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BANCHE CENTRALI: continua il patto di non belligeranza
FED, BOJ e BCE continuano con una politica attendista per il breve periodo. Ma quando l’equilibrio si romperà, la quiete cesserà e si ripartirà con un confronto dove alla fine ci rimetteranno tutte.
Le banche centrali tornano ad essere protagoniste, anche se in modo un po’ inatteso. Sulla BOJ ho già detto ieri. Sulla FED invece, non ci sono grandissime cose da dire. Anzi, il mondo della finanza si sbizzarrisce alla ricerca di nuove verità che in realtà, non esistono proprio.
Se ci pensate un attimo, anche se teoricamente agli antipodi, le due banche centrali che rappresentano gli estremi sul mercato, ovvero FED (all’inizio della fase restrittiva) e la BOJ (Super espansiva da sempre), adottano nell’ultimo meeting una politica comume: quella dell’attendismo.
Partiamo dalla BOJ: il mercato si aspettava nuovi stimoli, ma Kuroda come detto, preferisce attendere. Non chiude la strada a nuovi stimoli (così ammette in un’intervista) ma al momento… meglio aspettare.
Comprare tempo non avendo assolutamente le idee chiare su cosa potrebbe accadere, visti anche i tanti fattori che possono pesare sui mercati, Brexit e petrolio su tutti, tanto per cominciare.
FED: solo a novembre c’è oltre il 50% di probabilità di nuovi rialzi
E la FED? Tutto fermo, alla fine. Vero, l’economia USA ha frenato nel primo trimestre, e il PIL è salito “solo” dello 0.5%. Malgrado questo non si è detto nulla di diverso e si è mantenuto lo “status quo” di marzo.
Anche in questo caso la FED è attendista. E la BCE? Sulla BCE già sapete tutto, ma ricordate cosa vi avevo scritto? Le banche centrali hanno stretto una sorta di “patto di non belligeranza”. I meeting di FED e BOJ lo hanno confermato.
Quindi si compra tempo, e poi si vedrà. Ma state pur certi che nel momento in cui la situazione penalizzerà qualcuna di queste, il clima di non belligeranza cambierà. Ripartirà magari anche la guerra valutaria e tutte le banche centrali interverranno, annullandosi e quindi, alla fine, rimettendoci tutte. Ed è proprio quello che si vuole evitare con il “patto di non belligeranza”. Finchè dura.
Parlavo prima di ricerche spasmodiche al fine di trovare spiegazioni. Deutsche Bank va ad analizzare le parole singolarmente e scopre che…la FED è meno preoccupata della situazione internazionale (e quindi la si legge come un’apertura ad un rialzo a giugno) in quanto è stato fatto un minor uso delle parole “globale” ed “internazionale”.
Bastasse quello che prevedere correttamente il futuro….
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Cio che quest’uomo non puo’ dire perchè di questo campa e’ che le BC e i cosiddetti economisti non hanno la più pallida idea di come uscirne e l’unico volano in mano loro e’ la vola del cambio. Ti sembra logico affidare la giustificazione delle politiche monetarie EU all’indice forward breakeven 10-5? Istituzioni che non sono riuscite a prevedere NIENTE nell’ultimo decennio che affidano le economie a ‘previsioni’ (?|) di operatori di mercato (?) di stime (!) su previsioni tra CINQUE (!) anni di come sarà il mondo tra DIECI(!!). Il comico è che con gli acquisti che effettuano loro chiaramente condizionano il …mercato. E ciononostante la sostanza non cambia ormai da anni. Delle due l’una: Se nonostante un potere di fuoco quasi illimitato le cose non cambiano e fingi di non accorgetene o sono imbelli o c’è il dolo e più il tempo passa più propendo per il secondo.
ironblade79@finanzaonline,
Un post di dietrologia fantastico: allora “..Ma state pur certi che nel momento in cui la situazione penalizzerà qualcuna di queste, il clima di non belligeranza cambierà. Ripartirà magari anche la guerra valutaria e tutte le banche centrali interverranno, annullandosi e quindi, alla fine, rimettendoci tutte. Ed è proprio quello che si vuole evitare con il “patto di non belligeranza”. Finchè dura…’ Quindi solo te puoi capire questo, gli economisti bce e delle altre banche centrali non ne tengono conto!??