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EUROZONA: prove tecniche di recessione
Momento quantomeno complicato.
Come già spiegato, se gli USA vivono un rallentamento economico che al momento è meno preoccupante (anche se di riflesso le conseguenze arriveranno anche sulle aziende USA, molto globalizzate), Cina ed Eurozona vivono già da adesso una situazione più pesante.
Gli imprenditori, quelli che hanno più di tutti il “polso della situazione”, iniziano a temere un drastico peggioramento della situazione.
Beh, che dirvi… Il risultato banalmente aritmetico dell’equazione non lascia spazio a grossa immaginazione.
Anche a causa del conflitto bellico, ci troviamo con un rallentamento della catena produttiva, carenza drammatica di materie prime, anche di tipo alimentare, impennata drammatica del costo delle stesse, inflazione alle stelle, tassi in forte salita. Insomma, un quadro economico che sfido chiunque a definire “propositivo”.
Fondo monetario internazionale: prevede una contrazione della crescita mondiale dal 6,1 al 3,6% e per l’area dell’euro dal 5,3 al 2,8%. Dimezzate in un amen, e scusate se è poco. Gli effetti su tutto il tessuto economico generano un quadro estremamente incerto.
Impatti sul mondo bancario
Immaginate per un attimo l’impatto sulle banche. Nell’immediato il rallentamento può essere assorbito senza problemi, grazie anche al consistente irrobustimento patrimoniale che le autorità di vigilanza hanno perseguito negli ultimi anni. Però tutti noi abbiamo avuto modo di conoscere il mondo bancario e il delicato equilibrio che sono obbligate a mantenere. Per esempio gli NPL (non performing loans). Oggi sembra tutto controllo ma siamo così certi che tali tassi di insolvenza vengano mantenuti con recessione e impennata dei tassi di interesse? E che dire dell’inevitabile credit crunch che ne potrebbe derivare?
NPL Eurozona
“Quello che vediamo è il rischio di una grande recessione. C’è ancora una domanda travolgente a causa della crisi del Covid che stiamo per lasciare alle spalle”, ha affermato Stefan Hartung, CEO del gigante tedesco Bosch. “Ciò significa che per un certo periodo di tempo, questa domanda sarà ancora lì. Ad un certo punto, non sarà solo una crisi dell’offerta, sarà anche essere una crisi della domanda, e quindi, di sicuro, finiremo in una profonda recessione”, ha aggiunto. [Source]
Il problema ora sta nel fatto che si sta deprimendo il sentiment di tutti. Consumatori, investitori, imprenditori. In questo contesto è palese che è NECESSARIO l’intervento di qualcuno. E l’unica strada è nuovamente la politica fiscale.
“Le prospettive economiche” dell’Ue “sono nuovamente offuscate dall’incertezza” ed “è chiaro che la guerra avrà un impatto economico significativo e che le nostre precedenti previsioni dovranno essere tagliate. Dobbiamo mantenere politiche fiscali agili e reattive, proprio come abbiamo fatto durante la pandemia” (Source)
A prescindere da chi ha detto queste cose, non possiamo negare che è l’unica strada. Un’arma potrebbe essere sempre lui, il Next Generation EU per l’Italia PNRR. Ma la grande scommessa è saper impiegare e soprattutto non sprecare le grandi risorse che abbiamo a disposizione.
Ecco, questa sì che è una “Mission Impossible” in un quadro di mercato che ormai sta facendo le prove, verso una imminente recessione.
STAY TUNED!