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Delusioni su tutti i fronti: la tonica ripresa accelera
Giornata ricchissima di dati quella odierna.
Partiamo subito dall’ultima pubblicazione del DOL ( Department of Labor ) in merito al numero di nuove richieste di disoccupazione per la settimana conclusasi il 23 aprile 2011. Su base destagionalizzata, si registra un incremento di 25000 nuove richieste in più rispetto alla settimana precedente, settimana nella quale il dato è stato ulteriormente rivisto a ribasso, come nella miglior tradizione, di sole 1000 unità.
Initial Claims (SA) | A 429,000 | Da 404,000 | = +25,000 |
Initial Claims (NSA) | A 385,622 | Da 382,053 | = +3,569 |
Al di la dell’incremento anche piuttosto sensibile nel numero destagionalizzato, il generale miglioramento della situazione occupazionale non sembra compromesso dai dati delle ultime tre settimane. Il grafico delle serie non destagionalizzate descrive infatti una situazione in lieve peggioramento ma non ancora allarmante.
La media a quattro settimane si è tuttavia riportata sopra la soglia delle 400 mila richieste settimanali, che in tempi buoni, quando l’occupazione complessiva poteva contare su 7 o 8 milioni di lavoratori in più, indicava lo spartiacque tra un mercato del lavoro in espansione e uno in contrazione. In ogni caso, a giudicare dall’andamento degli anni precedenti, ci si dovrebbe aspettare una situazione piuttosto stabile anche se certamente non da forte ripresa.
Sono in totale 8 milioni 187 mila 232 i sussidiati che beneficiano di uno a caso dei vari meccanismi di assistenza messi in piedi dalla generosità governativa, in diminuzione, se considerati rispetto alla settimana del 2 aprile, di 112 mila 578 ( futuri abbonati ai food stamp ).
Quasi tutti positivi i commenti che provengono dai singoli stati per la settimana del 16 aprile, quella per intenderci subito dopo il picco ben evidente nel grafico. In testa la California, che vede una diminuzione nel numero di nuove richieste di ben 18017 unità. Interessante che il settore maggiormente favorito dalla riduzione nel numero dei nuovi cassaintegrati è quello associato alle costruzioni. Forse i dati di aprile e maggio relativi al mercato immobiliare del nuovo sapranno stupirci, come già 5 o 6 volte negli ultimi due anni… .
Ma oggi è stato anche giorno di PIL USA. Deluse le aspettative per chi sperava in una crescita del 2%. Dal 3.1% dell’ultimo quadrimestre del 2010 si è passati oggi a un 1.8% del primo quadrimestre del 2011. Sempre che anche voi prendiate per buoni i vari deflatori e le varie misurazioni ufficiali dell’inflazione.
Secondo quanto affermato dal BEA ( Bureau of Economic Analisys ), il prodeotto interno lordo reale sarebbe cresciuto dell’1.8% nel primo quadrimestre del 2011. Un simile incremento è da imputare in prima battuta ai contributi positivi forniti dai consumi personali ( meno lavorano e più spendono: AMEN ), dagli investimenti privati, dagli inventari, dall’export e dagli investimenti fissi, mentre le spese governative hanno contribuito negativamente assieme ad un maggior import.
In particolare, una veloce crescita proprio dell’import sarebbe la causa del rallentamento nella crescita del GDP pur se altre voci hanno partecipato al rallentamento complessivo del tasso di crescita.
Va molto meglio il GDP nominale, la cui crescita in termini assoluti, annualizzati e destagionalizzati … è del 3.7%. In pratica, sarebbe passato da 14871 miliardi di dollari a 15006 miliardi e pochi spiccioli incrementando di 135 miliardi. Cioè il 3.7%… . Vi giuro, la statistica benché abbia sempre una valida spiegazione dei numeri che fornisce, la continuo a considerare, applicata in questo modo, la scienza dei ciarlatani!
Per gli amanti dei numeri, la tabella sopra illustra le principali voci che compongono il GDP. Notevole come sempre il confronto con la situazione prima della crisi. A fronte di 5000 o 6000 mila miliardi di dollari a cui si è fatto ricorso per salvare gli istituti privati e in seguito ai poco meno di 2000 miliardi di dollari di QE1, QE lite e QE2, l’incremento nominale dell’attività economica ( lasciamo perdere quello reale ) è stato di poco più di 700 miliardi di dollari. A già, non si poteva fare altrimenti, hanno detto… .
