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Affogati dal debito (altro che deleveraging!)
Essere coscienti di trovarsi progressivamente sempre più sommersi dal debito non è certo una bella sensazione.
Ma come, non era in corso un grande “deleveraging”?
Si, vero, in molte aziende sta progressivamente diminuendo il debito privato, ma nello stesso tempo lievita il debito pubblico. Chiamatelo come volete, alla fine il debito è sempre debito ed in forma aggregata (debito aggregato), il saldo è sempre più in aumento.
Infatti li “deleveraging” del settore pubblico è ancora molto lontano. Ci sono progetti e programmi (Fiscal Compact in primis) che dovrebbero invece guardare ad un restringimento del debito pubblico. Ma in questo momento risulta difficile poter perseguire obiettivi di crescita con quelli di deleveraging.
La coperta è sempre quella, bisogna trovare alternative al solo taglio del debito che da solo, sarebbe impossibile visto anche il momento di difficoltà economico. In tutto questo discorso, poi rientrano anche le banche, le quali finanziano il debito pubblico.
Basta guardare agli ultimi dati che abbiamo a disposizione, dove è evidnete una compartecipazione del settore bancario. Ad esempio la Spagna: oggi la quota di titoli spagnoli detenuti da investitori nazionali oscilla intorno al 65%, in aumento del 20% rispetto all’inizio della crisi. O anche la Francia: si prevede che il debito detenuto da investitori domestici diverrà presto pari al 60%. Debito che finanzia debito.
E sempre in quest’ambito merita un aggiornamento anche il ben noto “Margin Debt”, vale a dire la somma di denaro che le banche (per lo più USA) hanno dato ad investitori per comprare azioni al NYSE.
Un giochino pericoloso che ovviamente poggia le sue basi sul nulla. E nel momento in cui il trend gira (assieme a sentiment, prospettive e quant’altro), questo “contenitore” progressivamente crollerà. Si venderanno le azioni comprate a debito e di rientrerà del finanziamento.
Ah, per la cronaca, la correlazione è assoluta e se lo SP500 ha sfiorato nuovi massimi, altrettanto ha fatto il margin debt.
Margin Debt vs SP 500
Ma se il margin debt non vi arreca danni al sonno, questo altro dato, probabilmente potrebbe turbarvi un po’ di più.
Torniamo a parlare di debito aggregato globale. Dal 2007 al 2013 il debito aggregato globale è salito del 40%. Ripeto: 40%. A dirlo è la Banca dei Regolamenti Internazionali, conosciuta come BRI, la quale mette a confronto la produzione annuale di PIL, pari a 72400 miliardi di USD, con il debito presente pari a… 100.000 miliardi di USD. Se poi ci aggiungiamo anche quello che non voglio più citarvi, ovvero la valanga di derivati che oggi è pari a circa 9 volte il PIL prodotto (725.000 miliardi di USD) capirete perché c’è sempre ben poco da stare allegri.
Global debt markets burgeoned to an estimated $100 trillion in mid-2013, up from $70 trillion in mid-2007. Governments (defined broadly to include central, state and local governments) have been the largest debt issuers. The stock of public debt securities reached $43 trillion in June 2013, about 80% higher than in mid-2007. Debt issuance by non-financial corporates grew at a similar rate, albeit from a lower base. Issuance by financial institutions was more subdued.
Non-residents hold about one quarter of the stock of debt securities, compared to 29% in early 2007. This decline suggests that the process of international portfolio diversification may have gone partially into reverse since the crisis. But this could be temporary. Figures from the IMF-CPIS survey indicate that cross-border investments in debt securities recovered slightly in the second half of 2012, the most recent period for which data are available. (BIS)
Ecco il tweet chiave di ieri pomeriggio.
