Giappone: meccanismo perverso ad alto rischio insolvenza

Scritto il alle 12:00 da Danilo DT

Quando si parla di debito, di Italia e di rischio default, molto spesso si parla anche di Giappone. E non a caso. Come vi ho già detto in passato, il Giappone ha il più altro ratio debito/PIL di tutto il globo. Malgrado questo è ancora un paese considerato molto solido. Come mai?

Il Giappone ha un rapporto debito PIL che, come vedete da questo grafico tratto da questo fondamentale post   (che dovete leggere se ancora non conoscete) è pari al 226%. Ma se poi guardiamo al debito aggregato, ci viene la pelle d’oca. Signori, siamo al 512% del PIL. E noi ci preoccupiamo tanto dell’Italia…
Ma come è possibile che uno stato come il Giappone, con un debito pubblico di tali dimensioni (ed in costante crescita), riesta a mantenere rating così elevati senza finire nella morsa innanzitutto della speculazione e poi delle società di rating, con tutto quello che poi ne consegue?

Quanto posso dire sul Giappone è che tutto sembra incredibilmente sincronizzato. Un meccanismo oliato che da diversi anni permette all’”elefante” Giappone di danzare nella stanza dei bicchieri di cristallo senza fare danni.

Ci sono però 4 elementi che, secondo me, sono fondamentali e che devono essere mantenuti per poter permettere al Giappone la sostenibilità del debito.

1) innanzitutto una considerazione su CHI possiede i bond giapponesi. Per il 94% del totale sono in mano ai Giapponesi, suddiviso tra banche e popolazione. Quindi rischio speculazione sul debito pari a ZERO


2) la popolazione giapponese ha fatto capire chiaramente che, comunque vada, saranno sempre disponibili a rinnovare ed acquistare ulteriori bond del Giappone.


3) Il Giappone paga sui bond il tasso più basso al mondo


4) La politica monetaria del Giappone da anni è mirata verso la deflazione, con obiettivo di mantere gli interessi molto bassi. Altrimenti…come potrebbe pagare il Giappone un tasso sui bond “normale”, tipo un 3-4% quando da anni non paga nemmeno l’1%?

Ma questo cosa significa? Significa che il Giappone è “prigioniero” di un sistema che resta comunque molto precario. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se un qualcosa cominciasse ad andare storto. Come ad esempio il tasso di risparmio. E se i giapponesi non risparmiano più? Ed iniziano a spendere e spandere, chi rinnoverà i bond allo 0.5%? E se l’inflazione per un motivo ignoto inizia a salire e con lei i tassi di interesse, come farà il Giappone a pagare cedole più generose?

Questi meccanismi spesso vengono sottovalutati ma vista anche l’entità del debito giapponese (sopra descritta) devono invece essere tenute ben presente. Anche se occorre ammetterlo, se il Giappone dovesse ristrutturare, almeno l’haircut colpirebbe quasi esclusivamente solo i Giapponesi. Ma di per certo , non mancherebbe un cospicuo “effetto contagio” sulle altre asset class.

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DT

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15 commenti Commenta
kry
Scritto il 26 Marzo 2012 at 12:22

Se il cittadino giapponese non risparmiasse più, qualsiasi sia il tasso di interesse il giappone avrebbe il problema di chi rinnova i bond. Potrebbe succedere che con una forte recessione mondiale,il giappone esporti di meno, cresca la disoccupazione e allora potrebbe diminuire il risparmio e di conseguenza il verificarsi del problema. IL tutto potrebbe partire dalla Cina.

hironibiki
Scritto il 26 Marzo 2012 at 12:33

Caspita come sono attaccati alla patria! Forse è comunque reduce del loro retaggio culturale dove l’imperatore era visto un pò come un signore e dio (ok magari non a livello di faraone).
Comunque davanti all’evidenza mi chiedo come ci si possa continuare a fidare del “governo”. Esempio di Fukushima dove veniva tutto minimizzato e “insabbiato” per non terrorizzare i cittadini e il mondo intero. Poi la verità viene a galla.
Stessa cosa del debito, ok ora regge ma per quanto? Come dice DT a fronte di un cigno nero il castello di carta crolla.
Io avrei paura a mettere i miei (pochi e sudati) risparmi in titoli statali (se fossi un giapponese), men che meno qui in Italia 😐

a_rnasi
Scritto il 26 Marzo 2012 at 12:46

hai scritto tutto: altissima % debito in mano a investitori interni, forte cultura del popolo a sostenere il proprio paese. e dai giapponesi che conosco anche forte senso del risparmio e poco dello spendi e spandi. finchè l’elefante rimane immobile i cristalli sono al sicuro. forse un forte abbassamento del rating dei JGB potrebbe avere un effetto “sveglia” sui giapponesi che potrebbero a quel punto diversificare maggiormente..ma sono solo ipotesi.

