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CDS: si rischia di più in Europa che altrove!

Scritto il alle 14:00 da Danilo DT

Seguendo la richiesta di un lettore, eccovi un interessante confronto che rende bene l’idea di come stanno realmente le cose.

Parliamo ancora una volta di CDS, ovvero credit default swap, ovvero di rischiosità e solvibilità di emittenti. Ci focalizzeremo su emittenti sovrani.
Vi presento delle slides e poi…nei commenti avremo di che parlare..

Prima slide: CDS paesi emergenti

Credit Default Swap paesi emergenti

Credit Default Swap paesi emergenti

Seconda slide: CDS Europa

Credit Default Swap Europa

Terza slide: CDS paesi sviluppati

Credit Default Swap paesi sviluppati CDS

Credit Default Swap paesi sviluppati

Domanda: quali sono oggi, anno domini 2011, i paesi più rischiosi?

Il credit default swap (CDS) è uno swap che ha la funzione di trasferire l’esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. È il derivato creditizio più usato. È un accordo tra un acquirente ed un venditore per mezzo del quale il compratore paga un premio periodico a fronte di un pagamento da parte del venditore in occasione di un evento relativo ad un credito (come ad esempio il fallimento del debitore) cui il contratto è riferito. Il CDS viene spesso utilizzato con la funzione di polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un’obbligazione. Tipicamente la durata di un CDS è di cinque anni e sebbene sia un derivato scambiato sul mercato over-the-counter (non regolamentato) è possibile stabilire qualsiasi durata. (Source Wikipedia)

STAY TUNED!

DT

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4 commenti Commenta
Scritto il 14 Marzo 2011 at 15:19

Grazie!
Pensavo peggio… diciamo Portogallo e poi Ucraina…

fabio1
Scritto il 14 Marzo 2011 at 16:24

Scusate, ma non capisco il titolo comparso su Finanza.com “Il dramma del Giappone spinge il giu’ il prezzo del petrolio. Gli analisti non concordano”.
Infatti, mi chiedo: in situazioni come queste (disastri naturali) non dovrebbe essere la logica conseguenza un unnalzamento del prezzo del petrolio ?

mattacchiuz
Scritto il 14 Marzo 2011 at 17:22

probabilmente è perchè c’è chi si aspetta che cali la domanda di petrolio per autotrazione o da destinare direttamente o indirettamente alla produzione industriale, mentre parallelamente dovrebbe aumentare la domanda per la produzione di energia elettrica, viste le centrali atomiche…

alla fine come sempre, nel breve sarà solo la speculazione a decidere dove andrà…

vichingo
Scritto il 14 Marzo 2011 at 19:04

Le vogliamo potenziare o no le energie rinnovabili? Ah già dimenticavo, la politica non le vuole, avanti con la me..a del nucleare di terza o quarta generazione che non ha ancora risolto il problema delle scorie. Se tutta quella valanga di soldi per la costruzione delle centrali nucleari fosse impiegata per finanziare imprese e famiglie nella direzione dell’energia pulita si risparmierebbe in termini di salute e di portafoglio. Piuttosto del nucleare preferirei tornare alla candela. Tornando al post mi sembra di capire che i nostri titoli di stato sono ancora un porto sicuro.

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