Big Mac Index: analisi parità potere di acquisto

Scritto il alle 15:55 da Danilo DT

Big Mac Index e nuova tecnica di analisi

In questo momento il mercato valutario è al centro di tante discussioni. Dollaro USA preso tra i fuochi dell’incertezza. Euro forte malgrado i PIIGS, Franco Svizzero usato come valuta rifugio.
Tutto vogliono sapere che succederà in futuro. Dove arriverà il cross EUR/CHF o il classico EUR/USD.
Come sempre i mercati valutari sono i più complessi ed articolati, in quanto i fattori che possono influenzare i vari cross sono veramente molteplici.

Come è ormai tradizione, l’Economist aggiorna periodicamente quell’indice che ormai è ospitato con costanza da questo blog. Parlo del Big Mac Index.

Il Big Mac Index si basa sulla teoria della parità di potere d’acquisto. Prendendo come parametro il bene di consumo della nota casa americana McDonald’s (Big Mac), vengono presi i vari prezzi di listino, tenendo poi conto del tasso di cambio. Il risultato come sempre è molto interessante anche se, come dice lo stesso Economist, un po’ fuorviante. Infatti non è corretto paragonare il Big Mac “Made in USA” con quello “Made in China”. I costi di produzione sono ben diversi. Occorre bilanciare l’analisi con un parametro diverso. E questo parametro è il reddito pro-capite medio.

BIG MAC INDEX

Ovviamente i numeri cambiano subito di aspetto, in quanto se dall’analisi grezza lo Yuan risultata sottovalutato di un 44% rispetto al dollaro USA, a seguito della parametrizzazione col reddito, la sottovalutazione si abbassa sensibilmente.
Il grafico che ne deriva è molto interessante e la linea di regressione (rossa) va a certificare un dato chiarissimo. Il real brasiliano è fortemente sopravvalutato, mentre il Dollaro USA, Yen e Sterlina sono sottovalutati. E la Cina? Secondo questo innovativo metodo, addirittura lo Yuan sarebbe correttamente valutato. Con la metodologia precedente, invece, la sottovalutazione (assieme a quella indiana) sarebbe fortissima.

CLICCA SULL’IMMAGINE sottostante per visualizzare l’analisi completa.

INDICE BIG MAC

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DT

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3 commenti Commenta
84leonardo
Scritto il 29 Luglio 2011 at 18:29

facciamo ipotesi realiste:

In questo momento i repubblicani sono andati a troie con le amiche del Tea Party.

La camera è distrutta. Rimane la proposta democratica che probabilmente passerà al senato. Ma poi chi la racconta a quelli del Tea party freschi freschi di avere distrutto il partito repubblicano?

Se ora il partito repubblicano è nelle mani del tea party non passeranno mai una proposta democratica che sarebbe peggiore di quella bocciata ai repubblicani. O sbaglio?

Quindi è plausibile che l’ accordo non venga trovato nemmeno in questo fine settimana. O sbaglio?

Quindi se ho capito bene rimarrà solo la carta Obama di far ricorso al’ articolo della costituzione per la quale un presidente Usa in casi di emergenza può approvare da solo l’ alzamento del tetto del debito. Questa manovra salva default momentanea però non può nulla contro il downgrade. Quindi essenzialmente lo scenario che si prospetta è:

America salvata in corner per un’ altra stagione di football ma col downgrade sul groppone. I mercati s’ incazzano ancora di più, cade euro sul frano svizzero, cade il dollaro col franco svizzero, aumenta solo euro con dollaro.

Troppo complesso come scenario o è realizzabile?

gaolin
Scritto il 29 Luglio 2011 at 20:12

Leggo nell’articolo che:
“E la Cina? Secondo questo innovativo metodo, addirittura lo Yuan sarebbe correttamente valutato. Con la metodologia precedente, invece, la sottovalutazione (assieme a quella indiana) sarebbe fortissima”
Non è così.
Ricordo che mangiare al Mac Donalds è uno dei modi più costosi in Cina per sfamarsi.
Anche in una Shanghai è possibile per circa 20 RMB fare un lauto pasto, bibita compresa, in un fast food cinese.
Certo, se si va nei luoghi più IN costa di più ma certamente incompabilmente meno di un Big-Mac, anche di questi tempi in cui il costo degli alimentari è molto aumentato in Cina.
I MD sono situati nei posti più prestigiosi e affollati delle città cinesi dove tutto costa parecchio di più.
Insomma riferirsi al Big-Mac
A me pare che chi calcola questo indice sia sponsorizzato dai cinesi, che le tentano tutte pur di dimostrare che la loro moneta, in fondo, non è enormemente sottovalutata come in realtà è.
Insomma il Big-Mac Index cinese non ha nulla a che vedere con il costo della vita in Cina.

Scritto il 29 Luglio 2011 at 23:44

gaolin@finanza,

Mi sa che hai ragione…

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