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BREXIT: oltre le apparenze, in arrivo una rivoluzione nella finanza

Scritto il alle 11:30 da Danilo DT

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I mercati generano a volte delle situazioni fuorvianti. Prendiamo ad esempio la Brexit. A conti fatti, e vedendo la reazione dei mercati finanziari, la Brexit tanto temuta si è trasformata in una passeggiata.
Ricordate bene, la Brexit nella realtà NON è ancora avvenuta, NON è successo nulla e quindi trarre delle conclusioni oggi è decisamente sbagliato.
Le problematiche aperte dall’esito del referendum sulla Brexit sono infinite. Ma tra le tante ci tengo a segnalarvene una particolarmente sistemica quanto, secondo me, sottovalutata e poco discussa.

Voi tutti sapete qual’è il ruolo della City di Londra. Molte banche hanno il fulcro della loro gestione finanziaria proprio nel quartiere di Londra, una vera e propria “cabina di regia” per le principali banche europee ma non solo.
Che ne sarebbe di Londra senza la City? Inoltre, visto che la Gran Bretagna vive sul terziario (vale il 70% del PIL) cosa significherebbe per il paese ritorno verso il Vecchio Continente di un volume di transazioni enorme? Perchè è di questo che si tratta, un mondo che rischia di chiudere completamente i battenti. Voi mi direte: figuriamoci! Faranno il possibile per poter mantenere queste sedi in una città ed in un paese che resta comunque protagonista e, anzi antagonista dell’Euro in un’area che rischia di diventare addirittura “protettiva”, visto le difficoltà della moneta unica.
Già, ma c’è un piccolo problema. Con l’arrivo della Brexit, la BCE vuole imporre la localizzazione, nella zona euro, delle stanze di compensazione in euro allo scopo di avere interamente sotto controllo questo elemento cruciale del sistema finanziario europeo e della sua stabilità.
Una questione questa che non è solo finanziaria ma anche politica. E visto che l’UE vuole imporre il “pugno duro”, difficilmente si cambierà idea sotto questo aspetto.
Signori, qui si apre una vera guerra perchè i numeri sono impressionanti, visto che Londra possiamo definirla la vera “casa dei derivati”.
Guardate questo grafico e ve ne renderete conto.

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Si tratta di 570 miliardi di USD, una cifra monstre che non può passare inosservata. E se la gestione di questi volumi dovesse “rientrare” in Europa, quale sarebbe l’impatto per la City, Londra, la Gran Bretagna?

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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10 commenti Commenta
andrea4891
Scritto il 22 Settembre 2016 at 12:12

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ma la UE ha le braghe calate, specie a Est e a Sud

non è che facendo il muso duro salverà l’euro e l’euroburocrazia: se non riesce a fare abbastanza paura potrebbe fare molta più rabbia

gualma
Scritto il 22 Settembre 2016 at 13:47

l’europa ha da fare a passare il 2017, è la torre di babele del nostro secolo e francamente e per fortuna mi sembra già avviata verso il suo 11/09, quindi penso che le banche se ne staranno ben più volentieri a Londra che non in Ue.

Scritto il 22 Settembre 2016 at 14:34

Potresti avere ragione. Conosco qualche amico con aziende con sede in uk che stanno predisponendo il ritorno in UE.
Il problema però è a monte. Sopravviverà l’UE? Molti problemi sul tavolo. Molti paese che pensano solo al loro tornaconto personale. E quando finirà il QE cosa succederà?
Troppe problemi che non si vogliono risolvere

emzag
Scritto il 22 Settembre 2016 at 15:00

gualma@finanza:
l’europa ha da fare a passare il 2017, è la torre di babele del nostro secolo e francamente e per fortuna mi sembra già avviata verso il suo 11/09, quindi penso che le banche se ne staranno ben più volentieri a Londra che non in Ue.

