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BCE: quantitative easing in arrivo?

Scritto il alle 14:10 da Danilo DT

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Avrete probabilmente letto il post sul quantitative easing deciso dall’amministrazione Obama qualche settimana fa: un programma di massiccio riacquisto di assets, non solo tossici, con finalità diverse, per combattere la crisi dei mercati finanziari.
La BCE ha sempre detto che al momento il quantitative easing “non era in programma” anche perché, rispetto alla Federal Riserve, la Banca Centrale Europea ha ancora delle cartucce da sparare in termini di tagli di tasso. Anche se, e su questo non ci piove, il taglio dei tassi oggi ha la stessa utilità di un secchio d’acqua per irrigare il deserto…

Armi non convenzionali

Il ricorso al quantitative easing è considerato come l’utilizzo di armi non convenzionali in quanto il riacquisto (o l’acquisto) di bonds direttamente sul mercato non è propriamente un’operazione “normale”. Ma come ben sappiamo , lo stesso mercato NON è in condizioni normali ed i governi e le banche centrali di ogni paese stanno facendo il possibile per salvare il salvabile.
E così anche la BCE potrebbe utilizzare questa strategia, sicuramente d’impatto ma che non è priva di critiche.
Quindi, si tratterebbe del riacquisto di bonds governativi? A che pro? Abbassarne i tassi sulla parte lunga della curva dei tassi, diminuendo così in modo artificioso il costo di finanziamento dell’emittente statale. Questo risparmio verrebbe poi utilizzato per incentivare la crescita economica con appropriate politiche di sviluppo (probabilmente di matrice fiscale).
Inoltre ci sarebbero anche degli effetti “a cascata” positivi sui tassi dei mutui dei privati cittadini.

Ma non è così semplice per la BCE

Se a ricorrerete al quantitative easing è la FED o la BOE, non ci sono grossi problemi di “gestione politica”, in quanto si parla di una banca centrale e dei bonds emessi dallo Stato a cui fa capo. Ma…qua si tratta di BCE, Banca Centrale Europea, la banca centrale comune a più stati. Certo, la soluzione “ideale” sarebbe un acquisto tenendo conto di ogni singolo stato emittente. Ma c’è un però. I titoli emessi da Italia, Germania, Francia e Spagna sono pari ad oltre l’80% dei titoli emessi dai governi della comunità economica. Quindi questo ragionamento non è possibile. Quindi non si possono escludere “proteste” per una questione di NON equo trattamento.

E per i titoli corporate?

Non si esclude, inoltre, che la BCE possa ricorrere sempre nell’ambito del quantitative easing al riacquisto anche di titoli corporate, soprattutto di matrice bancaria.
A questo punto è sicuro il rischio “politico” nella gestione della cosa. E’ inevitabile creare situazione di scontento evidente da una parte, e di eccessivo favoritismo dall’altra.
Ma sono le regole del gioco, solo che questo gioco, oltre che essere pericoloso in ottica di medio lungo termine, rischia di creare grane ancor prima di essere attuato.
Vediamo nella prossima riunione che si decide. Al momento Trichet ha solo anticipato che non si parlerà di tasso di cambio, ma di altre misure. Quindi avremo l’ennesima conferma che TUTTE le banche centrali, alla fine, attueranno la medesima politica, unite contro la crisi dei mercati e la recessione. Che poi tutto questo ci porti prosperità e benessere, beh, questo è un altro paio di maniche.

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