7voice
Scritto il 26 Marzo 2012 at 13:10

è il popolo munnezza crede ancora alle favole :

john_ludd
Scritto il 26 Marzo 2012 at 13:39

Un paese che possiede la propria moneta potrebbe persino evitare di mettere titoli di debito. Potrebbe semplicemente crearla e spenderla. In un paese come il Giappone vale d’altra parte l’ovvia identità contabile: debito pubblico = risparmio privato. L’unico limite non è quindi il debito ma il tasso di inflazione. Infine parlare di tasso di interesse assoluto è irrilevante, quello che conta è il tasso reale. Per i giapponesi con tasso di inflazione medio negli ultimi 20 anni pari a -0,5% e un 10y a un tasso medio del 1,5% i titoli di stato sono stati un ottimo investimento. Oggi chi possiede treauries a 5y perde 200 punti/anno di inflazione e anche quelli a 10 hanno rendimento reale negativo (come i bund)… sempre che come già scritto più volte, ci si intenda x cosa significa inflazione. In sostanza il Giappone non può fallire a meno che decida di farlo da se medesimo, ma potrebbe teoricamente finire in iper inflazione. Di sicuro potrà stamparsi tutta la moneta che vuole per abbassare il cambio e giocare la propria parte nella guerra tra le valute appena iniziata.

john_ludd
Scritto il 26 Marzo 2012 at 13:43

7voice@finanza,

è l’effetto del vino: Monti ne ha trincato 3 fiasche, la Camusso mezza damigiana.

hironibiki
Scritto il 26 Marzo 2012 at 14:04

john_ludd@finanza:
7voice@finanza,

è l’effetto del vino: Monti ne ha trincato 3 fiasche, la Camusso mezza damigiana.

E la Fornero (che qui non si vede) versava il vino piangendo. Poi si sarà sbronzata anche lei.

hironibiki
Scritto il 26 Marzo 2012 at 14:13

[OFF TOPIC]
Altra cosa.. Leggevo (e nel mentre ridevo) che ” Il Portogallo ha cancellato il capolinea: no all’alta velocita’. Anche se l’Ue ha gia’ stanziato i soldi. “
AHAHAH e noi ora cosa facciamo, per non darla vinta ai “no tav” costruiamo una linea veloce che porta nel nulla? Wow poco più di un’ora di treno per arrivare nel nulla.
A questo punto potremmo usare i nuovi bombardieri per lanciare i vagoni treno così atterrano direttamente a destinazione. Si potrebbe chiamarli i Freccia Rossa volanti :mrgreen:

john_ludd
Scritto il 26 Marzo 2012 at 17:58

Questo è un post di Michael Pettis che tocca il tema Giappone (e Cina). Pettis è il massimo esperto mondiale di “trading imbalances” e lettura obbligatoria per chi voglia capire meglio questo folle mondo.

http://www.mpettis.com/2012/03/20/the-japan-debt-disaster-and-chinas-nonrebalancing/

Scritto il 26 Marzo 2012 at 19:29

john_ludd@finanza,

Eccellente lettura!

apprendista
Scritto il 26 Marzo 2012 at 20:20

Buongiorno mi sono registrato da poco e mi sono stati consigliati i portafogli compass in che maniera se ne puo’ usufruire? immagino vi sia un costo per l’abbonamento?
Grazie se vorrete rispondermi.

john_ludd
Scritto il 26 Marzo 2012 at 20:20

Dream Theater,

presto compreremo materiale elettronico giapponese al 30% in meno e vedremo più lexus che bmw nelle strade. La guerra è appena iniziata… non ci saranno vincitori !

lampo
Scritto il 26 Marzo 2012 at 20:46

john_ludd@finanza,

Magari… così mi compro la seconda Prius… costruita in Giappone. 😉
D’altronde… bisogna pur far girare l’economia :mrgreen:

Scritto il 27 Marzo 2012 at 08:55

lampo,

Un po’ deluso dalla prima. la davano per 70 miglia per gallone… ne faccio 50… mi sa che e’ meglio una volt….

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