CARRY TRADE: ASSESTAMENTI IN CORSO

Scritto il alle 15:55 da Danilo DT

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Ieri l’amico settevoci ha scritto in un commento “parlare di mercato valutario è come parlare del nulla“. Io ho risposto “e allora domani parleremo del nulla”.
Anche se 7vox ha scritto un commento provocatorio (come sempre) ha scritto tra le righe (come quasi sempre) una verità.

Parlare oggi di mercati valutari è tutt’altro che semplice. E ancor più difficile è parlare di carry trade.  Il motivo è questo. A parte la componente speculativa, che in questa fase di mercato ha un impatto determinante, gli operatori non riescono al momento ad “inquadrare” con chiarezza la situazione macroeconomica e gli scenari che questa crisi vorrà regalarci nei prossimi mesi. Inoltre, non dimentichiamolo mai, abbiamo anche fare con una politica monetaria assolutamente aggressiva, il che ci porta a fare delle valutazioni molto teoriche. Un esempio? Si discute da settimane su quale sarà il ruolo del dollaro nei prossimi mesi/anni. Si parla di una nuova valuta di riferimento. La Cina sta tuonando con nuove ipotesi. Per farla breve, sul valutario poche sono le certezze e molte sono le incognite.

Il carry trade è alla fine della sua esistenza?

Non dimentichiamo mai il motivo per cui è nato all’origine il carry trade.
Il carry trade è nato per sfruttare il differenziale di tasso. Successivamente è stato anche sfruttato per “giocare” sulla volatilità dei mercati più rischiosi, quali il mercato azionario (da qui la correlazione tra borse e valute “cheap”.
Ma oggi, qualcosa sta cambiando, anche perché lo sfruttare il differenziale di tasso sta diventando cosa difficile, o per meglio dire, sta diventando molto pericoloso, in quanto per montare operazioni di carry trade, ci si è costretti ad utilizzare valute deboli contro valute forti, esponendo il carry trader ad un rischio notevole E allora? E allora tutto potrebbe avere un’evoluzione, tutto potrebbe essere rivisto. Quindi sul valutario stiamo a guardare quello che succede, con la certezza che il mercato valutario resta e resterà sempre il mercato più difficile da analizzare e da prevedere.

 

 

Grafico sovrapposto

carry trade valutario 2009

Clicca per ingrandire – Charts by Bloomberg

 

Guardiamo questo grafico sovrapposto. Cosa notiamo? Guardiamo la prima parte, dove troviamo l’indice benchmark S&P 500 e i vari cross vs. Euro (Dollaro USA, Franco Svizzero CHF e Yen Giapponese).
Beh, possiamo ancora dire che, al momento, la correlazione funziona ancora. Ma mi sento di dire una cosa, che risulta una novità per come concepivo io il carry trade. Sembra quasi che si tratti di correlazione tra l’Euro e le borse. In altre parole, mi sembra di vedere una correlazione diretta tra gli indici azionari e la forza dell’Euro. Ovvero: Euro forte = borse forti.
E dico questo guardando anche la seconda parte del grafico, dove si vedeva una chiara correlazione inversa tra il Dollar Index e l’indice S&P 500. Ma ultimamente qualcosa sta cambiando. Certo potrebbe essere anche essere un passaggio momentaneo, è presto per dirlo.

Per il momento è tutto. Avremo tempo e modo per aggiornarci.

 

 

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DT


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