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BIG MAC INDEX: indice parità potere acquisto
Ideato diventi anni fa dal quotidiano finanziario The Economist, il Big Mac Index è uno strumento informale di comparazione del potere d’acquisto di una valuta. Il principio è molto semplice. Si parte dall’assunto della “parità dei poteri di acquisto”, ovvero che il tasso di cambio tra due valute dovrebbe tendere naturalmente ad aggiustarsi in modo che un paniere di beni abbia lo stesso costo in entrambe le valute.
Il bello sta proprio dal paniere, che nella fattispecie è appunto il buon vecchio panino Big Mac, (da cui il nome Big Mac Index), un genere alimentare che possiamo trovare ovunque nel mondo, sempre con le stesse caratteristiche, lo stesso gusto MA con un prezzo diverso.
Ma se il bene è ovunque uguale, come mai il costo è diverso? Ed ecco qui che si crea la questione e si genera la tabella comparativa, dividendo il prezzo del Big Mac in una nazione con il suo prezzo pagato ad esempio a New York. Il tutto confrontando il tasso di cambio attuale.
Esempio: ipotizziamo che un Big Mac costi 2,00 Euro a Milano e 2,50 dollari negli USA; quindi il tasso della parità di potere d’acquisto è 2,00/2,50 = 0,8. Se, il tasso di cambio ufficiale è 1 USD per 0,6 Euro, (quindi maggiore al Big Mac Ratio) allora l’Euro è sopravvalutato rispetto al dollaro.
Così facendo possiamo stilare una tabella dove, tenendo conto di prezzi del Big Mac e dei tassi di cambi, possiamo renderci conto con uno strumento reale e semplice dove il Big Mac è più caro, e di conseguenza capire quali e quanto sono sopravvalutate o sottovalutate i vari cross vs USD.
BIG MAC INDEX
Dalla tabella affiorano subito due dati: ovvero che ci sono valute enormemente sopravvalutate (secondo questo singolare metodo) cerchiate in giallino chiaro, e ce ne sono altre fortemente sottovalutate (cerchiate in bianco).
Sarà un caso?
Carissimo l’Euro e il Franco Svizzero, scontate le valute dei paesi emergenti.
Interessante notare il Brasile, emergente ma caro e lo Yen, in linea.
Buon appetito!
STAY TUNED!
DT
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Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg
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mattia06: forse sono daltonico, e chiedo scusa, ma non vedo cerchi gialli e rossi
Non sei daltinico, è che l’immagine è uscita fuori alquanto diversa nei colori.
Sorry, modifico il post!
Fester,
infatti.. Buon appettito! 😆
Un saluto a tutta la board……
Volevo un parere…dato che parliamo di ratio, sul Gold-Silver.
In un tuo post, tempo addietro, spiegavi che se la ratio volgeva verso l’argento era sintomo di ribasso per i metalli…..
Potresti o potete darmi una mano a capire questa cosa?
PS
Nel grafico ho messo il cross del rame.
Un saluto a tutti.
Parlando di tassi di cambio e guardando al medio-lungo termine: grandi manovre della Cina sulla Yuan e l’Euro. Con calma e metodo la Cina si prepara a far entrare lo Yuan nel sistema internazionale dei cambi flessibili e quindi, necessariamente, avremo una rivalutazione progressiva dello stesso.
Che fare in questo contesto ? In teoria dovremmo comprare beni tangibili cinesi in moneta locale ! Lasciando perdere alternative troppo complicate potremmo cercare un fondo in azioni cinesi denominate in moneta locale e non in dollari (o in euro), visto che a termine ci sara una decorrelazione totale tra $ e Yuan. In pratica un fondo che investe localmente in Cina sul mercato locale e non su azioni di tipo Baidu che sono quotate su tutte le piazze internazionali.
Domanda ai professionisti della finanza presenti sul Blog: ma ci sono dei fondi di questo tipo ??? Solo per fare un esempio io ho investito qualcosa sul debito statale obbligazionario degli emergenti in moneta locale con l’ottimo PICTET Emerging Local Debt, molto ben diversificato e con un ottimo rendimento, vorrei trovare qualcosa di equivalente per le azioni cinesi. Spero di essere stato chiaro.
Sul quel prodotto concordo, infatti è tra i facenti parte l’asset allocation di Compass.
Direi che sei un tipo più da Shanghai Index e non da Hong Kong!
Scherzi a parte, preferisco fare un ragionamento valutario con le currency emergenti da una parte, e un ragionamento azionario dall’altra, dividendo però le cose.
Ormai i mercati azionari sono molto globalizzati e quindi gli effetti dei cambi viene automaticamente ritrovato nei risultati societari, almeno secondo il mio parere.
Mi dici dove era stato scritto? Non mi tornano molto i conti… Poi magari mi sbaglio! 🙂
È un tuo articolo del 2009 postato …[url=http://intermarketandmore.finanza.com/la-magia-del-gold-silver-ratio-7267.html]Qui[/url]……Se ho interpretato male il tuo post……puoi spiegare cosa è il gold silver ratio?
qui però siamo off topics… Te lo spiego nell’area dei commenti del gold silver ratio.
Quello che non mi ha mai convinto del Big Mac index è che sottintende che gli stipendi e le materie prime costino in egual modo in tutti gli stati, cosa che ovviamente non è.
Mi sembra ovvio che il Big Mac in Cina costi poco, visto che il costo del lavoro è nullo e la materia prima è radioattiva (scherzo). Questo però non significa necessariamente che la moneta cinese sia sottovalutata rispetto al dollaro: è il cinese che è sottovalutato! 🙂
forse sono daltonico, e chiedo scusa, ma non vedo cerchi gialli e rossi 😯