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BTP FUTURA: il target è emulare il GIAPPONE

Scritto il alle 17:36 da Danilo DT

Con il BTP Futura, dedicato esclusivamente alla clientela retail, è risultato chiaro più che mai l’obiettivo del Ministero del Tesoro. La volontà di “giapponesizzazione” del sistema, quindi si va alla ricerca di un debito pubblico il più possibile in mani italiane, ma non solo. Si vuole cercare (anche con altri strumenti) che il risparmio italiano venga utilizzato per far crescere l’Italia e non le altre economia. Ma torniamo all’obiettivo di giapponesizzazione. E’ un percorso realistico?Una cosa però è dirlo. Un’altra far si che il mercato ci creda (e che si realizzi).

Tanto per cominciare il debito pubblico del Giappone è enormemente più grande di quello dell’Italia, e presenta tassi d’interesse in genere ben più bassi rispetto ai nostri BTP. Prima della crisi causata dal Covid-19, come anticipato, il debito pubblico italiano dell’Italia rispetto al Pil era del 131% del Pil alla fine del 2019, mentre il Giappone andava oltre il 237%. Noi viaggeremo serenamente verso quota 160%. Questo però non basta ad avvicinare le due situazioni.

Partiamo proprio con quell’elemento che è la pretesa del Tesoro. Il Giappone, infatti, detiene buona parte del debito fra le mura domestiche per circa il 90%. I Giapponesi acquistano i titoli di Stato di buon grado e in grande quantità, cosa che ha reso il Giappone uno stato che deve, per una buona parte dell’ammontare – gioco di parole a parte – il denaro a se stesso. (Source)

Quello però che vi voglio dire è che non basta detenere gran parte del debito pubblico per garantire la sostenibilità dello stesso e limitare al massimo il rischio rinegoziazione e gli attacchi speculativi.
Tanto per cominciare, malgrado un problema demografico che ci accomuna, il Giappone ha una spesa pensionistica sotto il 10% (Dato OCSE al 2015) del Pil mentre l’Italia supera 16% (dato OCSE al 2015) e non sarà sicuramente calato adesso, con l’introduzione della dibattuta Quota 100. La spesa pensionistica rappresenta infatti la una delle voci di uscita più importante dello Stato italiano.
Inoltre, cosa importantissima, la pressione fiscale Giapponese, stando all’ultimo dato aggiornato OCSE (2017) , è circa il 31%, a differenza dell’Italiana che è di circa il 42%(Dati Nadef e Istat e ancora OCSE). Cosa significa? Che in casi di shock finanziario, il governo giapponese ha margine per l’innalzamento delle tasse come copertura, mentre il governo italiano è già abbondantemente al limite.

In buona sostanza, il debito giapponese è si più elevato, ma ha caratteristiche che lo rendono più sostenibile e affidabile dell’italiano. Malgrado sia chiarissimo che MAI potrà rimborsarlo. E se verrà ristrutturato, sarà una ristrutturazione dei giapponesi su loro stessi. Quindi onde evitare questo rischio, i giapponesi sono “condannati” ad un roll over dove devono rinnovare le scadenze per evitare il crash. Quindi il risparmio di per se, per i giapponesi, è un po’ come se non esistesse perché è un debito che deve essere rinnovato e non viene speso.

Inoltre è chiarissimo da tempo l’interventismo della BoJ, che da tempo mette sotto pressione la curva dei tassi MANIPOLANDOLA palesemente, al fine di azzerare i tassi di interesse, anche continuando a comprare titoli di stato per fornire più liquidità al sistema finanziario. Immaginatevi l’effetto di un aumento dei tassi in Giappone. Sarebbe una bomba ingestibile.
Proprio come… sta diventando per le economie occidentali, pensateci bene. Quindi il processo di giapponesizzazione non vale solo per l’Italia ma per tutto il sistema. E proprio come per il Giappone, solo un tassello può migliorare la situazione. La crescita del PIL. Ma per l’Italia (e non solo) stiamo parlando di semi utopie.

Peggiorano le stime sul Pil, per l’Italia un crollo dell’11,2 %. Le previsioni della Commissione Ue. Nell’Eurozona flessione dell’8,7%, un punto in più rispetto all’outlook di maggio. Calo a due cifre anche per Francia e Spagna, cresce il divario tra i Paesi. (Source)

Sembra quasi uno scherzo chiamare il BTP “Futura”, perchè con questi presupposti viene da chiedersi proprio come sarà il Futuro. E non solo dei BTP. Infatti secondo la Commissione Europea il 2021 porterà ad un PIL a +6%. Peccato che si arriverà da un 2020 con un PIL a 11,2%. A casa mia vuol dire -5,8%, ovvero il doppio rispetto ai paesi UE (PIL UE atteso a -3%). Domanda: dove va il nostro PIL? Semplice, se lo prendono gli altri paesi UE ed extra UE. Chi sarà gran conquistatore di quote di PIL su scala globale sarà la Cina. Ma di questo ho già parlato QUI. A noi solo le briciole, con appunto il rischio che il gap possa solo aumentare.

STAY TUNED!

Danilo DT

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2 commenti Commenta
pdf79
Scritto il 10 Luglio 2020 at 09:00

Caro Danilo in Giappone hanno una banca centrale che fa la banca centrale punto.
Non sono mica fuori di testa come da noi in Unione Europea che ogni volta invece di pensare alle cose serie iniziano le pippe mentali, compro non compro? Quanto compro? Che cosa compro?.
L’ultima pippa mentale è la Corte costituzionale tedesca che attende per il 5 agosto almeno una supercazzola che non cambi niente ma che le lasci intatto il potere di decidere su ogni decisione dell’Unione quando vuole lei.
In Giappone e nei paesi asiatici invece si preoccupano delle cose serie, istruzione, tecnologia ecc, ecco perché la dimensione del debito non interessa a nessuno.
In Italia siamo impegnati nella supercazzola del MES sanitario per motivi di sopravvivenza politici e non sappiamo se a settembre i bambini torneranno a scuola, oggi possono andare al bar e al supermercato ma non a scuola, e tu ti preoccupi se potremo ripagare il debito? La risposta è NO ovviamente.
Saluti a tutti.

    Scritto il 11 Luglio 2020 at 00:24

    Hai ragione, ho dimenticato di parlare anche di questo, e non è un fattore di poco conto. La BoJ ragiona e agisce per il Giappone, la BCE per forza non può pensare ed agire solo per l’Italia. Anzi…

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