tutto è come prima. Come non è semplice capire cosa potrebbe accadere in caso di neo-protezionismo e riforma sanitaria. Troppe parole sono state spese, troppe modifiche e contestazioni sono state portate avanti. Ed è tutto da dimostrare che alla fine, Donald Trump riesca a portare a casa qualcosa di concreto, anche se la sua posizione sui trattati sul clima di Parigi non sono certo bene auguranti. Discorso identico sull’immigrazione, tema spinoso che al momento non ha ancora avuto impatti concreti.

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Ma attenzione…

Tutto quanto detto, potenzialmente, sarebbe già scontato dal mercato, sopratutto se venisse fatto quanto da lui programmato. Peccato che ora inizino a mancare delle certezze sulla Trumponomics, tanto che nessuno ne parla e l’attenzione si concentra su altre tematiche. Quindi risulta normale una correzione dei titoli azionari, sopratutto quelli che più di altri hanno corso. E risulta anche corretto un “rolling”, come spiegato ieri, verso quelle società che sono state dimenticate dagli investitori, magari più tradizionali e meno hi-tech. Ma… tutto questo basterà a far reggere il mercato, con una FED che si preannuncia meno proattiva?

Al momento la protezione delle banche centrali continua a tenere, troppa è la liquidità generata, troppo è il denaro che i privati e le imprese (anche per acquisti di azioni proprie) hanno a disposizione. Ma di certo possiamo dire che i presupposti per una prosecuzione tonica del rally non ci sono più, a meno che ci sia una ripresa forte dell’economia (certificata) ed un’importante ripresa di credibilità della Trumponomics.

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Scenario probabile. Ma non adesso. Quindi tatticamente, forse, è giunto il momento di fare delle scelte, anche perchè con la frenata dell’inflazione, come ampiamente spiegato in passato, ritornerà di moda il mercato obbligazionario. Che tutti davano per morto ma che…forse morto non è.

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Danilo DT

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4 commenti Commenta
luigiza
Scritto il 14 Giugno 2017 at 10:25

>>Che fine ha fatto la TRUMPONOMICS?

Ha fatto la fine dell’aria fritta cosa che il tuo amico l’Alieno Gentile aveva capito fin da subito.

Scritto il 14 Giugno 2017 at 10:39

Diciamo che il mio Amico Alieno Gentile era molto allineato alle idee del sottoscritto.
O sbaglio?
http://intermarketandmore.finanza.com/trumponomics-illusioni-speranze-utili-e-nuovi-record-a-wall-street-79085.html

luigiza
Scritto il 14 Giugno 2017 at 14:14

@Danilo

sì riconosco e ribadisco che al tempo eravate veramente pochi, ma veramente pochi, ad aver compreso la vera natura del futuro ‘Commander in Chief USA’: quella di un clown.

john_ludd
Scritto il 14 Giugno 2017 at 15:36

lui­gi­za@fi­nan­za,

stai scherzando spero, Trump diventava presidente in un episodio dei Simpson di molti anni fa cioè la sua natura pagliaccesca non è mai stata in discussione TRANNE che da uno sparuto gruppo: alcuni degli anti euro (non quelli seri alla Bagnai, gli altri) o i pagliacci alla Salvini etc… i quali lo hanno eretto subito a eroe mondiale, lanciato contro la Germania cattiva e la globalizzazione per restituire la perduta sovranità etc… manco fosse Che Guevara. Anche loro dovrebbero stare sui Simpson.

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