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Per la BCE è ora di entrare in guerra
Il termine “Giapponesizzazione” sintetizza all’ennesima potenza quello che rischiamo di ritrovarci in Europa nei prossimi anni. Per carità, non vi dico nulla di nuovo soprattutto se seguite il blog di I&M da più tempo.
Perché rischiamo di fare la fine del Giappone? Tralasciando gli ultimi mesi, dove la cosiddetta Abenomics ha preso piede, e considerando invece gli ultimi 20 anni, possiamo notare con una certa chiarezza che nel paese del Sol Levante la deflazione era non solo di casa, ma era fortemente radicata nella sua struttura economica. Anche adesso, malgrado una politica monetaria iper espansiva, Tokyo fatica ad uscirne fuori. Una spirale quasi insuperabile.
Guardiamo all’Europa di oggi. Ritroviamo la stessa bassa crescita economica, se non addirittura stagnazione e recessione (è nota la natura molto promiscua di una serie di economie tenute insieme con quel contratto chiamato EURO), troviamo gli stessi tassi (praticamente quasi a zero), troviamo in certe aree un debito che non scende ma continua a salire.
Non dimenticate poi che il rischio “Giapponesizzazione” noi ce lo becchiamo in un momento di crisi economica globale. Il che peggiora il tutto. Sul fronte delle esportazioni, poi, la deflazione è una vera tragedia. Una valuta forte impedisce alle imprese di trovare clienti all’estero. Il tessuto imprenditoriale viene danneggiato, cala la produzione, aumentano i licenziamenti ed i fallimenti. E aumentano i rischi sociali.
Ora, sinceramente parlando, voi questi rischi li vedete nel sistema economico attuale? Se lo chiedete ad un tedesco forse vi dirà di no, ma se la stessa domanda la fate ad uno spagnolo, ad un greco o ad un italiano, beh, la risposta è sicuramente SI.
Chi può fare molto in quest’ambito, come strategia d’impatto, è sicuramente la BCE. Bruxelles qualcosa ha fatto in passato. Ma oggi occorre fare MOLTO di più, proprio perché ci sono paesi che sono profondamente a rischio deflazione. Come l‘Italia.
Siamo lontani dal target inflazione pari al 2% e in questo panorama l’Italia è a fortissimo rischio di deflazione interna. E per combattere la deflazione interna che occorre fare? Siamo alle solite: recuperare competitività, tagliando i costi di produzione, diminuendo i costi del lavoro (defiscalizzazione) e creando prodotti più competitivi nello scenario economico europeo e mondiale. E nello stesso tempo occorre maggiore flessibilità sui nostri conti pubblici. E su questo lato sembra che qualcosa si stia muovendo.
(AGI) – Roma, 20 feb. – Riforme in cambio di maggiore flessibilita’ del deficit. L’apertura della Ue a considerare una deroga al tetto del 3% per quei Paesi disposti ad accelerare sulla strada delle misure necessarie a far ripartire la crescita e l’occupazione e che hanno un impatto sulla riduzione del debito e’ stata ufficializzata dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, al termine di un’audizione alla commissione Problemi economici del Parlamento europeo.
Il presidente dell’Eurogruppo, che aveva gia’ anticipato il suo orientamento due giorni fa, al termine dell’Ecofin, ha sottolineato che l’ipotesi si riferisce alla possibilita’ di concedere piu’ tempo per raggiungere l’obiettivo del 3% fra deficit Pil, e riguarda quindi in particolare i paesi che sono al di sopra di tale limite, che per ottenere la deroga devono pero’ “dimostrare di aver gia’ fatto delle riforme”.
Ma questa è un’altra storia.
Torniamo alla BCE e alle sue manovre. Innanzitutto vorrei portare alla vostra conoscenza il Bilancio della BCE. Rispetto a quello di tante altre realtà ha avuto una contrazione notevole. Da 3.100 miliardi di € a circa 2.200.
