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ALERT: rischio finanziario e insolvenza banche

Scritto il alle 14:30 da Danilo DT

salvadanaio

Il mercato sta progressivamente cambiando pelle e, finalmente ( non odiatemi per questo, solo che trovo finalmente uno scenario più attinente alla realtà) si torna ad avere un po’ di percezione di quell’elemento chiave che negli ultimi mesi era stato totalmente dimenticato: il rischio finanziario.

 
Ma la cosa interessante, come dicevamo un  giorno fa, è il fatto che il rischio finanziario è lievitato non tanto per gli emittenti societari, alias corporate bond, bensì per gli emittenti governativi.

Parlando con l’amico anonimocds, che sicuramente conoscete già, sono affiorate alcune deduzioni che ritengo decisamente interessanti.
Innanzitutto una valutazione su una situazione che possiamo usare come benchmark per analizzare lo scenario attuale.
Il Credit Default Swap della società ellenica di telefonia oggi è a livelli inferiori rispetto al CDS sull’emittente governativo greco. Detto in parole semplici, il mercato dà più fiducia ad una società di telecomunicazioni anziché allo stato di appartenenza. Scenario sulla carta anomalo. Ma se visto nel dettaglio, l’anomalia si limita non poco.
Infatti, un eventuale difficoltà finanziaria della compagnia telefonica Hellenic Telephone molto probabilmente troverebbe il sostegno di qualche big player straniero che coglierebbe la palla al balzo per acquistare una rete telefonica a prezzi di saldo.
Viceversa… se la Grecia rischia di saltare…chi salverà la Grecia? Molto probabilmente l’Unione Europe, e che diamine, ma di certezze certificate non ne abbiamo.

 

Problemi con gli Stati? Ma occhio alle banche!

 

 Continuando la mia cronistoria dei colloqui giornalieri, ho parlato proprio qualche ora fa con un altro trader, di una primaria sala operativa, la quale mi ha detto una cosa molto interessante ed importante.

Premessa.

Tutti noi abbiamo assistito in questi mesi ad un continuo aumento dei prezzi di bond corporate e delle obbligazioni bancarie.
Gli spread con i governativi e con le emissioni più solide non hanno fatto che restringersi, con un conseguente aumento del prezzo egli stessi bond, generando la famosa “bolla speculativa” sull’obbligazionario di cui spesso parliamo in questa sede.

Ma facciamo attenzione: molti titoli oggi non scontano il rischio emittente.
Un esempio? Sembra che ci siano (questo è un vero SCOOP) delle emissioni obbligazionarie (particolari, dove quindi è un’ipotesi prevista) dove molto probabilmente non verranno pagate le cedole, alias gli interessi.
Ti tratta fondamentalmente di obbligazioni perpetual o subordinate. Ma il mancato pagamento di questi interessi è un segnale tanto chiaro quanto brutto.

Sempre voci di corridoio (la sala operativa  prima citata) mi dicono che i problemi sono soprattutto su banche estere e non italiane. Il problema grande è che il mancato riconoscimento della cedola lo si saprà …solamente nel momento della mancata riscossione e quindi è molto difficile fare delle valutazioni serie.
Volete avere i nomi di queste banche?

Beh, è più semplice di quanto crediate. Guardate sul mercato quali sono le istituzioni finanziarie che recentemente hanno emesso obbligazioni con rendimenti “fuori mercato”. Queste banche sono tra quelle che mi hanno menzionato come “traballanti”. Poi, ovviamente ce ne sono anche altre.
Non voglio fare elenchi per evitare inutili fuggi fuggi e timori vari. Potrebbe anche non succedere niente. Il mio obiettivo, in questo post è un altro.

FACCIAMO MOLTA ATTENZIONE

Anche se il mercato non pondera il rischio emittente, il rischio tassi e tutto il resto, comportiamoci da persone “sagge” e accettiamo una delle grande regole del mercato:

“ci deve essere una rapporto direttamente proporzionale tra il rischio ed il rendimento di un’obbligazione. A rendimento maggiore (rispetto al cosiddetto free risk che per noi europei è considerato il titolo di stato tedesco) corrisponde un rischio maggiore”.

Fatene tesoro.

STAY TUNED!

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