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Aumenta la tassa sul trading “veloce”. Dal 20% al 27%. Anzi no.

Scritto il alle 10:47 da Danilo DT

Come anticipato ieri in un tweet dedicato, il Governo ha deciso di dare un altro colpettino con un inasprimento fiscale a chi fa trading, alzando la tassazione del capital gain da 20% a 27%.

Verranno interessate dal provvedimento tutte quelle operazioni che verranno chiuse nell’arco di 48 ore. Se quindi io oggi compro le azioni ALFA ad 1 € e domani le vendo a 1.2 €, lo 0.2 € mi verrà tassato al 27%. Se invece lo chiudo dopo 3 giorni, la tassazione sarà la classica al 20%. Questo inasprimento è stato deciso, così sembra, perché hanno bloccato l’aumento della tassazione sulle sigarette elettroniche.

Aumenta dal 20 al 27% l’imposta sulle rendite finanziarie cosiddette “spot”, ovvero quelle conseguite con operazioni di compravendita concluse entro le 48 ore. Questa imposta sarà “indeducibile ai fini delle imposte sui redditi e Irap”. Lo prevede la copertura dell’emendamento al Dl milleproroghe, approvato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato, che congela fino al 1 giugno l’aumento della tassazione delle sigarette elettroniche.

Il provvedimento è stato individuato da un emendamento della Lega, a prima firma Stefano Candiani, per reperire le risorse necessarie a coprire lo slittamento di sei mesi dell’aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche. (Source) 

Classico pasticcio all’italiana, tolgo da una parte e metto dall’altra, cercando di far si che il risultato non cambi.
Già immagino il mondo bancario in fermento per la gestione della tassazione ma anche delle minusvalenze al 27%.
Una vera barzelletta che diventa farsa nella serata. Infatti…colpo di scena.
Come segnalato da Phastidio, in perfetto stile ITALICUS, nel marasma/caos più totale, la Ragioneria dello Stato cambia idea e rinvia il tutto.
Hanno tastato il terreno e poi hanno capito che forse non era il caso ed hanno fatto marcia indietro.

Potrebbe saltare l’aumento della tassazione (al 27%) sulle rendite finanziarie “spot”, previsto, come copertura, nell’emendamento Candiani (Lega) al dlMilleproroghe che fa slittare a giugno l’aumento della tassa al 58,5% per le sigarette elettroniche. Mentre da diverse parti arrivano critiche alla decisione di aumentare le tasse sulle rendite, la Ragioneria dello Stato, da quanto si apprende, avrebbe sollevato dei dubbi sul perimetro della copertura e per questo si starebbe pensando di riformulare la seconda parte dell’emendamento, trovando una copertura alternativa alla tassazione sulle rendite “spot”. (Source) 

Ma domani (ovvero oggi) è un altro giorno e sapremo se veramente quest’idea ha avuto vita brevissima oppure se verrà nuovamente ripescata, dopo che la macchina politica italiana avrà discusso ed eventualmente trovato altre scappatoie.

Ognuno giudichi come vuole questo fatto. Io dico solo che mette in evidenza la mancanza di serietà, concretezza, intelligenza, logica di una classe politica ormai alla deriva.
Una banda di barzellettieri che ci ricamano storielle quotidianamenti che ci prendono letteralmente per i fondelli. Ma dove vogliamo andare, con questa gente in parlamento? Possiamo solo andare in ROVINA…

– ULTIM’ORA – 

Come previsto, salta tutto.

Stop della commissione Bilancio del Senato all’emendamento al dl milleproroghe che prevedeva il congelamento fino a giugno dell’aumento della tassazione sulle sigarette elettroniche coperto da un aumento della tassazione delle rendite finanziarie ‘spot’ al 27%. La commissione ha cassato la copertura della proposta dando parere contrario sulla base dell’articolo 81 della costituzione. Il provvedimento, approvato ieri dalla commissione Affari costituzionali, è all’esame dell’aula del Senato. (…)  (Source)

Politici Pagliacci…

Seduta Parlamentare di Montecitorio?

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Danilo DT

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9 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 29 Gennaio 2014 at 11:54

ottimo commento, questi no hanno nenache le palle per decidere se fare il brodo o la pasta asciutta!!!!

come dice il buon Mazzalai è la tecnica del canarino nella miniera, prima esci un la notizia e poi a seconda di quanto clamore fa, si ritira indietro la mano.

Complimenti per il coraggio, branco di politicanti mentecatti!!!!

Fuori le palle!!!

ops ma quali palle?

ddb
Scritto il 29 Gennaio 2014 at 17:11

Non avete capito ancora la “finezza” dei nostri tassatori.
Rileggete l’articolo togliendo ogni riferimento alla parola “spot”.
Uno degli ami della prossima manovrina è stato gettato.

ottofranz
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 06:25

Caro DT ,
mi rendo conto di parlar di corda in casa dell’impiccato, ma resto assolutamente e profondamente convinto che certe storture della finanza non andrebbero solo tassate, ma addirittura proibite,

Così come auspicherei che nessuno tranne gli addetti ai lavori potesse speculare su petrolio ,gas grano e generi di prima necessità che servano all’uomo per sopravvivere,e che certi strumenti come i future fossero usati esattamente per lo scopo di difesa per il quale erano stati creati e non per mera speculazione che trovo vada cinicamente contro l’uomo

La finanza ha schegge impazzite al suo interno che qualcuno dovrebbe in qualche modo estirpare,altrimenti ci ucciderà.

Del resto è esattamente quello che sta succedendo

ilcuculo
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 08:39

ottofranz,

Concordo perfettamente.

A me piacerebbe che qualcuno riuscisse a convincermi che l’attività di trading genera un qualche valore aggiunto. Secondo me è un gioco a somma negativa con effetti di lungo periodo devastanti.

