Banche italiane: il nuovo elefante nella stanza

Scritto il alle 11:00 da Danilo DT

Troppe le incongruenze tra la realtà dei media e quella effettiva. E da Londra arriva un monito: il sistema bancario italiano DEVE essere aiutato. Ma come?

A volte mi sembra veramente di vivere in un mondo parallelo. Da una parte la mia visione, che è certamente personale e discutibile ma, secondo il mio punto di vista, abbastanza coerente con la realtà.
Dall’altra parte invece trovvo tutto quel teatrino che il sistema vuole propinarci. Questa volta non ce l’ho con la FED di Bernanke, che nel suo progetto quantomeno aggressivo, ha comunque avuto nel breve degli effetti positivi tangibili. Basta guardare la borsa USA per rendersene conto.
Ma ce l’ho, tanto per cambiare, con la nostra classe politica. E mi chiedo se è proprio una questione di inettitudine oppure di comportamento doloso volto a distorcere dagli occhi dei cittadini la realtà dei fatti.
Ascolti le parole di Visco e Saccomanni, e ti senti rassicurato sulle condizioni di salute dell’Italia e delle banche italiane. Poi però loro stessi si rendono conto dello stato di difficoltà del sistema e ammettono che in fondo qualche problemino c’è.
Oggi l’Economist, via Ambrose Evans-Pritchard, se ne esce con un’affermazione che di certo non può non preoccupare.

Sovereign strategist Nicolas Spiro says Italy is damned if it tightens, and damned if it doesn’t: failure to make austerity cuts leaves public debt on a untenable debt trajectory, but pushing the cuts too far are self-defeating. “Nobody knows where the balance lies,” he said.
“Italy is shielded from a debt crisis for now because Italian banks are holding the fort, buying most of the bonds. But this creates a ‘doom loop’. The risk is that the sovereign state could drag down the banking system, and we are already seeing a major erosion of their asset quality. The Italian banks are now the elephant in the room.” (Source) 

Ovvio quanto drammatico. Ora il debito pubblico è in situazione di controllo. Ma è palese il fatto che ormai, essendo i BTP proprio in pancia per volumi considerevoli nelle banche italiane, in Italia il rischio banca e il rischio paese sono parificati. E il debito pubblico potrebbe portare nel limbo il sistema bancario italiano che, su questo giornale, viene definito “il nuovo elefante nella stanza dei cristalli”.
Un paragone che spiega in modo abbastanza realistico il momento difficile e “fragile”.

…mentre le banche straniere fuggono dall’Italia…anzi, sono già fuggite da un po’…

Però il tutto “cozza” con l’entusiasmo di Visco: graduale miglioramento in corso, ci dice. Poi però scopriamo tramite l’Istat che il PIL per il 2013 sarà al -2.1%,

Ma non eravamo fuori dalla crisi?

La verità sullo spread BTP Bund

Il Bund a 10 anni e lo spread coi benchmark ell’Eurozona

E non continuiamo a guardare solo lo spread. E’ un errore, lo spread è condizionato non solo dal rischio paese ma anche dal rischio volatilità della curva dei tassi.
Sicuramente potrebbe ritornare più utile valutare lo spread 10yr tra Italia e Spagna vs Bund.

Ovviamente l’Istat ci dà un’immagine del passato, ma del futuro non abbiamo certo grandi certezze. Purtroppo le nostre problematiche di bilancio e il nostro debito sono tematiche ben note a tutti…

Tetto 3% deficit PIL. Sarà mantenuto, anzi no…

Già, il bilancio…ma verrà rispettato il benedetto tetto del 3%? Prima ci dicono di si, anzi, garantita non più di quota 2.9%. Poi arrivano i primi dubbi. Inizia ad essere difficile negare l’evidenza. E poi l’ammissione, forse non verrà mantenuto. Ma come dice Saccomanni, non c’è da preoccuparsi, sarà una fuoriuscita marginale.
E poi le banche. Già abbiamo detto sopra: Visco elargisce sicurezza. Poi pian pianino, oltre al caso MPS, salta fuori il caso Banca Marche assieme alla voragine di Carige. E allora? Ecco che Visco corregge il tiro. Forse proprio tutto benissimo non va. Meglio ricapitalizzare.
Ma chi oggi ricapitalizza?
Chi è disponibile a farlo? Con quali prospettive?
Certo è che le banche stanno facendo pulizia, concedendo nulla alle aziende e portando a costi situazione difficili (infatti le insolvenze salgono sempre di più anche per causa della crisi).
Però questa situazione sta mettendo le banche in forte difficioltà. La qualità dei loro bilanci è sempre più relativa. Le perdite sono sempre più forti, perdite che vanno a rosicchiare il capitale proprio: peccato che in questo momento il sistema chiede alle banche esattamente il contrario, ovvero RICAPITALIZZARE, aumentare il core tier 1.

