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CDS e PIL Italia: aumenta il rischio sul nostro debito pubblico
L’ultima botta ce la dà S&P che prevede per il 2020 un PIL Italia a -9,90%.
Già, ma cosa significa? E poi, come si calcola con esattezza anche la cifra decimale? Beh, bisogna essere onesti. Quando si parla di conteggio di PIL è ormai universalmente riconosciuto il fatto che alla fine si tratta di un dato spannometrico. Pensate che addirittura secondo alcuni economisti può esserci fino ad un 30% di distanza tra un ipotetico dato reale e il numero comunicato per l’onore delle statistiche.
Ma non è certo mia intenzione andare a discutere come si dovrebbe calcolare un PIL reale. Diciamo piuttosto che, utilizzando i metodi attuali, si prevede per l’Italia circa un -10% rispetto al 2019.
Dato pessimo, con potenzialità di recupero, come descritto QUI, decisamente limitate.
(…) Il prodotto interno lordo dell’Italia calerà del 9,9% nel corso del 2020 per poi far registrare una solida ripresa al ritmo del 6,4% il prossimo anno e del 3,2% nel 2022. Sono le nuove stime pubblicate oggi da S&P che per l’eurozona prevede un calo del 7,3% quest’anno con una ripresa al ritmo del 5,6% nel 2020 e del 3,7% nel 2021. Fra gli altri paesi europei, S&P vede un calo del pil tedesco pari al 6% quest’anno seguito poi nei due anni successivi da tassi di espansione rispettivamente al 4,3% e al 3,3%. (…) [Source]
Meno male che adesso siamo di nuovo tutti amici e l’Unione Europea addiritura ci chiede scusa e si mette a nostra disposizione.
(…) “L’Unione europea – ha spiegato la presidente della Commissione europea – ora deve presentare le scuse più sentite, però offrire le proprie scuse vale solo se si cambia il comportamento e c’è voluto parecchio tempo perché tutti capiscano che dobbiamo proteggerci a vicenda”. Von der Leyen ha sancito il cambio di passo dell’Ue, che adesso è ”diventata il cuore pulsante della solidarietà europea” ed è pronta ad ”aiutare i più bisognosi”. (…) [Source]
Forse si inizia a capire una cosa che più volte ho già discusso. Ovvero che l’Unione Europea così costruita non ha più nessun senso, è arrivata al capolinea. E nei momenti di difficoltà come quello attuale, è necessaria la massima coesione.
MA ATTENZIONE: il peggio verrà dopo, perché nel momento in cui sarà finita la serrata per il Covid-19, l’economia sarà meno globalizzata e anzi, per certi versi, sarà in alcuni casi molto più centralizzata. E quindi sarà veramente necessaria un’ UE più forte e coesa, altrimenti (vado al sodo) Cina e USA ci faranno definitivamente a fettine. E per il nostro paese sarà sicuro un futuro sempre più agonizzante.
(…) L’Unione europea come «progetto politico» è destinato al collasso, a meno che non si segua la via della solidarità finanziaria, garantendo sostegno a economie in difficoltà come l’Italia, aiutandole a riprendersi dalle ricadute della pandemia di coronavirus. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un’intervista al Financial Times, sottolineando che «non c’è scelta, bisogna istituire un fondo che possa emettere debito con una garanzia comune» a cui gli Stati membri possano ricorrere a seconda delle necessità e non in base alla dimensione dell’economia. Un’idea, questa, a cui Germania e Olanda si oppongono. (…) «Ritengo che l’Europa sia un progetto politico. Se lo è, il fattore umano è la priorità e c’è il concetto di solidarietà che entra in gioco. L’economia segue questo concetto e non dimentichiamo che l’economia è una scienza morale» (…) [Source]
E se così non sarà, le piazze saranno di dominio dei populisti.
Quindi, un po’ per una UE che torna sui suoi passi, un po’ per una view potenzialmente più coesa, qualcuno potrebbe pensare ad uno spread più compresso. Ed invece no.
