AIG e FED: OSSIGENO AI MERCATI
AIG alla fine godrà di un salvataggio pilotato dal governo USA e dalla FED. Questo è l’elemento clou di una giornata che, come tante altre, entrerà nella storia della finanza globale. Addirittura potrebbero esserci i presupposti per un rimbalzo dei mercati azionari. Ma facciamo sempre attenzione.
Il sistema finanziario, malgrado la nazionalizzazione di AIG, continua a restare fragile e vulnerabile. E questo le banche centrali lo sanno. Difatti ieri hanno nuovamente iniettato una valanga di liquidità. Ma non solo. Ecco qui di seguito un sunto della situazione.
NO ad un taglio FED
Niente taglio dei tassi in USA. Questa è stata la prima di una serie di notizie che ieri sera hanno riempito la giornata a Wall Street, per poi continuare nella notte con altre importanti decisioni.
La scelta (che condivido) è stata quella di dare al mercato un segnale di forza. Un taglio sarebbe stato inutile e forse avrebbe dato un segno di manifesta debolezza. “Aiuto, non so dove attaccarmi e allora taglio i tassi” , ecco quello che il mercato avrebbe potuto interpretare, anche se proprio ieri sui futures un taglio era più che scontato.
SI ad una valanga di liquidità
Se la FED non ha tagliato, non possiamo però negare che indirettamente abbia operato sul mercato. In concerto con le altre banche centrali (BOE. BCE, BOJ, ecc.) sono stati immessi qualcosa come circa 200 miliardi di dollari U$A nel sistema finanziario. Chiaro segnale della gravità della situazione. Un ulteriore aiuto, alias polmone, per permettere al sistema finanziario di respirare, in preda ad un’illiquidità pressoché totale su diversi assets, complice non solo il problema AIG, ma anche i timori su Morgan Stanley, Goldman Sachs e ovviamente il default di Lehman Brothers.
Persino la Banca Centrale Svizzera ha dovuto intervenire sotto questo aspetto. Le banche rossocrociate non sono assolutamente immuni da questa crisi. Chiedere ad UBS e Credit Suisse, tanto per fare 2 nomi.
SI al salvataggio di AIG
Questa è la notizia più importante. Una cosa che probabilmente si poteva dare per scontata, vista la gravità di un eventuale default di AIG. Ma non si poteva dare per certa, vista anche la storia recente con Lehman Brothers. Certo è che un fallimento di AIG (American International Group) significava, senza ombra di dubbio, e qui vorrei trovare qualcuno che mi smentisce, un nuovo devastante 1929. Ed è per quiesto che ieri (e di questo chiedo scusa ai lettori) ho avuto qualche momento di preoccupazione forse un po’ troppo esplicita. Ero preoccupato in quanto conscio dei rischi a cui andavamo incontro.
Il salvataggio di AIG consiste in un prestito ponte di 85 milioni di $ con successiva nazionalizzazione della stessa AIG.
Al momento siamo salvi, anche se la FED ha dimostrato di essere incoerente: non per aver mantenuto i tassi al 2%, ma perché proprio qualche giorni fa a negato la ciambella di salvataggio a Lehman, dicendo chiaramente che non avrebbe più aiutato nessuno, mentre proprio stanotte ha consentito il salvataggio di AIG? Perché il fallimento di AIG comportava la fine del mercato (come noi lo conosciamo). Questo è certo. Comprese grane grossissime per gli ETC quotati. Ma forse non solo.
Magari ci sono magagne politiche che non conosciamo, o altre storie marce metropolitane che nemmeno immaginiamo. O forse Lehman aveva degli assets talmente il liquidi non era impossibile per le eventuali controparti acquirenti fare delle valutazioni.
Resta il fatto che AIG ha goduto dell’interventismo dello Stato Imprenditore Salva Aziende. Non posso che applaudire questa scelta. Era un atto dovuto, necessario.
Bene Goldman Sachs e Morgan Stanley, ma…
Chiudo con una nota. I dati di Goldman Sachs e Morgan Stanley sono stati alle fine della fiera migliori di quanto io mi aspettavo. Il mercato ha digerito la cosa in modo abbastanza “movimentato”, Probabilmente oggi assisteremo ad ottimi rimbalzi proprio di questi istituti. Ma mi giunge un dubbio amletico. E le banche europee? Sta arrivando l’”effetto contagio”. Probabilmente si. Stiamo all’erta, il rischio di mercato potrebbe spostarsi proprio sul vecchio continente. In pole position UK, Spagna e Svizzera. Ma di qeusto parleremo prossimamente…
Sono riuscito a fare un quadro chiaro e credibile? Spero di si…. La parola ora passa alla comunità del blog, ai “Dreamers”. Staimo diventando una bella comunità, non solo per i numeri (ieri abbiamo sfiorato le 9000 pagine viste) ma soprattutto per la qualità. E la qualità paga e a beneficiarne, credo e spero, saremo tutti noi, con un’informazione indipendente, libera e costruttiva, nella speranza che ci possa essere dalla stessa comunità anche un sostegno che permetterà il proseguo di quest’iniziativa.
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