Comunque rispetto al trimestre scorso, c’è da notare che più di un terzo del guadagno è attribuibile all’aumento delle spese per beni non duraturi, ed in particolare, come è logico aspettarsi in tempi in cui la domanda di petrolio negli USA è al più stazionaria, al forte accrescimento delle spese per la benzina e simili: +51.3 miliardi di dollari! Ad essi andrebbero aggiunti parte degli incrementi nelle spese per la gestione delle case e per il cibo, che tuttavia rientrano nella categoria “servizi”. Bene gli investimenti privati in equipaggiamenti e software, che sommano al PIL 28.9 miliardi di dollari in più e come quasi sempre ottimo il contributo degli inventari: grazie a Dio tutto sale!
Maluccio la bilancia commerciale, che peggiora notevolmente, passando da -495.9 miliardi a -571.5 miliardi, tutte spese rigorosamente a debito!
Prima di concludere, vi invito a dare un’occhiata ai numeri relativi alle spese governative. Di quei famosi 5000 o 6000 miliardi di dollari, considerando come termine di paragone il 2007-2008, solo meno di 300 miliardi sono in qualche modo finiti direttamente nell’attività economica, questo ovviamente escludendo incentivi o altro. Caxxo… roba che a pensarci su, a uno gli viene voglia pure di capire in che portafogli sono finiti tutte ste migliaia di miliardi di dollari.
Ma va bene così, all’università ce lo hanno spiegato in questo modo…
A salvare la giornata ci pensa invece il solito Realtor, il cui Pending Home Sales Index mostra un aumento del 5.1% in marzo.
Sembra quindi che il mercato immobiliare stia provando a rianimarsi in questo primo scorcio di 2011, sostenuto in misura non trascurabile dagli investitori che arrivano anche dall’estero e comprano manciate di case in contanti ( non è uno scherzo… )
Buona giornata a tutti
Mattacchiuz
Dati misti tendenti alla delusione e praticamente scontati anche alla luce di ieri sera (Fed); tuttavia il “mandato” che ha la FED per ora rimane quello della crescita dei listini azionari a scapito del $ , quindi carry trade a tutta birra su YEN e USD e salita del rischio leggasi equity. Importanti rotture rialziste di ieri su indici USA , comunque da verificare (bull trap?). Alla FED non interessa comunque se oggi si sono avuti Jobless claims in rialzo , come non interessa se l’economia reale arranca, a questo punto della crisi l’unico volano che puo’ tirare l’America e’ WALL STREET quindi dovra’ comunque girare.-
si si tutto vero e sacrosanto.
peccato che ogni tanto si debba pure fare i conti con la fisica!
Più che maghi sono apprendisti stregoni… ma il conto potrebbe essere presentato ai mercati già alla fine di questo semestre sull’esaurimento di questo bel rally.
secondo me è perchè voi guardate i grafici e le statistiche sbagliate. 😯
Proprio ieri il TTIIGGGI ha detto che un buon indicatore del fatto che la crisi in USA è ormai alle spalle. è dato dall’incremento delle cause di divorzio
porco cane ragazzi, cercate di essere un po’ eclettici
Ho cercato su tutti i database, compreso Bloomberg, il Divorce Index, ma non l’ho trovato… Siamo proprio trogloditi…. 🙁
Ma forse stanno assieme … perché non hanno i soldi per divorziare!
Leggevo che in Italia si stanno specializzando agenzie che consigliano di andare a divorziare all’estero… visto che costa meno e in sei mesi si ottiene il divorzio (rispetto alla media dei quattro anni italiani… per la sola separazione) che poi viene trascritto nell’atto di matrimonio come semplice atto proveniente dall’estero. Poveri avvocati italiani… perdono anche questi piccioncini 🙂
Scusa ma non ho capito…. ❓ ❓ ❓ Delusioni su tutti i fronti: la tonica ripresa accelera ❗ ❗ ❓ ❓ ❓
Ma allora sono MAGHI!!!!!!