Bilancio BCE
Un crollo che quindi da enormi spazi di sviluppo, se la BCE vorrà. Vero, non c’è pressione sul mercato della liquidità. Ma occorre vivere attimi di terrore per poter vedere il Panzer BCE all’opera? Non sarebbe meglio una manovra preventiva con la benedizione della Germania?
La liquidità in eccesso è sotto ai parametri previsti (200 miliardi €) , il tasso Eonia però, per fortuna, resta decisamente tranquillo. E nell’ stesso tempo l’inflazione è in caduta libera.
Liquidità in eccesso, Eonia, inflazione core Eurozona
Ma se guardiamo SOLO alla Germania non si interverrà mai perché da loro la deflazione NON esiste. Ma vedrete, anche loro ben presto capiranno una cosa. Che con la Cina in crisi, con un’Inflazione in calo e consumi generici in diminuzione e con un Euro così forte, anche le loro esportazioni patiranno: peccato che nel frattempo la nostra economia sarà sempre più martoriata.
Non è permesso e non è elegante chiamarla così, ma è giunta l’ora di cominciare ad entrare in guerra. Una guerra valutaria innanzitutto, portandoci al livello di BoE, BoJ, FED, e iniziare a guardare al futuro con più dinamicità, mettendo in testa agli obiettivi BCE non solo l’inflazione ma anche la crescita economica.
Senza però dimenticare che anche noi, nel nostro interno, dovremo intervenire con le riforme di cui parlava prima Dijsselbloem. Ma su questo, sinceramente parlando, ho più dubbi di quanti ne ho che la Germania accetti un QE Europeo.
MILANO (Reuters) – Per arrivare a una riduzione delle diseguaglianze nei redditi, all’Italia servono nuove riforme mirate a ridurre il dualismo del mercato del lavoro – in particolare la messa a punto di una rete di ammortizzatori sociali universali – e a migliorare l’educazione professionale e i programmi di formazione.
Lo scrive l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nell’ultimo rapporto dal titolo ‘Going for Growth’, presentato al G20 di Sydney.
L’analisi arriva per l’Italia in un momento in cui le misure per il rilancio dell’occupazione sono al centro del dibattito politico dopo la presentazione del ‘Job Act’ di Matteo Renzi, incaricato di formare il nuovo governo.
Nella proposta dell’ex sindaco di Firenze trovano largo spazio le politiche attive per il lavoro, una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, unita a una semplificazione dell’intera normativa.
Tutto questo anche per evitare il fenomeno descritto in apertura. Se ci “giapponesizziamo”, noi italiani, siamo fottuti. Totalmente.
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un altro LTRO o acquisto di titoli dei paesi periferici o cos’altro ???????
una ulteriore riduzione dei tassi sarebbe poco significativa, se non sbaglio.
Certo, poco significativa ma simbolica. Come per dire: finite QUELLE munizioni. Ora il mercato può aspettarsi altro
E intanto, proprio ieri o l’altro ieri quel @!!#!..one di Weidmann ha ribadito, come se servisse! lo sappiamo già Jens sono anni che sei un disco rotto…non capisco nemmeno perchè ti paghino Jens, ogni 2 o 3 mesi potrebbero rispedire via mail la tua solita dichiarazione e sarebbe uguale, dicevo Weidmann ha ribadito la sua totale contrarietà a qualunque mossa tipo LTRO o OMT.
Grazie, ho letto. Se non ho capito male, affermi che il driver in realta’ e’ un altro, almeno nel breve termine. Quindi la correlazione di cui sopra e’ un accidente. Puo’ essere.
