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IL PAESE DEI BALOCCHI
1 -La gestione del rischio finanziario
Penso sia sotto agli occhi di tutti il profondo rosso che accompagna le giornate di borsa, in questi primi giorni del 2008. Un profondo rosso che a livello di drammaticità non ha nulla da invidiare ad un altro Profondo Rosso, il mitico film del regista horror il regista Dario Argento.
Purtroppo, come dicevamo ieri, il problema è molto più grave di quanto si possa pensare e di quanto si poteva prevedere. Sono convinto del fatto che in queste settimane ben pochi promotori o banche vi abbiamo consigliato di uscire dai fondi. La maggior parte delle istituzioni finanziarie hanno continuato a mantenere un soprappeso sull’equity, preferendolo ai bonds. Con questo non voglio dire che possiamo promuoverci come super guru dei mercati. Il fatto è che il sistema non andrà a far vendere a tutti i clienti i vari fondi azionari. Ci sono dei budget, delle commissioni e dei bilanci da difendere. Quindi capite che dietro ci sono delle chiare ragioni commerciali. Ripeto, come ormai ho già detto migliaia di volte. L’unico consiglio che posso dare (è veramente l’unico che do con la massima serenità) è che ognuno di voi deve capire bene cosa e quanto vuole rischiare. Ed è quello che dovete chiedere al vostro promotore o alla banca che segue i vs. investimenti: la gestione del rischio finanziario.
2 -Un plauso a Mario Draghi
E proprio sulla gestione del rischio era basato l’intervento di Mario Draghi al convegno Aiaf-Assiom-Atic Forex (a cui ero invitato in qualità di socio). La gestione del rischio e concezione del rischio. Due elementi che neglio ultimi mesi sono stati mesis in disparte a causa di una volatilità bassa e di una liquidità abbondante. Ed è successo quello che ho descritto tante volte sulle pagine di questo blog, episodi che il Dott. Draghi ha illustrato in modo chiaro e diretto.
Lo scenario era di per sé ideale per aprire posizioni speculative a dismisura: tassi bassi, carry trade, bassa volatilità. Tutto ha contribuito a creare un circolo vizioso di cui hanno beneficiato soprattutto le banche, che hanno approfittato della situazione per lavorare spasmodicamente sulla finanza derivata, producendo utili pazzeschi. Avevano scoperto il paese dei balocchi. Leva su leva, derivato su derivato, il sistema aveva completamente perso il lume della ragione. E fu così che, passo dopo passo, il meccanismo si è inceppato e ora…eccoci qui a piangere sul latte versato. Uno scenario che ben poco ha da invidiare ad un terremoto finanziario stile 1929.
3 -Oggi tutti in fuga dal rischio
Chiaramente oggi questa situazione libertina è scomparsa. Tutti sono tornati repentinamente ad un’oculata gestione del rischio e, difatti, assistiamo a movimenti diametralmente opposti a quelli a cui abbiamo assistito mesi fa. Quindi via libera al fly-to-quality e al reverse carry trade. Ma ormai è tardi. La frittata è stata fatta.
Un plauso particolare anche alle società di rating, che hanno regalato la tripla A a mutui tutt’altro che solidi.
Un plauso alle banche che hanno commissionato ad ingegneri finanziari la costruzione di posizioni derivate che hanno affossato i mercati a causa della loro attuale l’illiquidità.
Un plauso a chi credeva di illuderci dicendo che i mercati erano ancora in trend positivo, solo per loro ragioni commerciali.
Un plauso vero, invece, a chi onestamente ha diffidato della situazione e con un po’ di coraggio ha preso la strada della diminuzione di rischio di portafoglio.
Il tempo ci dirà di che morte dovremmo morire (in modo figurato, si intende!). Resta il fatto che, secondo me, ci aspetta ancora una lunga agonia.