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La FALSA diversificazione

Scritto il alle 13:49 da Danilo DT

La settimana appena trascorsa ha visto un Europa, post taglio tassi BCE, che alla fine è rimasta al palo mentre gli USA, come ormai ci siamo abituati, sugli scudi.

Inutile dirlo, non tutto il listino. Sono sempre loro… Solo sei società hanno tenuto a galla l’Indice S&P 500 quest’anno, con Apple, Meta, Microsoft, NVIDIA, Amazon, Alphabet a registrare la maggior parte dei guadagni. Anche le valutazioni tese sono fonte di preoccupazione per alcuni investitori: sebbene non sia così ampio come nella storia recente, l’attuale rapporto prezzo-utili a termine dei 20 titoli principali dell’S&P 500 è superiore di circa il 42% rispetto al mercato complessivo.


La cosa clamorosa che oggi 10 società, le prime, hanno raggiunto il 35% di tutto l’indice come dimensione. Questa “minore ampiezza” rappresenta per il settore una sfida che non si vedeva da circa 40 anni.

E per gli investitori finali ciò rappresenta una sfida inaspettata. In primo luogo, è dimostrato che questa situazione comporta un aumento del rischio complessivo del portafoglio, soprattutto per gli investitori passivi. La situazione è aggravata dalle similitudini commerciali delle società che guidano il mercato al rialzo, amplificando il rischio di concentrazione.

Praticamente anche chi compra l’indice oggi, NON diversifica. E questo deve essere ben chiaro all’investitore che, invece, pensa ancora che l’investimento passivo mitighi il rischio. Una volta forse, non di certo oggi. La cosa curiosa però è che invece, continuando ad investire in ETF, che sono ponderati per peso, non si fa altro che alimentare ulteriormente la bolla.
All’infinito? Boh, fate voi…

STAY TUNED!

Danilo DT

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1 commento Commenta
antoniorossistuart
Scritto il 11 Giugno 2024 at 05:12

Da un blog come questo non mi sarei aspettato di sentire la solita litania sulla finanza passiva che alimenta le bolle! gli ETF comprano i titoli sul primario, mica sul secondario. Inoltre, cosa più importante: se il mercato è liquido ed efficiente, la teorica sopravvalutazione sarebbe corretta con gli arbitraggi. C’è la gestione passiva certo, ma anche quella attiva, che è molto più pesante, basta pensare ai fondi speculativi. La verità è che quelle aziende fanno una marea di utili e cash flow e che molte di loro sono dei conglomerati che raggruppano più aziende. Si pensi a quanto capitalizzerebbe Open AI se fosse scorporata.

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