E guardate le ridicole valutazioni di price/book value delle nostre banche a PiazzAffari…

Mi sembra che il sistema sia entrato in un vicolo cieco. Dice bene l’Economist, le banche italiane rischiano di essere veramente il nuovo elefante nella stanza dei cristalli. E siccome lo stato italico di certo NON ha grandi risorse da destinare per il sostegno al sistema finanziario, chi pagherà dazio?

STAY TUNED!

DT

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8 commenti Commenta
kry
Scritto il 16 Settembre 2013 at 12:03

Banche-italiane-il-nuovo-elefante-nella-stanza-blindata. Banche tedesche l’elefante nella stanza dei cristalli. Dai su un pochino si sano ottimismo, basta dare ragione ai tedeschi che non sono migliori anzi…. di certo imbroglioni.

Gigi
Scritto il 16 Settembre 2013 at 13:55

Caro DT, il concetto é semplice!
Il tetto del 3% é nel rapporto deficit/PIL: se il PIL scende, il rapporto sale.
Perché ci hanno detto che l’avremmo rispettato? Semplice: perché con le tasse di Monti si sono aumentate le entrate e (a parità di PIL) il rapporto é migliorato.
Purtroppo il genio di Monti ha tralasciato un piccolo particolare: aumentando le tasse si deprimono i consumi, dunque scende il PIL. Morale: l’aumento delle tasse non solo non é bastato, ma ha addirittura causato l’effetto opposto!!!

doge
Scritto il 16 Settembre 2013 at 15:12

Alla fine si parla sempre di aria fritta, perchè i veri numeri non li conosce nessuno. Bilanci falsificati a qualsiasi livello, artifici contabili, prodotti finanziari salvagente. Numeri che vengono comunicati, alterati, smentiti e rivisti decine di volte. Computer che si dimenticano di comunicare i numeri raccolti (http://america24.com/news/wall-street-12-09-2013/59907) computer che vanno in tilt mentre le azioni collassano o mentre l’oro crolla bloccandone di fatto la compravendita. Difficile come finirà il gioco, perchè le regole non sono mai certe, e gli arbitri parziali ne rendono ancora incerto il proseguo de gioco. 🙄

john_ludd
Scritto il 16 Settembre 2013 at 16:44

La memoria della gente è breve, proviamo se con un ripasso funziona meglio. In seguito alla crisi Lehmann sono state “sospese” le regole contabili vigenti e da allora la “sospensione” è diventata permanente. Di quale regole stiamo parlando ? Per esempio quelle che obbligano a stabilire il prezzo di ampie categorie di assets in base al prezzo di mercato. Il mark to fantasy è la nuova regola contabile in auge e rende “più belli” gli attivi della banche anglo/americane/tedesche/francesi/olandesi piene allora e ora di porcherie varie. Essendo la madre dei cretini sempre incinta, sono solo le banche italiane a presentare attivi critici. Buona parte delle banche era insolvente nel 2009 e lo è oggi, specie quelle europee dato che alle altre l’uomo barbuto ha dato un bel regalo. Se poi il valore di borsa è oggi il doppio è una buona occasione per vendere e tentare un’azione davvero ardua: comprare qualcosa che abbia una vaga possibilità di mantenere nel tempo il proprio valore espresso in megawatt/ora.

giobbe8871
Scritto il 16 Settembre 2013 at 20:58

john_ludd@finanza,

BEN DETTO JOHN LUDD 😉

MAZZALAI LE CHIAMEREBBE I BUCHI-VORAGINI CON LE BANCHE ATTORNO …AHH AHH :mrgreen:

giobbe8871
Scritto il 16 Settembre 2013 at 21:02

john_ludd@finanza,

il proprio valore espresso in megawatt/ora?
AZIONI ED OBBLIGAZIONI ENI-SAIPEN ? 😉 😯

ED AUTONOMIA ENERGETICA DELLA PROPRIA CASA ! 😀

Scritto il 16 Settembre 2013 at 22:32

john_ludd@finanza,

Beh, credo che tutti ormai sappiamo come stanno le cose, no?

lampo
Scritto il 17 Settembre 2013 at 00:48

Non preoccuparti DT che il tetto del 3% verrà rispettato. Basta posticipare al 2014 i trasferimenti agli enti locali e all’INPS e di colpo la spesa diminuisce migliorando il deficit e il risultato finale.
Ci sarà un motivo per cui hanno posticipato nuovamente l’approvazione dei bilanci degli enti locali (al 30 novembre).
Che siano in attesa del nuovo LTRO di cui si incomincia a parlare in certe sale a porte chiuse… d’altronde siamo quelli più in difficoltà con la restituzione.
Ciò fa pensare veramente che le banche abbiano qualche problemino… ma vedrai che con il nuovo LTRO si ripagherà il vecchio… e si sarà pronti per un altro giro di giostra…

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