*** DA VEDERE *** Ecco come il mondo è sommerso dai #debiti : oggi siamo a 100 trillioni di USD (Source: BIS) pic.twitter.com/BwCzySVbAc
— Danilo DT (@intermarketblog) March 10, 2014
La logica dice che un debito prima o poi deve essere ripagato. Siamo in grado di poterlo affermare, oggi? Oppure è più facile dire che siamo seduti su una polveriera e che il sistema sconomico finanziario, oggi, poggia le sue basi sulla sabbia?
Nelle prossime giornate integrerò questo post con un altro importantissimo argomento, che al momento vi risparmio per non rendere troppo pesante e dispersiva la lettura di questo articolo.
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la tua logica è SBAGLIATA. Il debito non può essere pagato nella sua interezza in quanto (a titolo di esempio):
1) uno stato costruisce un ospedale, emette titoli pubblici e accresce il debito. Poi che fa, siccome Danilo DT pretende che il debito debba sempre venire ripagato… lo vendiamo… a chi ? ma a un privato che naturalmente lo fa a debito.
2) una azienda costruisce un impianto per la produzione di qualcosa; fa un mutuo e aumenta i debiti. Ma se un domani vende i beni prodotti incassa e potrebbe iniziare a pagare i debiti oppure più probabilmente costruisce o ammoderna gli impianti e così via…
Non si può guardare solo il passivo dello stato patrimoniale di una società, di un privato o di una nazione. Devo scrivertelo io ?
In sintesi I DEBITI NON SONO UGUALI. Il debito pubblico è (identità contabile) ricchezza privata, al più si può e si deve ragionare su come è stato speso e chi ne ha beneficiato e chi no. Il debito privato è tutt’altra bestia e quello che vediamo è UNA CRISI DI DEBITO PRIVATO; i creditori che hanno concesso credito in modo demenziale e irresponsabile tentano di farselo rimborsare dal pubblico, cioè noi, trasferendolo sulle spalle della collettività. In questo modo continuano a distruggere il tessuto economico delle nazioni e a peggiorare la propria stessa situazione, ma quando uno è fallito fa di tutto per non essere fallito come uno che sta per affogare si attacca al collo di chi lo vorrebbe salvare.
QUINDI… no ! il debito non è fatto per essere ripagato MA UNA BELLA PARTE DEL DEBITO che è in giro non può essere ripagato nè ora nè mai e siccome valgono le leggi empiriche ecco che:
Stein’s Law: ” Things that can’t go on forever eventually stop”
Two lemmas:
1) They go on a lot longer than you think they can.
2) They stop suddenly without warning. Even those who see it coming have no idea when.
Una volta si diceva che la matematica non è un opinione. E la logica è in grado di spiegarmi un debito di 100 a fronte di una produzione di 72 …. a si è la finanza. Logica a parte la STORIA insegna che in mesopotamia i debiti non sempre venivano ripagati ed anche in tempi medioevali.
I grafici della BIS che hai postato sono strani… nei soli USA il settore del credito nel suo complesso vale 60 trilioni, circa il 1/4 di quello mondiale che dovrebbe quindi essere attorno a 250 trilioni. Può darsi che si siano questioni di netting etc… comunque non importa più di tanto. E i mercati azionari sono una forma di mercato del credito anch’essi, una sorta di perpetuity con cedola (molto) variabile e un valore di rimborso che può essere MOLTO inferiore a quello di acquisto.
61 trilioni , intendi questo? http://www.usdebtclock.org/# ( e ultimamente quello degli studenti è praticamente esploso ).
Va beh, è ovvio che non tutti i debiti sono uguali, come è ovvio che il debito è gestibile e un debito PIL al 100% sia sinonimo di insolvenza. Resta il fatto che ci si continua ad indebitare. E di questo devi darmi atto. Si gonfiano gli asset, si aumentano i debiti che restano sula capocchia di qualcuno che tecnicamente, un giorno, come diceva Gilles27, dovrà estinguere. E nel frattempo occorre pagarne gli interessi (oggi per fortuna molto bassi). E quelli ci sono sempre e comunque.
A quando la nazionalizzazione delle banche come in svezia negli anni ’90?
