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Banche: rappresentano un rischio o sono una buy opportunity?
Non dimentichiamo mai che la vera crisi del debito non è sui sovereign, sul debito sovrano, ma sul debito bancario.
Sono sempre loro, le banche le colpevoli, da additare come le responsabili della crisi e come quelle che devono essere “curate” per evitare catastrofi. E sono sempre loro, le banche, che sono diventate troppo potenti e grandi, e quindi “too big to fail”.
Inoltre, [questo è un’indicazione per chi investe di carattere amichevole], è un madornale errore pensare che, investendo in titoli di Stato e in titoli bancari, si effettui una corretta diversificazione. In realtà si va a replicare il rischio, proprio perché se le banche saltano sono gli stati a doverle salvare e se gli stati non hanno i soldi….
Ci sono paesi in Europa, come l’Irlanda o più recentemente la Spagna, dove il debito bancario ha portato effetti devastanti. Risulta quindi normale ritrovarci oggi la valutazione media delle banche dell’Eurozona a multipli inferiori rispetto a quelli dei competitor Made in USA. Ma attenzione. Guardate il grafico. Questo gap non è stato MAI così ampio.
Oggi le banche europee sono valutate mediamente ad un Price/book value pari allo 0.4, quindi ben sotto il valore di libro.
Sulla carta è una quotazione ridicola. In concreto diventa difficile poter capire se queste quotazione rappresentano una buy opportunity oppure un rischio di ulteriori ribassi in vista. Basta pensare che oggi tutte le banche quotate a PIazza Affari (includendo anche le azioni di risparmio) sono valutate 52 miliardi di euro, probabilmente meno del valore degli storici palazzi che ospitano le loro sedi e della complessa rete articolata di sportelli, mentre Apple, in questo momento il titolo che vale di più al mondo, capitalizza 460 miliardi di euro . Ovvero 9 volte il controvalore di tutte le banche italiane. E nel suo piccolo, la stessa ENI (67 miliardi) vale molto più delle banche quotate a Piazza Affari.
Sta a voi fare le dovute valutazioni. Buona scommessa…
STAY TUNED!
DT
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riguardo le banche vi é da considerare, a mio parere, che se si volesse fare una vera pulizia molte di esse andrebbero fatte fallire con costo a carico azionisti e creditori (cercando salvare depositanti).
In tal caso i prezzi attuali, come indice, possono ben scendere anche non poco.
Per me l’occasione sará, avendo pazienza di attendere, dopo il “lavacro” finale.
Ciao Danilo, ti esprimo dare un mio parere:
certamente i loro prezzi di borsa sembrano (dico appunto sembrano) allettanti, come pure i multipli appaiono davvero a sconto (p/e, valore di libro, etc…), visto il patrimonio immobiliare che detengono che è davvero notevole. Però, guardando l’altra faccia della medaglia possiamo anche dire che il valore immobiliare delle banche non conta nulla, perlomeno da qualche anno non conta più nulla. Il mercato ormai non guarda più il valore di libro, il mercato ormai guarda solo la redditività, la capacità di raccogliere denaro, di fare utili, la dinamicità. Guarda gli incagli e il rapporto tra sofferenze e capacità di compensarle. Ma sopratutto guarda le prospettive future e quelle sono agghiaccianti. Per questi motivi io ritengo che le banche siano adeguatamente valutate non ritengo che ci siano ampi margini per scommetterci sopra, anzi direi il contrario. Io non mi stuprei di vedere nei prossim mesi unicredito ben sotto i 2,20 euro, come intesa verso 0,80 centesimi di euro, etc…Se è pur vero che hanno valori immobiliarei importanti, va detto che questi valori non contano più nulla in un mercato dove pèroprio il settore immobiliare è più una zavorra che un privilegio. Quindi i prezzi in borsa stanno rispecchiando fedelmente il “non valore” di libro intrinseco.
Io ritengo che le banche spagnole, irlamdesi, greche e portoghesi andavano nazionalizzate, come pure andavano nazionalizzate le grandi banche americane, nel 2008/2009.
In italia forse è ancora presto, ma una minaccia di nazionalizzazione potrebbe spingere a migliorare l’efficienza. Comunque sia, la nzaionalizzazione permette sempre di salvare il correntista, che poi è il vero pilastro della banca. Poco importa se ci rimettono gli azionisti, perchè un azionista deve sempre sapere che investe a rischio, speculando si assume la propria responsabilità. Un correntista è invece un prestatore di risorse finanziarie e ha il diritto di essere sempre tutelato in quanto i suoi soldi servono per essere redistribuiti nell’economia reale.
Concludo dicendoti che il rinvio della corte costituzionale tedesca
rappresenta un fatto inquetante, altrimenti avrebbero deciso subito. Significa che davvero questo esm potrebbe non avere le carte in regola per la sua approvazione, perlomeno così come lo vogliono impostare.
Grazie per la tua attenzione.
Cordialmente
Fabrizio
Suggerisco una soluzione da saggezza contadina: se va male…va male, ma se va bene, alla distanza, si potrebbe tranquillamente raddoppiare o triplicare la cifra investita, per cui, su un capitale di 50.000-100.000 euro…buttiamoci 1000-2000 euro con l’idea di mediare, al rialzo o al ribasso una volta sola (1000/2000 + 1000/2000) e stiamo a vedere come finisce senza rimetterci la salute.
alfio200@finanza:
Suggerisco una soluzione da saggezza contadina: se va male…va male, ma se va bene, alla distanza, si potrebbe tranquillamente raddoppiare o triplicare la cifra investita, per cui, su un capitale di 50.000-100.000 euro…buttiamoci 1000-2000 euro con l’idea di mediare, al rialzo o al ribasso una volta sola (1000/2000 + 1000/2000) e stiamo a vedere come finisce senza rimetterci la salute.
Triplicare su unicredito significherebbe vedere il titolo vicino ai 6 euro. Un tale prezzo indicherebbe un’economia completamente risanata e un settore bancario in piena espansione e immerso positivamente nell’economia reale. Certamente 1000/2000 euro rappresentano un basso costo rispetto a 50.000 euro, ma concettualmente non la vedo una buona strategia, meglio tradarle sugli eccessi, sia nello short che nel long. In tre anni ci fai sicuramente più soldi.
Buona giornata.
L’anno scorso ci eravamo fatti la stessa domanda… in effetti a un certo punto le quotazioni si erano riprese, e qualcosa ci avevo guadagnato. Adesso sono più basse di allora.
Però se siamo negativi sul fatto che la situazione migliori…