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PERCHE’ IL PETROLIO E’ COSI’ CARO?
Ormai tutto sanno benissimo che il petrolio ha raggiunti dei livelli di prezzo stellari. E le cause sono le più diverse. Ognuno poi ha le sue opinioni: speculazione, domanda asiatica, debolezza del dollaro.
Tra i tanti pareri, ho pensato di illustrarvi uno di quelli che considero più autorevoli, ovvero quello di Leonidas (per gli amini Leo…) Drollas, un’economista del C.G.E.S. (Centre for Global Energy Studies).
E questo parere è racchiuso in un piccolo vademecum di 10 punti che sintetizzano il Drollas-pensiero.
Andiamo a vedere questi 10 punti, alcuni dei quali mi sono permesso di commentarli.
Come potrete leggere, questo elenco è composto da delle riposte che ai più sembreranno quasi ovvie. Però in diversi punti ci sono degli elementi che fanno pensare, con un ultimo dubbio. Ma siamo sicuri di non essere proprio dei burattini in mano ad un sistema pilotato da governi e da un pool di paesi estrattori, in concerto con un pugno di aziende che comandano il mercato?
Ai lettori l’ardua sentenza…
1. Alti costi marginali : nulla da dire
2. Scorte sempre più basse : ne parliamo spesso, non ho nulla da aggiungere
3. Opec che non riesce a produrre di più: permettetemi un commento. Siamo sicuri che non riesca veramente a produrre di più? O forse ce lo vogliono far credere? Un esempio. Tutti sanno che il più grande giacimento conosciuto, quello di Ghawar, è in declino produttivo. E allora, perché non andare magari ad investire da subito nel giacimento di Manifa, un gigante offshore? L’Arabia Saudita dice che al momento non c’è bisogno….
4. Opec che non vuole produrre di più: perché devo investire per aumentare la produzione quando posso fare quello che voglio e ho il coltello dalla parte del manico? Per investire e spendere c’è tempo. Ora posso godermi i prezzi alti e poi, quando la situazione si farà difficile, allora investirò sull’estrazione. Non ha senso spendere oggi denaro il cui beneficio ricade solo sul consumatore mentre l’estrattore si accolla i costi…
5. Opec sempre più ambizioso: non dimentichiamo mai che l’Opec è nato con un fine: che i prezzi non scendessero troppo (e non viceversa). Molti credono invece che sia nato per “calmierare” i prezzi. Assolutamente falso.
6. Derivati e speculazioni sui futures: Il prezzo del petrolio è dato dall’andamento del future e quindi dalle aspettative di prezzo. Basterebbe togliere l’elemento speculativo, e far comprare il petrolio solo a coloro che poi lo ritireranno. Sarebbe la fine dello scambio speculativo carta contro carta. Ma…siamo sicuri che siano tutti d’accordo?
7. Domanda sempre molto forte: Asia in primis, nulla da aggiungere. Idati li vediamo quotidianamente.
8. Timore di picco produttivo: direi che al momento mi sento di escluderlo, anche in virtù di quanto detto sopra.
9. Dollaro debole: già si è detto molto su questo argomento. Vi rimando ai post precedenti
10. Industria petrolifera in mano ad un’oligarchia: siamo in mano a poche società e a pochi personaggi che possono fare il buono e il cattivo tempo sui mercati della materia prima.
Un’ultima cosa: come dice anche un amico lettore che tutti i frequentatori del blog conoscono, siamo sicuri che non ci sia anche lo zampino di quel guerrafondaio di Bush in tutto questo? Tutto sembra tremendamente pilotato. Ci sono stai nei mesi passati, negli anni passati, diversi incontri tra petrolioeri ed amministrazione americana. Ma nessuno ha mai saputo che diavolo si sono detti in realtà.
Interessante quello che dice Fadhil Chalabi, ex ministro iracheno del Petrolio ed ex segretario generale dell’Opec: gli USA hanno tutto l’interesse a tenere molto alto il prezzo del petrolio, perché così facendo, diventa conveniente estrarre la materia prima anche nei giacimenti più “difficili” discolpati negli USA. Inoltre, un alto costo dell’oro nero incentiva lo studio e gli investimenti in energie alternative.
Che volete che vi dica: alla fine della fiera, chi se lo prende nel c**o è sempre il povero Cristo che deve sottostare a questi sporchi giochi di potere.