Ululare contro il debito che aumenta è utile tanto quanto preoccuparsi della morte e delle tasse. Più utile sarebbe una disamina razionale SUL SE E COME si potrebbe sopravvivere alla prossima e inevitabile crisi cui arriveremo, chi più chi meno, nelle seguenti condizioni:
1) debito privato ai massimi di sempre (ovunque)
2) debito pubblico ai massimi di sempre (non ovunque)
3) disoccupazione nei paesi OCSE doppia che a inizio 2000 e giovanile attorno al 40% in molti paesi
4) tassi a zero
5) QE massivo in USA e Giappone
6) intollerabili tensioni sociali ovunque io possa vedere con qualche rara eccezione
7) situazione esplosiva in medio oriente dove una recessione globale determinerebbe nuove e peggiori “primavere” arabe con ripercussioni di breve, medio e lungo termine sui flussi energetici
8) hard landing in Cina
9) brusco dietro front dei flussi finanziari dal Giappone che hanno sostenuto i mercati nei precedenti mesi e innesco di feedback negativi
10) quotazioni di borsa ormai oltre il livello del 2007 e lanciate verso quelle della bolla del 2000 (l’ultima news letter di John Hussman è come sempre tanto interessante quanto inefficace come segnale di brevissimo periodo)
… se proprio proprio devo azzardare lo scenario più probabile utilizzerei due sole parole:
DEFLATIONARY COLLAPSE
troppo tardi, la Svezia era un piccolo paese con un sistema finanziario localizzato. Nulla di questo è applicabile al sistema di oggi. Sorry ma è assai probabile che avremo massivi bail in, prestiti forzosi, blocco della circolazione dei capitali, regimi che finiscono con “ismo” dove possibile, anarchia altrove e bla bla bla…
Sul fatto che un debito DEBBA essere ripagato sempre e cmq sono in linea di massima d’accordo con Jhon…intendo cioe’ che si deve capire quel debito cosa ha finanziato e chi e’ il creditore…nel caso del debito pubblico in TEORIA un aparte del debito dovrebbe essere a somma zero secondo me (ovvero: se uno stato si indebita e i creditori sono i citadini che acquistano obbligazioni e costruisce un ospedale in linea teoriac il citadino diventa creditore di se stesso, ovvero in senso lato proprietario del bene pubblico che lui stesso utilizza)…il problema alla base di tutto questo e’ quello legato, a mio parere, al signoraggio…se un Paese stampa la propria moneta questo e’ valido, se invece (coem accade ora grazie a chi ha CREATO il giochino) il denaro te lo stampa e presta la FED alla fine si e’ creata ricchezza dal nulla e oltre tutto essendo stati utilizzati i fondi non per costruire (o almeno non tutti) infrastrutture ma prestati per investire nell’equity ecco che si sfascia tutto…lo scenario che io immagino sara’ un haircut del debito sovrano, chiaramente per lo piu’ a danno degli investitori retail, mentre gli istituzionali e governi la sfangheranno con quote minime (Grecia insegna)…e’ inevitabile arrivarci perche’ di fondo (interpreto il pensiero di Dream sperando di nn sbagliare) e’ vero che quel debito cosi com e’ non puo’ essere ripagato…il fatto e’ che esistono eventi e situazioni concatenate e se nn si parte dall’inizio ci si avvita inevitabilmente…il primo step da risolvere sarebbe quell del signoraggio (leggi:la proprieta’ della moneta dovrebbe tornare ai governi centrali)…in subordine una migliore gestione della res pubblica, in questo modo anche il discorso Euro troverebbe secondo me sbocchi piu’ coerenti (non e’ che se esci dall’euro risolvi i problemi, ma e’ evidente che i paletti imposti da questo sistema amplificano il problema di base, non ultimo quello della sovranita’ nazionale e popolare)…il fatto che la gente si arrovelli su pro e contro euro semplicemenmte mette in evidenza il fatto che nessuno ci capisce una mazza mediamente…come con Bankitalia, l’errore non e’ se rivalutare le riserve o meno, il fatto e’ che come c…o e’ spiegabile che un istituto di disitto pubblico sia