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La crisi è per molti. Ma non per tutti
Che il mondo economico non sia di certo in gran forma, questo è un dato di fatto. Che il ceto medio stia scomparendo, questo è già stato detto più volte. Che nei soli USA ci siano un qualcosa come 44 milioni di persone che campano grazie ai food stamp, i sussidi governativi dati a chi non lavora (ripeto, 44 milioni!!!), questo è un dato certificato e drammatico: Mr Smith necessita dei food stamp per la sua sussistenza!!!
Il tasso di povertà negli USA era pari nel 2009 al 14.3% rispetto al 13.2% del 2008 e sempre negli USA sono stati persi, dal 2008, un qualcosa come 6.4 milioni di posti di lavoro. Inoltre negli ultimi mesi le cose sono ulteriormente peggiorate e anche il tasso di risparmio (vedi il caso italiano…) è calato a picco.
Però, non per tutti le cose vanno poi così malaccio. Quante volte ho parlato di sperequazione economica. Ed ecco che uno studio congiunto Cap Gemini/Merrill Lynch su cosiddetti High Net Worth Individuals (HNWI) se non addirittura Super HNWI (chi segue il private banking sa di cosa sto parlando) ci conferma quanto stiamo sostenendo da tempo: questa crisi non solo ha ucciso la classe media ma ha provveduto ad allargare il gap tra i poveri ed i ricchi. Per farla breve, ci sono sempre più poveri che addirittura diminuiscono ulterirmente il loro già risibile reddito, mentre dalla parte opposta… i ricchi sono sempre più ricchi. Questa analisi è apparsa sul sempre ottimo sito The Guardian Vi lascio il grafico dello studio che vi racconta tutto. Credo non siano necessarie spiegazioni per capirlo, se non che i super ricchi hanno addirittura approfittato della crisi per diventare ancora più ricchi. Evviva….A scapito di chi??? Mah….
The globe’s richest have now recouped the losses they suffered after the 2008 banking crisis. They are richer than ever, and there are more of them – nearly 11 million – than before the recession struck.
In the world of the well-heeled, the rich are referred to as “high net worth individuals” (HNWIs) and defined as people who have more than $1m (£620,000) of free cash.
According to the annual world wealth report by Merrill Lynch and Capgemini, the wealth of HNWIs around the world reached $42.7tn (£26.5tn) in 2010, rising nearly 10% in a year and surpassing the peak of $40.7tn reached in 2007, even as austerity budgets were implemented by many governments in the developed world.
The report also measures a category of “ultra-high net worth individuals” – those with at least $30m rattling around, looking for a home. The number of individuals in this super-rich bracket climbed 10% to a total of 103,000, and the total value of their investments jumped by 11.5% to $15tn, demonstrating that even among the rich, the richest get richer quicker. Altogether they represent less than 1% of the world’s HNWIs – but they speak for 36% of HNWI’s total wealth.
Age also helps: more than eight out of 10 of the world’s wealthiest people are aged over 45. So does being male: women account for just over a quarter of the total – though this is slightly higher than in 2008. The highest proportion of wealthy women is in North America – 37% of HNWIs – while the lowest is in the Middle East, which has 14%.
Generally, HNWIs are most concentrated in the US, Japan and Germany: 53% of the world’s most wealthy live in one of those three countries, but it is Asian-Pacific countries where the ranks of the rich are swelling fastest. For the first time last year the region surpassed Europe in terms of HNWI individuals.
This scale of wealth of the richest people in Asia Pacific – fuelled by the fast-growing economies in China and India – is now threatening to overtake North America, where the value of the wealth rose more slowly – 9% – to reach $11.6tn. (SOURCE)
Piccolo appunto: noi come sempre ci distinguiamo… Ma non perchè siamo più bravi, ma perchè da noi la stagnazione economica è pressochè ASSOLUTA…
STAY TUNED!
DT
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Grecia News
Leggevo:
Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici e monetari, dice in sostanza: “E’ vitale riuscire ad arrivare a un consensus sociale più ampio e a un accordo tra i diversi partiti sulle riforme di cui il paese necessita, per riuscire a tornare sulla strada di uno sviluppo e di una crescita sostenibili….Chiedo così ai leader politici della Grecia di assumere le loro responsabilità e allo stesso tempo di guardare ai prossimi passi per creare un consensus politico necessario, portando l’intera nazione a superare le sfide attuali”. ”
Ora chiedo.. Ma come si fà a “tornare sulla strada dello sviluppo” se aumenti le tasse e diminuisci le spese per le infrastrutture? Così saranno costretti a vendere ogni cosa per pagare i debiti, e quando non basterà più (e penso/spero che lo schiavismo sarà per allora considerato ancora illegale) si farà comunque default. Solo che si ritroveranno in un paese è sarà tutto (multinazionale) tranne che Greco. Evviva 🙁
Grazie dell’articolo DT, avevo sentito qualcosa in radio ma non così approfondito.
L’Italia continua a perdere ricchezza, questo è plausibile data la nostra situazione. Vorrei al proposito chiederti due cose: nessuno parla del mercato immobiliare che credo sia un’importante variabile da monitorare. Cosa ne pensi della situazione in Italia? A prima vista i prezzi non scendono come dovrebbe fare ipotizzare una situazione di sempre maggior povertà. Secondo, forse queste classifiche non riescono a tenere conto del “sommerso” che in Italia conta molto e chi non fattura non mette in banca liquido…
andreaforni,
Ciao Andrea. Sicuramente il “sommerso “nell’immobiliare ha da sempre avuto un ruolo determinante anche se ultimamente è stato abbastanza limitato dalle nuove misure antiriciclaggio e antimafia.
La cosa preoccupante è che il tasso di risparmio sta scemando ed quest’ultimo è stato uno degli elementi che più hanno condizionato la tenuta del mercato immobiliare italico. La mia impressione è che, in caso di nuova crisi, questa volta il settore potrebbe prendersi un bello schiaffone.
Poi sul blog ci sono degli eccellenti commentatori che operano nel settore, che sicuramente potranno dirti anche la loro…
US CONSUMER CONFIDENCE INDEX AT LOWEST SINCE NOVEMBER 2010, EXPECTATIONS INDEX LOWEST SINCE OCTOBER
perderanno la fiducia ma non la voglia di acquistare in borsa!! 🙂