Persone che passano la giornata davanti a monitor , testando più o meno fantasiosi algoritmo di analisi tecnica che comprano e vendono titoli e opzioni molte volte al giorno o programmi che lo fanno automaticamente molte volte al minuto. Con soldi proprio o altrui.

L’investimento in azioni dovrebbe basarsi sull’analisi fondamentale della capacità di un’azienda di generare valore e quindi reddito nel tempo.

Differentemente propongo di liberalizzare il Black Jack e lo Chemin de Fer dove l’analisi tecnica comportamentale e psicologica degli aversari è molto più interessante.

Secondo me se uno compra delle azioni dovrebbe essere obbligato a tenerle per almeno un trimestre altro che spot. I premi dei dirigenti delle aziende quotate dovrebbero essere pagati solo con con stock-option esercitabili dopo non meno di 3 anni.

Solo regole che orientino nuovamente l’economia sul medio e lungo termine possono salvarci.

Scritto il 30 Gennaio 2014 at 11:56

ilcuculo@finanza,

ottofranz,

Posso anche condividere il vs parere ma sapete benissimo che è utopia in questo mondo globalizzato. Purtroppo occorre essere realistici e convivere con questo e ben altro (moooooooolto più pericoloso di questi trading veloci).

idleproc
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 12:44

Banalmente. Il problema degli ultimi decenni e senza andarne alla radice è che la finanza (gestione e mercato dei capitali) si è autonomizzata radicalmente dalla produzione reale che è l’unico luogo dove si produce il valore che ci dà da mangiare a tutti e incrementa il capitale complessivo permettendo nuovi investimenti e valori d’uso da redistribuire.
La cosa non è capitata per caso ed è per questa ragione che non è una banale crisi ciclica ma è sistemica. E’ un processo storico e riscontrabile che a parità di capitale investito progressivamente nella produzione, la quantità di valore che ne viene fuori tende a diminuire. Se a questo aggiungi che probabilmente siamo alla fine di un ciclo di lungo periodo “Kondratiev wave”, citata in passato da DT, è stata forte la tendenza a fare scommesse sul futuro, crediti sul nulla, inventare “prodotti finanziari” che non sono affatto “prodotti” perché non generano nessun valore e creare capitali e profitti dal nulla nell’unico luogo dove si potesse fare. La finanza creativa.
La totale finanziarizzazione dell’economia nasce anche da questo ed è una distorsione pilotata anche a livello legislativo con la scusa di eliminare l’evasione.
La forzatura del “mercato” anche da parte delle banche centrali che rispondono alla stessa area di interessi ha ulterirmente forzato il meccanismo creando le condizioni di una pessima allocazione del fattore di produzione “capitale” nella produzione reale.
Alla fine o il capitale virtuale viene cancellato come da regole di mercato oppure devranno estrarre dal risparmio pubblico e privato accumulato (rubare) la quota che gli serve per salvarsi come strato privilegiato e ristretto all’interno dell’architettura del sistema capitalistico.
Sostanzialmente è uno strato sociale “reazionario” e che tende a diventare completamente parassitario trascinandosi dietro tutta la baracca.
A livello di sistema il trading serve, come la finanza ma è la distorsione monopolista dei mega-oligopoli finanziari che porterà a fondo tutta la baracca anche da un punto di vista sociale.
Non so quando accadrà ma accadrà.

Scusatimi per la superficialità è “leggerezza”

ilcuculo
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 16:23

idleproc@finanza: Alla fine o il capitale virtuale viene cancellato come da regole di mercato oppure devranno estrarre dal risparmio pubblico e privato accumulato (rubare) la quota che gli serve per salvarsi come strato privilegiato e ristretto all’interno dell’architettura del sistema capitalistico.

Una delle funzioni del sistema finanziario è stata quella di creare, grazie alle successive bolle gonfiate, quella famosa “calda sensazione di ricchezza” fasulla che ha indotto molte persone a acquistare molto più di quanto poteva permettersi, indebitandosi, perchè tanto poi le azioni salgono….

Così non è neanche necessario “rubare”, le pecore vengono con le loro gambe e si lasciano docilmente tosare… meglio di così…

Certo poi quanto i crediti diventano inesigibili allora sono C@zzi amari

Scritto il 30 Gennaio 2014 at 16:53

idleproc@finanza,

ehm… detto in sordina…io mi ero fatto un po’ di conti e il risultato era proprio 2014.
Vabbè… ma era solo teoria…. (…………………………………………)

idleproc
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 18:32

Dimenticavo…
Il “trader” che professionalmente o meno agisce in ambito finanziario e che ovviamente non è il protagonista del gioco… e non è colui che trucca il gioco… paga di solito di tasca sua o con la “perdita” di clienti, dipende dalla sua abilità a prevedere le mosse di lor signori… qui sta il divertente e l’anomalia, non il “mercato” reale…
Lor signori, invece, gestiscno il casinò… che vince sempre fino a quando il contorno socioenomico regge.
In un “mercato” normale avrebbe una funzione “sistemica” stabilizzante e indirizzante l’allocazione corretta del capitale nella dinamica complessiva, oggi rischia di essere una delle “vittime” designate dello 0, 01%. E lo è.
(non faccio il trader)

Esistono le soluzioni sistemiche per risolvere il problema prima che per motivi sociali arrivi alla sua fine e non sarà una fine soft… molte sono già state scritte in questo blog e da vari punti di vista.
Personalmente sono un “moderato” come tutte le persone in grado di intendere e di volere, la fine dei sistemi è meglio non augurarsela mai indipendentemente dai vantaggi o svantaggi che se ne ricavano individualmente… ma, purtroppo, se la direazione sarà sempre la stessa, non ci sarà alternativa.

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