Anzi, è interessante vedere come si sta evolvendo non solo il rischio sui nostri BTP ma anche quello che è l’indicatore ITALEXIT.
CDS Italia: con e senza copertura in caso di Italexit
È evidente che il rischio sul debito pubblico italiano sta lievitando (con certi numeri previsionali sul PIL lo ritengo normale). Sia i CDS Italia NEW (che include l’eventuale ritorno alla Lira) che la versione OLD, stanno salendo. Ma il differenziale tra i due, visibile nella parte sottostante del grafico, ci fa sapere che il mercato vede più probabile una possibile uscita dell’Italia dall’UE. Forse perché cacciata fuori dopo un debito PIL oltre il 150%? Difficile. Diciamo piuttosto che il rischio Italia sta generalmente aumentando ed in questo contesto si tende a coprire di più visto che il sentiment sul Bel Paese è quello che è.
Certo è che se non ci fosse la BCE a coprirci il sederino….
STAY TUNED!
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Ovviamente era un commento sarcastico il mio…Ovvio che se ora ci vogliono bene è perchè hanno bisogno di noi, è palese…
Caro Danilo è logico che il CDS aumentino, abbiamo un paese bloccato, un governo confuso ed è stata messa sul tavolo la possibilità di richiesta al MES, che comporta 2 cose:
1)segnalare al mercato che uno stato ha difficoltà ad accedera al mercato
2)introduzione di un creditore privilegiato
Quindi è logico che il mercato prezzi un rischio più elevato e richieda interessi più elevati per sottoscrivere i nostri titoli attraverso un incremeto permanente del costo del debito che va a rinnovare.
Poi si fa anche una domanda, l’Italia prende i soldi del MES, 2% pil, una trentina di miliardi, per quanto può tirare avanti, un paio di mesi? e poi?
Sono sufficienti 2 mesi perchè la BCE si decida a fare la FED?
Se la risposta è si, diamo un calcio al barattolo e andiamo avanti se no ognuno per se e Dio per tutti.
Vivremo tempi molto interessanti.
kry@finanza,
Per quanto riguarda le auto, giorni fa, vedevo un spot TV in cui si invitava a stare a casa e prenotare un macchina nuova, mi faceva morire dal ridere.
In questi giorni è scomparso e noto che sono diminuite fortemente le pubblicità delle case automobilistiche.
Ho letto un articolo interessante se lo ritrovo lo linko, in cui in sostanza veniva individuata come priorità assoluta per la Germania il mantenimento del mercato unico a scapito di qualunque altra cosa.
Saluti a tutti
Il saldo commerciale infine si stima in aumento di 2.847 milioni di euro (da +3.238 milioni a febbraio 2019 a +6.085 milioni a febbraio 2020).
Ciao Danilo
scrivi
Meno male che adesso siamo di nuovo tutti amici e l’Unione Europea addiritura ci chiede scusa e si mette a nostra disposizione.
forse perchè
https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2020/04/06/coronavirus_le_case_auto_tedesche_senza_la_componentistica_italiana_non_si_riparte.html?wtk14=amc146418237624082
…..L’auto, con circa 5,5 milioni di veicoli prodotti ogni anno, impiega direttamente quasi 850 mila lavoratori (oltre 1,6 milioni con l’indotto), rappresenta il 16% dell’export, il 20% del fatturato industriale e il 12% del Pil. Ovviamente, il fermo produttivo di tutti gli stabilimenti ha un impatto senza precedenti
tutti a guardare la pagliuzza nell’occhio dell’ Italia quando altri hanno dei pali , che comincino a fare i conti anche ad altri.
Mi sembra di ricordare che nel 2008 la germania scese più dell’italia e questa volta non sarà diverso anzi farà peggio.
Chi in Italia potrà permettersi di comprare un auto , tedesca per di più con quel che la fanno pagare.
PS
Sarebbe anche interessante solo il transito merci import/export quanto in % incide sul loro pil adesso che il commercio globale è praticamente fermo.