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CDS e RISCHIO PAESE (ITALIA ED USA)

Scritto il alle 11:10 da Danilo DT

paese_di_cuccagna.jpgAnalisi del “rischio paese”, dei CDS (Credit Default Swap) dei principali Stati Sovrani e un rapido excursus sulle parole dette a vanvera da chi sta nella cabina di regia.

Focus sulla montagna di debiti degli USA.

 

Lo ammetto, a volte mi sembra di essere al centro di una barzelletta.

Si passa dalle stelle alle stalle. Non mi riferisco al mercato azionario, che di per sé ha delle enormi stranezze. Però ha delle “regole del gioco” intrinseche che costringono gli aderenti alla partita, ad accettare alcuni fattori, come la volatilità, con un’unica alternativa: stare a guardare.

Se io oggi compro delle azioni devo sapere a cosa vado incontro. E se sono un po’ oculato, devo cercare, già fin dal momento dell’acquisto, di stabilire una mia strategia, con stop loss ed eventuale take profit (che in fase di mercato toro diventerà stop profit.  .
Però ci sono anche altri settori che di per sé meriterebbero un po’ più di certezza. Mi riferisco ai cosiddetti “porti sicuri”, ovvero i titoli Governativi che da sempre sono sinonimo di investimento difensivo.

Solo che anche in questo ambito la speculazione e la relatività inizia a farla da padrone.
Ma attenzione, non pensate che siano i rumors di mercato o qualche voce del popolo a buttare la benzina sul fuoco della volatilità. Sono proprio i ministri i personaggi politici, i rappresentanti dei governi e delle economie mondiali che spesso e volentieri se ne escono fuori con commenti ambigui, manovrati, probabilmente falsi o politicizzati.
Sarebbe bello capire con chiara trasparenza lo stato delle cose, per lo meno a riguardo dei titoli di Stato. Ma  purtroppo non è così facile.
“The last but not the least” è stato quel fenomeno di Almunia , Commissario agli Affari Economici, il quale domenica se ne è uscito fuori con una frase del tipo:

“… preoccupano paesi come la Grecia e l’Italia dove non si sono consolidate le finanze pubbliche prima della crisi”,

frase poi corretta nella giornata di ieri, con una precisazione dello stesso Almunia che dice:

“ l’Italia non è a rischio, ma ha solo un debito superiore delle altre realtà europee e quindi ha minori spazi di manovra”.
Se poi leggiamo tra le righe, il significato delle due frasi è assolutamente identico, in quanto è fuori di dubbio il fatto che la situazione del debito pubblico italiano deve essere cnsiderato  preoccupante, ancheh perché in fase recessiva la possibilità di “operare” si limita enormemente.
Per dirla in modo molto più semplice, Almunia dice che che l’Italia doveva portare “fieno in cascina” quando l’erba era alta nei campi. Oggi, con un terreno stepposo ed arido, fare fieno non è certo facile.
Con questo cosa si vuol arivare a dire? Che troppo spesso le dichiarazioni sono soggette ad interpretazioni. E poi..chissà come stanno realmente le cose. Non dimentichiamo mai che la classe politicaparla e dice delle cose che non rispettano la realtà dei fatti, ma che , almeno, garantiscono “il quieto vivere” della popolazione, evitando panico e timori. Tanto…poi alla fine…la realtà dei fatti la conoscono in pochi (e mi riferisco a quella vera) e la massa viene a conoscenza quando ormai…la frittata è fatta.
Ovviamente il buon Ministro Tremonti si è detto indignato da tali dichiarazioni.
Lascio a voi l’onere di scelta tra le varie versioni. Resta solo una certezza. L’Italia resta con un fardello di rapporto Debito/PIL non certo entusiasmante.

 

 

Credit Default Swap a confronto

credit default swap core 2009

Clicca per ingrandire. Fonte Bloomberg

Una delle poche cose che ci restano in mano per un’oggettiva valutazione dell’effettivo “rischio paese” sono i cosiddetti Credit Default Swap, i famosi CDS.
In questa tabella potete vedere un aggiornamento dei vari paesi sviluppati. Sono messi in ordine di rischiosità. Come potete vedere, i CDS stanno scendendo in modo molto deciso. Ma siamo poi sicuri che il rischio sia effettivamente sceso ? Ma questi interventi dei Governi non dovrebbero aumentare l’indebitamento e quindi il rischio insolvenza? Il mercato se ne infischia e va per la sua strada.

 

 

I grafici dei CDS

grafico cds italia europa usa 2009

Clicca per ingrandire

 

Concludo con questo grafico sovrapposto.
Trovate i Credit Default Swap di :

.
1. Italia (bianco)
2. Grecia (giallo)
3. Gran Bretagna (verde)
4. U.S.A. (arancione)
5. Germania (viola)

.

Guardate il grande rintracciamento delle ultime sedute. Cosa sarà mai successo per rendere più solidi gli Stati. E pensare che io ero convinto che, con un maggior indebitamento, il rischio aumentasse.
Mah, vai a sapere, forse i Governi hanno tirato fuori la bacchetta magica e non ce l’hanno detto. O forse il mercato continua nella sua volatilità e nella sua emotività.
E andando a riprendere il post sul rischio a cucù , i conti tornano. Anzi, per dirla giusta, NON tornano affatto.

Il Piano Geithner rispolvera per certi versi la proposta di Paulson, in quanto viene riproposto in modo evidente l’acquisto di assets tossici.

 

debito USA

Una montagna di debiti (fonte Morgan Stanley – http://paul.kedrosky.com/)

DOMANDA

 

Ma a quale prezzo? La puzza nell’aria è consistente. Il contribuente rischia di prendersi un fardello enorme da caricarsi sulle spalle.

QUIndi capite benisimo che mi sta bene l’euforia delle ultiem sedute,ma in fondo in fondo mancano troppi dettagli (determinanti) per capire la bontà del progetto e soprattutto il costo che si ripercuoterà sulla collettività e sul debito pubblico.

Ma siamo onesti. Qui non siamo nel Paese di Cuccagna, dove tutto è bello, dove è sempre festa, si mangia, si beve, si ride e si scherza. Qui siamo in mondo con una serie di problemi drammatici. Ora si è scelta una strada. Ma sarà quella giusta?

Ribadisco l’invito alla prudenza.
Quindi, secondo me, il mercato è drogato, vive l’ondata dell’ entusiasmo ma non è assolutamente equo.
O, per lo meno, questo è quanto penso io… Voi, invece, che ne dite?

 

 

STAY TUNED!

 

 

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