possieduto da enti privati?quando fu fata questa scelta il sistema era diverso, ora e’ del tutto inconcepibile, anche perche’, banalmente, la Banca d Italia deve tra le altre cose vigilare sul sistema privato, quindi vecchio gioco del controllore possieduto dal controllato, piu’ evidente di cosi…l ‘euro ha i giorni contati, se Draghi si sveglia durera’ un po’ di piu’ altrimenti sara’ prima percge’ una moneta cosi forte non puo’ reggere e’ sta disintegrando l’economia… la vera domanda e’:chi ha creato il gioco, a cosa mira?non mi stupirei se mirassero al collasso per far digerire a governi e popolazioni leggi e regole ancora piu’ stringenti, alla fine il gioco e quello e nessuno me lo leva dalla testa, a partire dalla bolla del credito creata ad arte…ti porto sull’orlo e anche proprio alla distruzione e in quel momento farti accettare qlc mia decisione presa per ‘salvarti’ sara’ naturale, e mi dirai pure grazie…
Certo, debt deflation… ormai lo sanno anche i muri. PErò è importante anche fare luce su COME viene creata quesat crisi.
Cmq domani torniamo sull’argomento. Don’t worry…
dove trovi scritto DEBT DEFLATION ? io non ne parlo mai in questi termini. Ho scritto collasso deflazionario, non è la stessa cosa. La prima è la mera conseguenza di un eccesso di credito, ci vuole tempo ma alla fine si cura. La seconda è la conseguenza di un eccesso di popolazione dedita al consumo di risorse naturali a un ritmo molto più elevato del ritmo naturale di rimpiazzo al fine di creare di una economia basata sul consumo di beni per lo più inutili, di breve vita che comportano un consumo scriteriato di energia. Non si cura, l’economia che l’ha generata collassa perché le leggi dell’economia sono effimere, quelle della natura sono eterne. Se vuoi comprendere la crisi attuale non devi continuare a guardare all’economia e tanto meno alla finanza ma alla termodinamica, alla chimica, alla geo fisica… ma notoriamente nella costernazione di tutti gli scienziati le persone che hanno letto e pasticciato tutta la vita solo con l’economia questo non lo capiscono e quindi, dato che sono i finanzieri e gli economisti a progettare presente e futuro, inevitabilmente soccomberemo.
Ululare contro il debito che aumenta è utile tanto quanto preoccuparsi della morte e delle tasse. Più utile sarebbe una disamina razionale SUL SE E COME si potrebbe sopravvivere alla prossima e inevitabile crisi cui arriveremo, chi più chi meno, nelle seguenti condizioni:
1) debito privato ai massimi di sempre (ovunque)
2) debito pubblico ai massimi di sempre (non ovunque)
3) disoccupazione nei paesi OCSE doppia che a inizio 2000 e giovanile attorno al 40% in molti paesi
4) tassi a zero
5) QE massivo in USA e Giappone
6) intollerabili tensioni sociali ovunque io possa vedere con qualche rara eccezione
7) situazione esplosiva in medio oriente dove una recessione globale determinerebbe nuove e peggiori “primavere” arabe con ripercussioni di breve, medio e lungo termine sui flussi energetici hard landing in Cina
9) brusco dietro front dei flussi finanziari dal Giappone che hanno sostenuto i mercati nei precedenti mesi e innesco di feedback negativi
10) quotazioni di borsa ormai oltre il livello del 2007 e lanciate verso quelle della bolla del 2000 (l’ultima news letter di John Hussman è come sempre tanto interessante quanto inefficace come segnale di brevissimo periodo)… se proprio proprio devo azzardare lo scenario più probabile utilizzerei due sole parole:
DEFLATIONARY COLLAPSE
da qualche parte bisogna cominciare.
http://www.bloomberg.com/news/2014-03-10/iron-ore-plunges-most-since-august-2009-on-china-demand-concern.html
http://www.zerohedge.com/news/2014-03-11/chinese-credit-concerns-clobber-copper-collapse-continues-lowest-july-2010
e si potrebbe continuare con zinco, stagno, alluminio.
sarà molto interessante vedere nei prossimi giorni yen e yuan.
