Riparte la sfida tra le BANCHE CENTRALI

Scritto il alle 14:12 da Danilo DT

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Oggi avremo la prima delle due giornate del meeting FOMC di aprile. Un meeting che, sulla carta, non dovrebbe regalare grandi sorprese, soprattutto se guardiamo all’immediato.
Ma occorre fare attenzione. La FED ormai ha come politica, quella di comunicare al mercato, nel modo più puntuale possibile, ogni mossa che verrà fatta in futuro. Massima trasparenza, cercando di abbattere ogni dubbio al fine di limitare al massimo la volatilità.
In sintesi, quindi, per il meeting FOMC che si concluderà domani, non aspettiamoci grandi novità ma…prestiamo attenzione in quanto dovrebbe essere propedeutico a future mosse di politica monetaria.
Infatti è nota la volontà della FED di proseguire la politica di un progressivo rialzo dei tassi di interesse, già a partire dal prossimo meeting di giugno.

I motivi? Sono fondamentalmente 3 e ne abbiamo già discusso più volte:

1) Un mercato del lavoro ormai (all’apparenza) solido che sta riportando anche i salari ad una tendenza migliorativa
2) La volontà di mettere un po’ di ordine nel settore del prestiti e dei finanziamenti, in un momento in cui l’accedere al “credito facile” rischia di diventare un’arma a doppio taglio”
3) La necessità di un processo di normalizzazione: dopo tanti anni di esperimenti, la FED deve cercare di rimettersi in riga ed abbandonare progressivamente (e se possibile, in modo indolore) la politica ZIRP (tasso zero).

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Questa è quella che io considero come la “teoria” o quantomeno cisi potrebbe aspettare dalla banca centrale (teoricamente) più potente del pianeta. Ma sarà così? In realtà tutto è discutibile proprio perché NULLA ormai è normale. La FED sa benissimo che questo mercato regge su equilibri molto relativi (tra i principali vi ricordo il sentiment, nulla di più aleatorio e manipolabile, nel bene e nel male) ed un aumento dei tassi potrebbe avere effetti negativi su tanti tasselli come i mercati emergenti, o ancora l’incertezza geopolitica internazionale, il petrolio che resta un’incognita, la frenata economica cinese o ancora il rallentamento globale. E poi “the last but not the least” il rischio BREXIT che tra le altre cose diventerà protagonista proprio nel mese di giugno.
Immaginatevi che pastrocchio se la FED alza i tassi con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

…e poi arriva la BOJ

Infine un appunto lo merita ancora il contesto globale monetario ed il patto “segreto” tra le varie banche centrali, che stanno vivendo un periodo di pilotata “non belligeranza”. Se domani abbiamo il FOMC, giovedì sarà il giorno della BOJ, e non sottovalutiamo il Giappone, alla prese con una problematica molto granosa. Dopo sforzi immani con l’Abenomics, le aspettative sull’inflazione sono nuovamente in peggioramento. Tanti sforzi per nulla. Quindi che combinerà Kuroda? Che si inventerà la BOJ che contrastare l’anonimo rafforzamento dello Yen? Continuerà ancora il “patto di non belligeranza” tra le banche centrali?

Capite benissimo che sottovalutare questi meeting apparentemente innocui è estremamente sbagliato, in quanto si andranno a disegnare le prossime mosse di politica monetaria. E se saranno peggiorative (sorprendendo il mercato) avranno motivazioni non piacevoli, legate alla NECESSITA’ di certe prese di posizione. La parola passa quindi a Yellen e Kuroda. E Draghi sul bordo del fiume, può stare per un attimo ad osservare, nella consapevolezza che ha già fatto molto, forse fin troppo.

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Danilo DT

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