perchè c’è gente che ancora si ostina a ritenere Wiedmann un cretino quando è uno tra i pochi ad avere una chiara strategia. La Bundesbank che non ha mai voluto l’euro e che da Kohl in poi aveva perso progressivamente potere, vede ora una grande occasione e non potendo dichiarare la propria avversità, persegue una tattica ad azione lenta: riduce il campo di azione della BCE, impone regole che sa essere contro producenti e distruttive, semina rancori in Germania verso il Sud Europa e semina rancori e paura in Sud Europa verso la Germania. Il susseguirsi di documenti “riservati” che contengono indicazioni per patrimoniali al 10% e che vengono chissà come rivelati al pubblico sono uno tra gli strumenti utilizzati. Sanno benissimo che determinerebbe un bank run perchè è esattamente quello che ricercano. Basta che si attivino le condizioni in Spagna o Italia; entrambi i paesi dovrebbero immediatamente chiudere le frontiere e uscire frettolosamente dall’euro. Fatta in questo modo l’uscita dall’euro sarebbe un macello ma gli americani che vi si oppongono la dovrebbero accettare e Wiedmann e soci lo hanno pesato e valutato, ora aspettano che qualcuno faccia un errore. Questo gruppo di potere tedesco sa che non le verrebbe consentito di uscire dall’euro e quindi si ingegna perché siano gli altri a uscirne. Brillante.
Grande Jhon ludd. cerco sempre i tuoi commenti, perché molto interessanti. Ti stimo.
ps: ho letto in un tuo commento dell’anno scorso che sei amante delle camminate in montagna, conosci le montagne del Cuneese? hai già fatto il Monviso?
saluti.
non esiste nessuna possibilità che l’euro si indebolisca sensibilmente almeno sino a Maggio. Zero. Nessuna. Al contrario potrebbe sensibilmente apprezzarsi verso AUD, CAD, monete scandinave, dollaro di Singapore, Yen e almeno sino a 1,40 non vedo ostacoli sul dollaro, solo dopo Draghi e Yellen farebbero un pò di casino con gli swap. Oltre alla naturale azione levitante del continuo calo del credito (meno euro quindi più caro) e al forte avanzo sull’estero (idem) ci sono altre forze impegnate sul terreno di scontro Europa. Ci sono forze potenti al lavoro e non ci diranno mai perché e quando. Il sistema si è chiuso e opacizzato ancora di più.
le dinamiche di breve al momento sono sulle coordinate che tu hai detto. Prima delle elezioni europee non aspettiamoci movimenti rivoluzionari sul cross EURUSD
Eh… ho dei parenti che abitano proprio ai piedi del monviso. Montagna affascinante. Un mio conoscente anni fa aveva fatto una specie di corsa attorno al Monviso, ma in alta quota. Può essere?
Si si parte dai circa 1600 metri di altitudine per arrivare a circa 3000 metri, con diversi sali-scendi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Giro_di_Viso
Io il giro completo tutto insieme non l’ho mai fatto, ho fatto però tutte le varie tappe in tempi diversi, ho altresì fatto la Punta del Monviso (3841 metri di altezza) 4 volte, una partendo da pian del Re alle 3 di notte per essere in cima a mezzo giorno e ritorno a Pian del Re alle 20. (con poco allenamento, e stata durissima ma molto bello!). Le altre tre volte sono partito dalla Valle Varaita e ho dormito ai laghi delle Forciolline a 2900 metri (nel 1990 in tenda) adesso hanno costruito un piccolo ma accogliente rifugio. Se capiti da queste parti…
DT, ti hanno ascoltato!: “Non sarebbe meglio una manovra preventiva con la benedizione della Germania?”
BERLINO – Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, sarà a Berlino mercoledì prossimo, nel primo pomeriggio, dove incontrerà Angela Merkel. Lo ha detto il portavoce della cancelliera Steffen Seibert, a Berlino in conferenza stampa. L’incontro in Cancelleria non prevede alcun resoconto alla stampa, è stato precisato.
http://www.cdt.ch/mondo/economia/101486/draghi-dalla-merkel-mercoledi-prossimo.html
Ciao Danilo
mi ha sorpreso nel primo grafico la correlazione evidente tra GOLD e asset BCE, e la non correlazione, invece, con asset FED. Come se l’oro sia draiverato ( 😕 ) dall’Europa e non dagli USA. Casualita’ o c’e’ qualcosa sotto che non comprendo ?