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JOSEPH STIGLITZ: Italia presto fuori dall’Euro ed Eurozona con destino segnato

Scritto il alle 09:27 da Danilo DT

Joseph_E._Stiglitz_

Mi è capitato di finire sul sito del Welt, e mi sono ritrovato con un’intervista quantomai interessante, soprattutto perché a parlare è Joseph Stiglitz,  premio Nobel all’economia e non proprio uno stupido. Il suo parere è autorevole e merita sicuramente un po’ di considerazione.

Di certo Joseph Stiglitz non è mai stato tenero con questa struttura di Unione Europea,  ed a ragione. Infatti, come il sottoscritto, ritiene assolutamente deleteria questa situazione, dove abbiamo a che fare con quest’agglomerato di paesi che è sempre più una Disunione. E a nulla sono serviti i moniti della Brexit. Anzi, il dramma dell’immigrazione non hanno fatto che aumentare le divisioni. Non c’è accordo su nulla, ognuno guarda l proprio giardino e tira su le barricate per difendere i propri territori e la propria integrità, andando contro a quegli accordi (Schengen) che dovrebbero andare in ben atra direzione.
Anche per Stiglitz, quindi, questa Unione Europea non ha più senso. E deve succedere qualcosa altrimenti sarà il disastro. Ma la cosa interessante è quello che lui aggiunge….

(…) Starökonom Joseph Stiglitz glaubt nicht, dass Italien auf Dauer Teil der Euro-Zone sein wird. „Wenn ich mich mit Italienern unterhalte, spüre ich, dass die Menschen dort zunehmend enttäuscht sind vom Euro“, sagte der Nobelpreisträger im Gespräch mit der „Welt“. (Source) 

Tradotto dal tedesco suona all’incirca così: secondo Stiglitz l’Italia non farà ancora parte del progetto Euro ancora per molto tempo. Anche perché ha la convinzione che gli italiani siano sempre più delusi da questa Europa unita e dalla moneta unica. Possiamo dargli torto? Successivamente Stiglitz parla di tutto quello che noi conosciamo molto bene: la nostra crisi bancaria, le sofferenze, la crisi economica, la mancanza di crescita, tutte cose arcinote sopratutto per chi segue questo blog. Ma dice anche che tanto in Europa non c’è la volontà di “andare oltre” e provare a creare un qualcosa di più coeso. E alla fine sarà quindi ovvio arrivare all’EuroFrammetnazione.

(…) Deshalb werde der gemeinsame Währungsraum vermutlich in den kommenden Jahren zerbrechen. Dann werde es die Euro-Zone in ihrer heutigen Form nicht mehr geben, sagte der Topökonom: „Es wird in zehn Jahren noch eine Euro-Zone geben, aber die Frage ist, wie sie aussehen wird. Es ist sehr unwahrscheinlich, dass sie immer noch 19 Mitglieder haben wird. Es ist schwer zu sagen, wer dann noch dazugehören wird.“ (…)

Fin qui tutto bene, o meglio tutto male ma sono cose che vado dicendo sul blog da tempo immemore, anche se (lo sapete) io sarei toericamente un europeista, ormai degradato al livello Europeista deluso e rassegnato.
Quello che è interessante viene subito dopo.

(…) Der Ökonom kann zwar eine ganze Reihe von Reformen aufzählen, die nötig wären, damit die Währungsunion tatsächlich funktioniert. Offenbar glaubt er selbst aber nicht daran, dass sich die Regierungen der Mitgliedstaaten zu diesen Schritten aufraffen werden. Die Auflösung der Gemeinschaftswährung oder der Bruch in einen Nord-Euro und einen Süd-Euro seien deshalb die einzig realistischen Optionen, die lahmende Wirtschaft des Kontinents wieder in Schwung zu bringen. (…)

L’economista elenca una serie di provvedimenti che sarebbero necessari. Ma che tanto non saranno attuati: La soluzione quindi è quasi d’obbligo. O si passa ad un doppio Euro (Euro del Nord ed Euro del SUD) oppure più semplicemente (si fa per dire… ndr) avremo la frammentazione dell’Euro. Quindi Euro “game over”.

brexit-eurozona

Stiglitz poi fa anche un paragone tra USA e UE. Dimensionalmente simili, con crisi abbastanza superato dagli americani mentre invece in Europa… i problemi sono ancora tutti li. Proprio perché gli USA sono un’unione vera e non farlocca come la nostra.
Quindi l’ipotesi Euro Frammentazione non è da cestinare. La Germania ha per esempio già accettato che la Grecia lascerà la zona euro, dice Stiglitz. Ed in passato il premio Nobel ha consigliato a Portogallo e Grecia di lasciare quanto prima l’Eurozona. Ma sarà proprio l’Italia il paese che rischia questo percorso prossimamente proprio a causa del peggioramento della fiducia sull’argomento Euro nel nostro Bel Paese.
Un parere, quello di Stiglitz, come tanti. Ma secondo me ben più autorevole. Dobbiamo quindi aspettarci quanto prima una Eurdeflagrazione?

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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4 commenti Commenta
jesselivermore
Scritto il 6 Ottobre 2016 at 11:46

Speriamo che l’ITALIA lascia l’euro al più presto.
DAI è EVIDENTE LO HANNO VISTO ANCHE I MURI, da quando siamo entrati nell’euro, non voglio ripetere una cosa banale, ma GUARDANDO L’ANDAMENTO DELLE ECONOMIE siamo andati tutti male, è andata bene solo la Germania, e la Francia è stagnante. L euro non serve a nulla, serve solo ai banchieri massoni

jesselivermore
Scritto il 6 Ottobre 2016 at 11:48

MONETA EURO = c. a . c . c. a. usata come mezzo di schiavitù per fregarci/vi a tutti.

conrad-johnson
Scritto il 6 Ottobre 2016 at 13:56

Buongiorno Danilo. Direi che la mossa corretta sarebbe la secessione dell’Italia del nord dal resto dell’itaglia, e la sua permanenza nell’area Euro mondata da Grecia Portogallo e Spagna. Questo è il futuro, l’aggregazione delle migliori aree tecnico-economiche del continenete. Si tratta di mera sopravvivenza e se non è idiota la gggente lo capirà presto.

gainhunter
Scritto il 7 Ottobre 2016 at 21:26

conrad-johnson@finanzaonline,

Al di là di quello che sarebbe meglio a livello teorico, tecnicamente è meno complicato uscire contemporaneamente dall’Italia e anche dall’eurozona: lo abbiamo visto con i referendum per l’indipendenza della Scozia e della Catalogna, l’UE non prevede una cosa del genere perchè nascerebbe un nuovo stato che singolarmente non farebbe parte in modo automatico dell’UE.
Comunque sul principio sono d’accordo: per aggregare le migliori aree tecnico-economiche bisogna andare oltre il concetto di stato, che è solo un insieme di aree territorialmente contigue ma spesso profondamente diverse in tutto.

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