La penso come te sul 2017.
Non riesco a pensare che si possa “attraversare” quell’anno senza drammi e sconvolgimenti colossali che cambieranno la storia.
Ma tutto resta bloccato fino a che non si elegge il presidente USA (e ovviamente per i primi tre quattro mesi successivi) poi vedremo che succede…

john_ludd
Scritto il 22 Settembre 2016 at 16:05

emzag@​finanza,

i problemi ci sono e tanti ma fissarsi su una data è fuorviante, si rischia di essere come il tenente Drogo a fissare il deserto sul muro della fortezza Bastiani e Buzzati ideò la fine di questa fondametale opera in modo così geniale … Se devo trovare un’idea su come può finire, gli ultimi che consulto sono gli economisti e i commentatori di fatti economici e finanziari ,cioè gli esperti del settore. Esperimenti di psicologia ed economia comportamentale hanno prodotto risultati incredibili (se uno non conosce cosa c’è dietro questa disciplina): gli esperti falliscono oltre il 50% dei casi, peggio che testa o croce.

emzag
Scritto il 22 Settembre 2016 at 18:05

john_ludd@finanza,

Naturalmente hai ragione ma io ho questa sensazione precisa.
Non è solo per questioni economiche o finanziarie, per esempio l’avvento (o il ritorno) dei populismi/nazionalismi io lo leggo in un certo modo.

Per dirla in due parole: credo che le élites si siano spinte troppo in là, che si stiano rendendo conto che non hanno i mezzi per tenere sotto controllo la situazione e quindi siccome si sentono costrette ad accellerare sempre di più per non cadere credo che commetteranno un errore.

emzag
Scritto il 22 Settembre 2016 at 18:06

emzag@finanza,

Accelerare magari con una l…

emzag
Scritto il 22 Settembre 2016 at 18:06

OT: Scusate come si fa a cambiare di faccina?

john_ludd
Scritto il 22 Settembre 2016 at 18:33

emzag@​finanza,

la questione non è se la situazione è complicata oppure no, questo è ovvio a chiunque ma prevedere come si svolge il futuro. Chi pretende di farlo è in errore e probabilmente sbaglierà più degli altri. Questo perchè il cosiddetto esperto matura una sorta di aspettativa sulle proprie migliori capacità in funzione di qualche parziale successo ottenuto di recente. La nostra mente pesa molto di più gli eventi recenti (recency bias) e non ricorda o cancella le opinioni che essa stessa aveva avuto in passato, enfatizzando i propri successi e omettendo gli errori (non conosciamo neppure il nostro passato, figurarsi il futuro). La mente crea continuamente rapporti causa effetto laddove non ce ne sono, è un modo (anzi il modo) con la quale adatta una realtà intrattabile alle propre limitate informazioni. Cerca in sostanza di decidere sempre e comunque in assenza di infornazioni o in presenza di informazioni parziali e lo fa per lo più su base intuitiva cioè emotiva invece che probabistica sebbene sia in grado entro certi limiti di farlo E’ una questione evolutiva e spiega il perchè dell’intrattabilità di una miriade di problemi: in realtà non lo sono, sono solo il prodotto di un’azione per lo più automatica. C’è tantissimo altro. Suggerisco la lettura di questo testo, che riassume in modo leggibile a chiunque purchè ben motivato, il risultato di 50 anni di ricerche nel campo della psicologia comportamentale che sono valse all’autore il premio Nobel.

Daniel Kahneman – “Pensieri lenti e veloci”

Questo testo andrebbe complementato da almeno uno dei testi di Nassim Taleb, in particolare l’ultimo e più completo “Antifragile” nel quale il matematico e trader libanese spiega in dettaglio che la nostra vita e la storia tutta sono dominate dalle piccole probabilità e non da quelle grandi che ognuno può in parte prevedere; ma le piccole probabilità non seguono per nulla una distribuzione normale o pseudo normale e sono computazionalmente non trattabili con buona pace degli economisti e dei modelli che mettono in piedi. Concavità verso convessità, operare dalla parte sbagliata è un “sucker game” e il sistema finanziario nel suo complesso è specializzato proprio in quello.

In più, se pensi che il 2017 sarà quel che pensi, come ti stai proteggendo, perchè poi (altro interessante risultato della psicologia comportamentale) se hai ragione e non lo hai fatto pensa che strazio !

emzag
Scritto il 22 Settembre 2016 at 23:54

john_ludd@finanza,

Ok. Io ti dico che nel 2017 succede un casino.
Poi vediamo.

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