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ITALIA: la bomba (ad acqua) fiscale e la missione RECOVERY FUND
Abbiamo già quantificato l’impatto di politica monetaria e di politica fiscale in questo post e quindi avrete già letto che la bomba fiscale si aggira sui 10 trillioni di USD.
Uno studio di DB riporta all’incirca questi numeri (leggermente sotto gli importi citati sopra, probabilmente perché non include tutti gli stati) ma cambia poco per le dinamiche che voglio illustrarvi.
Infatti, al netto del sostegno BCE, guardate quanto pesa ad oggi il sostegno fiscale in Europa. Certo, si tratta di proposte eterogenee, con ad esempio, gli Stati Uniti che hanno prodotto il più grande stimolo fiscale diretto mentre Germania e Italia hanno fornito il maggior sostegno fiscale tramite prestiti, garanzie di prestito e iniezioni di capitale.
Inutile dirlo che i paesi che in questa slide hanno la barra rossa più importante (rapportata al PIL ovvio) avranno la miglior ripresa dal COVID-19 perché hanno ricevuto il maggior sostegno diretto, quindi con un peso del cosiddetto “fondo perduto” determinante. Per gli altri invece le strada è decisamente in salita. E non è un caso che sia l’Italia uno dei paesi più in difficoltà. Ecco perché assume un ruolo determinante il Recovery Fund e soprattutto le dinamiche con cui sarà creato. Se avrà una forte componente a fondo perduto, sarà la manna dal cielo per l’Italia.
E proprio a questo proposito, sembra che qualcosa si stia muovendo.
(…) Un Recovery fund da 500 miliardi di euro attivo fino al 2022, costituito per la maggior parte di sovvenzioni a fondo perduto, in aggiunta a un bilancio europeo da circa 1.000 miliardi. (…) La cifra sarebbe identica a quella del piano messo sul tavolo nei giorni scorsi da Francia e Germania, in base al quale però gli aiuti andavano distribuiti totalmente a fondo perduto. (…)
Invece in questo caso non sarebbe così in quanto …
(…) “la grande maggioranza” dei fondi “saranno sussidi”, ma la percentuale di ripartizione non è ancora chiarita: il rapporto tra sovvenzioni e prestiti sarà di 60% o 70% a 40% o 30%. Questo aspetto è cruciale per l’Italia e gli altri Paesi che chiedono una prevalenza di aiuti a fondo perduto, mentre i quattro “frugali” tra cui la stessa Austria con Olanda, Danimarca e Svezia si oppongono (…) [Source]
Era ovvio, il “fondo perduto” totale era da scartare a priori perché bocciato fortemente dai nordici. Speriamo quantomeno in un 50/50.
PS: nota sul grafico. Guardate due colossi come Cina ed India. E’ vero che il numero di teste è ben diverso, è vero che il PIL pro capite non è quello dei paesi occidentali ma mi sembra evidente che si siano tenuti nella faretra diverse frecce da sparare all’occorrenza…
STAY TUNED!
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