Giusto per acculturarci ed avvalorare ciò che dici. http://ugobardi.blogspot.it/2014/03/il-cambiamento-climatico-spiegato-ai.html
DEFLATIONARY COLLAPSE. Sembra che il rame sia l’unico che t’ha preso sul serio e se l’è fatta solo dalla paura. Sotto soglia 3.
kry@finanza:
john_ludd@finanza,DEFLATIONARY COLLAPSE. Sembra che il rame sia l’unico che t’ha preso sul serio e se l’è fatta solo dalla paura. Sotto soglia 3.
Io non sottovaluterei. La Cina vale i 2/3 dell’export mondiale. Ed è l’unica area dove….
Quando i tipi strambi come John Ludd vengono presi sul serio è “a posteriori” cioè quando è troppo tardi… nel frattempo tutti lì a cercare di ravanare qualche euro o qualche dollaro pasticciando con la tastiera di un computer, ognuno ha la sua “idea vincente”. Mi rendo conto di essere una curiosità. Auguri per il tuo personale tentativo. Sul serio.
il cambiamento climatico esiste ma non credo che le previsioni dell’IPCC abbiano alcun senso. Ipotizzano consumi di idrocarburi per alcuni decenni ancora che collidono con due evidenze 1) non esistono abbastanza idrocarburi 2) il sistema finanziario globale esiste finchè la maggioranza degli operatori pensa che avremo “presto” crescita economica come nei ruggenti anni 90. Impossibile perché non esistono le risorse energetiche necessarie, sia come prezzo (cioè ora) sia come disponibilità (da domani). Una recente raffica di annunci da parte delle grandi compagnie petrolifere sono la campana a morto di quell’industria e di conseguenza di tutto quanto sopra vi si appoggia. Naturalmente le trovate su Bloomberg e/o altrove ma quasi nessuno ci ragiona su, travolto dal desiderio (e quel che è peggio dal convincimento) di trovare qualche settore “a sconto” e fare qualche quattrino. Non appena l’illusione della crescita finirà , il sistema collasserà, il primo grosso operatore che si muove si tirerà dietro tutti gli altri. Avverrà molto in fretta e nessuno sarà pronto, neppure quelli che lo avevano previsto. Avrai un gran freddo in futuro, non un gran caldo.
Ed infatti per scelta da sei anni mi scaldo a legna consapevole che anche quella diverrà un problema. Ricordando un tuo scritto sulle foreste inglesi di 200 anni fa, ricordando la teoria dell’isola di pasqua e di recente i taglialegna greci. ( P.S. Io John_Ludd lo ritengo molto serio. ) Ciao, grazie e mi raccomando non stancarti di scriverci.
… io uso il gas dato che c’è, dopo eventualmente e sempre che ci arrivi e mi interessi mi sposterò in qualche luogo dove non c’è l’inverno. L’Italia meridionale ha ancora luoghi incantevoli, il cibo è buono e biologico e x vivere basta pochissimo… evitando le zone riempite di scorie chimiche dalla camorra ovviamente ! 😀
Ayvalık, Alibey Adası (Cunda) luoghi incantevoli, il cibo è buono e biologico e x vivere basta pochissimo… pure la casa è(era?) a prezzi ridicoli rispetto a qui, con appoggi e conoscenze locali e chiacchierate in italiano. Un sogno non più realizzabile.
“La logica dice che un debito prima o poi deve essere ripagato”
…diciamo che forse è più corretto usare la seguente frase:
“La prassi attuale dice che un debito prima o poi deve essere estinto”
(quindi non necessariamente ripagato dal debitore).